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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Filippo Botteri

Soregno (Svizzera) 3 giugno 1964. Promotore finanziario. Condannato in Cassazione all’ergastolo per l’assassinio del finanziere, iscritto all’Opus Dei, Gianmario Roveraro, rapito nella sera del 5 luglio 2006 a Milano, ritrovato cadavere il 13 luglio, cinque giorni dopo l’uccisione. Il tronco della vittima, tagliato a metà e infilato in un sacco nero per la spazzatura, fu lasciato in mezzo alla campagna a poca distanza da gambe e testa. Due complici: Emilio Toscani e Marco Baldi.
• In grave difficoltà economica per un affare immobiliare proposto da Roveraro e finito con un buco di 2,5 milioni di euro, probabilmente puntava a un sequestro lampo: «Il rapimento è stato eseguito intorno alle 21.30, nei pressi di via Alberto da Giussano, mentre la vittima stava rincasando. Roveraro è stato immobilizzato con il taser e fatto salire su una Fiat Doblò guidata da Marco Baldi, uno dei complici già condannati. Con Emilio Toscani, Botteri lo ha legato con dei lacci autostringenti e bendato con una mascherina. Hanno raggiunto Albereto e nascosto la vittima in un Casello idraulico. Qui nei giorni successivi hanno costretto il sequestrato a telefonare per la richiesta di un riscatto di 10 milioni, tramite un sistema informatico idoneo a non consentirne la localizzazione. Infine, nella notte tra il 7 e l’8 luglio, inizialmente con l’aiuto dei complici, Botteri ha costretto Roveraro a salire su una Megane Scenic e lo ha portato a Marzolara, dove all’alba lo ha fatto scendere ancora con le mani legate e gli ha sparato alle spalle, colpendolo alla nuca da una distanza ravvicinata e uccidendolo. » (Enrico Lagattolla). [Il Giornale 16/12/2008]
• «Ho perso la testa e l’ho ucciso perché anche dopo il sequestro ho capito che non riuscivo a recuperare i soldi. È vero che io ho molto rancore nei confronti del Roveraro perché lo reputo responsabile di miei gravi problemi economici, o per incuria o per incapacità, ma comunque mi ha fatto perdere molti soldi» (Filippo Botteri).
TOSCANI Emilio
• Milano 28 febbraio 1942. Esperto informatico di Collecchio (Parma). Condannato all’ergastolo dalla Cassazione per essere stato complice nel sequestro e omicidio di Gianmario Roveraro. Lo sconto di pena previsto per la scelta del rito abbreviato gli ha consentito di evitare l’isolamento. Secondo i giudici, che hanno confermato la sentenza di secondo grado, è stato lui a procurare il machete al suo amico Botteri e a illuminare il greto del Baganza mentre il complice faceva a pezzi il corpo e poi lo occultava.
BALDI Marco
• Bazzano (Bologna) 28 giugno 1956. Muratore. Complice nel rapimento che costò la vita al finanziere Gianmario Roveraro. Suggerì di rinchiudere la vittima in un casello idraulico di Albareto che lui stesso aveva ristrutturato. Nel 2007 è stato condannato a trent’anni di reclusione con il rito abbreviato.