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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Raoul Bova

• Roma 14 agosto 1971. Attore. Produttore. Ex nuotatore. «È la bravura a rendere belli».
• Origini calabresi, dopo il diploma magistrale e una carriera da nuotatore che lo portò, sedicenne, al titolo italiano giovanile dei 100 dorso, lasciò l’Isef per diventare attore. «Mio padre ha abbandonato un paese della Calabria per venire a Roma, s’è innamorato di una donna, se l’è sposata, ha fatto tre figli, li ha curati, ha lavorato. Mia madre ha dedicato a noi tutta la vita. Papà s’è goduto la famiglia, ci ha dato dei princìpi, una morale, la serenità. Queste cose me le ha trasmesse. Io sono fiero di me stesso quando mi sento perdente e poi alla fine, lottando, riesco a vincere».
• Nel 2000 posò nudo per il calendario di Max.
• Prima parte in un film sui fratelli Carmine e Giuseppe Abbagnale, Una storia italiana (S. Reali 1992), il successo arrivò con polizieschi di mafia come Palermo-Milano sola andata (C. Fragasso 1995) e in tv con la Piovra (diversi episodi, tra il 1994 e il 1998) e Ultimo (tutte e quattro le parti: 1998, 1999, 2004, 2013), che lo etichettarono come il bello d’azione. In realtà ha recitato in film molto vari come Mutande pazze (R. D’Agostino 1992), La lupa (G. Lavia 1996), Ninfa Plebea (L. Wertmüller 1996), Il sindaco (A. Avati 1996), Coppia omicida (C. Fragasso 1998), I cavalieri che fecero l’impresa (P. Avati 2001), Baarìa (G. Tornatore 2009), Liolà (G. Lavia 2009), La nostra vita (D. Luchetti 2010), Ti presento un amico (C. Vanzina 2010), Immaturi e Immaturi – Il viaggio (P. Genovese 2011 e 2012), Buongiorno papà (E. Leo 2013), Fratelli unici (A. Federici 2014), Scusate se esisto! (R. Milani 2014), Sei mai stata sulla Luna? (P. Genovese 2015), La scelta (M. Placido 2015); per la tv (Canale 5), ha lavorato anche nelle serie Intelligence – Servizi & segreti (A. Sweet 2009), Come un delfino (S. Reali 2011) e Fuoco amico TF45 – Eroe per amore (B. Catena 2016). In America ha fatto, tra l’altro, Alien vs. Predator (Colin e Greg Strause 2004), le serie tv What about Brian? (2006) e The Company (2007).
• Nel 1994, a 23 anni, il debutto a teatro, come protagonista di Animali a sangue freddo di Francesco Apolloni, dramma ispirato alla vicenda di Pietro Maso. «Dopo le primissime esperienze mi sono messo sotto a studiare. Ho fatto corsi di dizione. Mi sono buttato nel teatro, per crescere un po’. Ho fatto pure Macbeth clan al Piccolo di Milano, seminari, approfondimenti… e non ho mai smesso» (Vittorio Zincone) [Set 11/2010].
• Dice la leggenda che in alcuni paesi del Sud proiettavano Ninfa plebea direttamente dal secondo tempo: «Qui la gente vuole solo Bova e lui nel primo tempo non c’è, quindi lo saltiamo».
• Nel 2006 ha girato per la tv (Canale 5) la miniserie Nassiriya. Per non dimenticare, dedicata all’azione di pacificazione svolta dai carabinieri italiani in Iraq e alla tragedia che costò la vita a diciannove di loro e a nove iracheni, il 12 novembre 2003. La troupe della serie, diretta da Stefano Rolla, era sul posto quando il camion condotto da due kamikaze saltò in aria.
• Protagonista e produttore anche di Milano-Palermo: il ritorno (C. Fragasso 2007): «Ho iniziato un rapporto diverso di collaborazione con Mediaset. Una forma sperimentale d’interazione tra piccolo e grande schermo, grazie alla quale la televisione permette al cinema di realizzarsi».
• Nel 2008 gira Scusa se ti chiamo amore, scritto e diretto da Federico Moccia, storia scabrosa sul rapporto tra un uomo adulto e una ragazzina, interpretata da Michela Quattrociocche: «Nelle scene d’amore con la mia giovane partner ero imbarazzato. Avevo tra le braccia una ragazza con la metà dei miei anni». Nel 2010 il seguito, Scusa ma ti voglio sposare, anch’esso scritto e diretto da Moccia e interpretato dalla Quattrociocche, la quale, riguardo ai baci con Bova, dichiarò: «Non ho provato alcuna emozione. Per me è solo lavoro: baciare Raoul Bova è come andare in ufficio» (Gabriele Parpiglia) [Chi 13/5/2009].
• Sempre nel 2008 ha girato il film-verità Sbirri per Mediaset, il film per il cinema La bella società e la serie Mediaset Intelligence. Sempre nel 2008 è stato uno dei 1000 volti noti arruolati dal Pd per consegnare agli iscritti negli 8 mila circoli una pergamena ricordo (offerta minima 5 euro) con il titolo di «socio fondatore».
• Figlio di un ex dipendente Alitalia, nel 2009 ha interpretato insieme alla moglie Chiara Giordano uno spot televisivo per la compagnia di bandiera: lei hostess, lui passeggero.
• Nel 2010, per prepararsi a girare Come un delfino, sceneggiato televisivo in due puntate prodotto da Mediaset in cui impersona un allenatore di pallanuoto, partecipò ai Campionati Italiani Nuoto Master, nella categoria M35 (atleti dai 35 ai 39 anni), arrivando terzo nella gara dei 100 metri stile libero. Nel 2013 ha fatto il suo debutto da regista in Come un delfino. La serie (Canale 5).
• Ha dichiarato (temporaneamente) chiusa la sua parentesi americana: il mondo di Hollywood «fa paura». «Per me è stata una bella prova. Hollywood però è troppo grande, veloce, oggi ci sei e domani no. Quando sei lì devi stare attento a non basarti sull’apparenza ma a contare su te stesso».
• «Mi piacciono i personaggi positivi, ma anche una bella carogna, ogni tanto, non mi dispiacerebbe». «La mia più grande soddisfazione? I tre Globi d’oro della stampa estera – come miglior attore, fotografia e opera prima – vinti per Io, l’altro (M. Melliti 2007), il film sulla paura dello straniero, che ho prodotto e interpretato. Ha vinto anche il premio Magna Grecia».
• Tullio Kezich: «Il 1996 è stato il suo grande anno, tre film di fila con altrettanti registi eccellenti: Ninfa plebea con Lina Wertmüller, La frontiera con Franco Giraldi, La lupa con Gabriele Lavia. Per caso sono amico di tutti e tre i registi e ho chiesto loro un’opinione sul giovane attore in chiave confidenziale. Ebbene, Lina (che l’ha poi voluto nuovamente in Francesca e Nunziata), Franco e Gabriele mi hanno parlato di Raoul in termini molto positivi. Serio, sempre la parte a memoria, attento a raccogliere le indicazioni di regia, impegnato a dare il meglio».
• Ferzan Ozpetek: «Raoul Bova sta agli attori italiani come Monica Bellucci sta alle attrici».
• «Ingrato» per Roberto D’Agostino: «Ho girato solo un film nella mia vita, un film sciagurato e trascendente, Mutande pazze. E ho fatto debuttare Raoul Bova sul grande schermo. Una volta diventato famoso poteva anche, en passant, citare il fatto, no? Invece mai».
• «È bellissimo con quel non so che di timido, di riservato che lo rende assolutamente umano, e possibile. Fisico da nuotatore della Nazionale qual era, e due occhi da sogno. Bambino, ragazzo e poi adolescente che passa buona parte del suo tempo in piscina, accompagnato dal papà che lavora all’Alitalia; diciottenne che sogna di andare alle Olimpiadi, ma alle selezioni entra in crisi sportiva, perde le proprie certezze, e affida il proprio dolore a un diario, come le signorine d’una volta... “Più che un diario, un amico a cui raccontavo i miei problemi e poi rileggendolo, mi psicoanalizzavo da solo. Quando sei un campione tutti ti sono vicini e quando campione non lo sei gli altri si allontanano e non capisci più cosa siano i rapporti... ”. Un giovanotto che grazie alla bellezza s’inventa una nuova sfida, e la vince» (Stefano Jesurum).
• Martina Stella: «Quello con Raoul Bova (Ti presento un amico) «è stato un bacio “catartico”. Da ragazzina ero una sua fan scatenata» (Alessandro Penna) [Ogg 19/5/2010]. Lina Wertmüller: «Sul set di Francesca e Nunziata ho insegnato a Raoul Bova e a Claudia Gerini come baciarsi. Il bacio deve essere un contatto di labbra lento e avvolgente, non uno scontro di bocche aperte come si usa oggi. Raoul Bova imparò subito e Claudia Gerini, rivedendo la scena, riuscita benissimo, si commosse. “Lina, nessuno mi ha mai baciato così”, mi disse» (Matilde Amorosi) [Ogg 17/10/2012].
• Per la sua formazione, quando era bambino, oltre ai genitori «sono state tre le figure importanti: Giovanni Paolo II, madre Teresa di Calcutta e San Francesco. Wojtyla lo incontrai la prima volta in terza elementare. Di tutta la classe accarezzò soltanto me, che ero considerato da tutti la peste, il combina guai: la cosa mi colpì molto. Seguiva il cuore, era contro le regole stupide, e in questo gli assomiglio. Madre Teresa è sempre stata per me il più grande esempio di come si possa fare del bene concretamente. San Francesco racchiude un po’ tutti e due: è un mix di spiritualità e fisicità. E, in fondo in fondo, sono come lui» (Carola Uber) [Chi 26/11/2008].
• Da ragazzo ha sofferto di depressione, tanto che non riuscì a parlare per un anno intero; ancora oggi soffre di distimia, una forma lieve di depressione che provoca umore oscillante, pessimismo e bassa autostima. «Dopo una gara di nuoto persa mi venivano mal di testa violenti e rimanevo a letto per giorni interi. Avevo paura del confronto con gli altri e una timidezza paralizzante. Mi sono sentito per molti anni prigioniero di una gabbia. A volte sfioro l’abisso, sto male, ho bisogno di chiudermi in una stanza senza parlare con nessuno fino a quando riemergo. Oggi so provare le gioie della vita. Quando vedo il sorriso di mia moglie Chiara, per esempio, e prendo in braccio i nostri figli» [Ok Salute 12/2009]. «Se sto sotto giudizio mi viene l’ansia da prestazione. Controllo la memoria e mi sfugge l’intenzione. La voce diventa fine. Perdo le parole. L’ansia sale e vado veloce per farla finire. Così ho perso Tomb Raider 2 e Italian Job. E pure Driven. Stallone mi voleva, il regista ha scelto un altro. Poi però Sylvester mi ha chiamato per Avenging Angelo».
• Il 24 settembre 2013 la Procura di Roma gli ha sequestrato preventivamente beni per un milione e cinquecentosessantamila euro, sospettandolo di inadempienze fiscali. Bova: «È un sequestro che non ha alcuna ragione di esistere perché sto già pagando un debito fiscale dopo un accordo con l’Agenzia delle Entrate. È un accanimento». «Le indagini dei finanzieri del Tributario avevano evidenziato una serie di condotte elusive dell’attore nei confronti dell’Erario. In particolare, fra il 2005 e il 2010 Bova “dimenticò” di versare l’Iva: 680 mila euro. I soldi risultavano usciti comunque dalla cassa, versati alla società che aveva in gestione la sua immagine, la Sanmarco srl, i cui soci di maggioranza erano in realtà la moglie (è anche la sua promoter) Chiara Giordano e le sorelle Tiziana e Daniela. I soldi dunque restavano in famiglia e, attraverso il gioco finanziario, l’attore riusciva a versare un’aliquota fiscale molto più bassa del dovuto, sostiene il Fisco» (Ilaria Sacchettoni) [CdS 25/9/2013].
• Dopo una breve relazione con l’attrice Romina Mondello, ha sposato la veterinaria Chiara Giordano (figlia dell’avvocato matrimonialista Annamaria Bernardini De Pace), con cui ha fondato la casa di produzione Sanmarco (Io, l’altro; Milano-Palermo. Il ritorno; Sbirri; Come un delfino), e dalla quale ha avuto due figli, Alessandro Leon e Francesco: «Ho sempre saputo che mi sarei sposato, che il mio obiettivo era il matrimonio. Ho avuto un esempio familiare fantastico, un modello importante che mi ha trasmesso la sensazione che la famiglia felice poteva esistere e che la cosa importante è trasmettere ai propri figli un’idea di amore e di unione» (a Irene Maria Scalise). Il 9 ottobre 2013 ha annunciato in un’intervista a Vanity Fair la sua imminente separazione dalla moglie dopo tredici anni di matrimonio, dicendo di voler rompere il silenzio al solo scopo di tutelare i figli dai pettegolezzi e dalle malignità montanti: «Chiara e io nel tempo siamo molto cambiati. Purtroppo, non ci siamo più capiti. (…) Ma avevamo talmente forte il senso della famiglia che abbiamo cercato di non vedere i nostri problemi finché abbiamo potuto, finché sono usciti fuori tutti insieme. Allora è iniziato un periodo molto lungo – quasi tre anni, ormai – in cui ci siamo parlati, ci siamo confrontati. Abbiamo provato in tutti i modi a risolverli, quei problemi, ma purtroppo non è bastato. (…) Alla fine abbiamo deciso di comune accordo, con grandissimo dolore e con grandissima civiltà, di prendere strade diverse. Lo abbiamo fatto perché crediamo troppo al valore della famiglia per tenerla in piedi a qualunque costo, come facciata, senza onestà. È un atto non dico di amore, ma di rispetto per l’amore che c’è stato tra noi. Io sono cattolico, sposato in chiesa, ma non penso che Dio mi voglia vedere buttar via la vita che mi ha regalato. Vuole che io la viva pienamente, e nella sincerità. Lo devo a lui, lo devo ai miei figli». Nella medesima intervista ha anche replicato alle voci che lo dicono omosessuale: «Lo dico apertamente: mi piacciono le donne. Se fossi omosessuale, credo che non avrei nessun problema a riconoscerlo. O forse non lo direi: perché questo obbligo di dichiararsi, di giustificarsi? Nessuno va in giro a dire: piacere, sono etero» (Luca Dini) [Vty 9/10/2013]. Disappunto della moglie: «Non condivido il contenuto e il fine dell’intervista che Raoul ha rilasciato a Vanity. Intervista fatta senza la mia consapevolezza e il mio accordo. I nostri figli sanno quello che è giusto sapere e sono in grado di distinguere verità e pettegolezzi senza che il padre parli di loro, o dica di volerli proteggere, attraverso i media» (Renato Franco) [CdS 9/10/2013]. Adesso sta con la modella spagnola Rocío Muñoz Morales, di 17 anni più giovane di lui, conosciuta sul set del film Immaturi – Il viaggio. Hanno una bambina, Luna, nata il 2 dicembre 2015, a Roma.
• «Il parto è stato il momento più felice della vita di Raoul. “Quando Chiara è rimasta incinta ho smesso di lavorare per passare tutta la gravidanza con lei. Ho letto tutti i libri possibili, comprato l’ultima ninna nanna giapponese. Il parto che noi abbiamo fatto....”, s’interrompe, “...parlo al plurale perché mi sono sentito partecipe. Lo abbiamo fatto in casa nella vasca da bagno. Ho preparato l’atmosfera, la musica, le candele. Eravamo io e lei. L’ho fatta partorire io. Ho tagliato il cordone ombelicale. C’era il ginecologo a controllare e quando ha visto che non c’erano problemi ci ha lasciato fare» (Arianna Finos) [Rep 23/3/2013]. Bova e la moglie si sono sposati «a sorpresa» subito dopo il battesimo del primo figlio: «Il sacerdote, finito il battesimo, ha detto: “Restate qui, ché ora Raoul e Chiara si sposano”» (Zincone, cit.).
• Nel 2009 dichiarò: «Ho una sola paura: che mia moglie mi tradisca. Non oso nemmeno pensarci. Spero solo che, nel caso, sia un tipo alla Brad Pitt, uno meglio di me. Così forse potrei farmene una ragione» (Lavinia Rittatore) [Donna Moderna 15/9/2009]. «Prima della Canalis, George Clooney ha guardato mia moglie: eravamo nella sua casa sul Lago di Como. Ho visto Clooney e mia moglie incamminarsi e io li ho fermati perché ero geloso! La scusa usata da Clooney era quella di farle vedere la piscina…» (Paolo Martini) [Chi 24/2/2009].
• «Sono appassionatissimo di verde, piante e fiori, mi occupo personalmente del mio terrazzo. La natura ha colori e forme meravigliose che non si possono riprodurre. Mi piace prendermi cura di una cosa viva, che cresce anche grazie a me» [Vocearancio 21/4/2010]. «Una volta ero nella nostra casa di campagna e da un quarto d’ora mi guardavo un ulivo. Poi, mi sono avvicinato e l’ho abbracciato. Non c’erano ancora le siepi e sento la signora dell’altra tenuta che fa: “’Sti attori so’ tutti uguali, tutti drogati o depressi”. Io me la ridevo e continuavo a starmene felice, abbracciato al mio albero» (Erica Arosio) [Gia 14/5/2010].
• È un provetto ballerino. «Sue specialità: valzer e tango» (Sara Recordati) [Gen 25/5/2010].