28 maggio 2012
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Biografia di Giulio Bosetti
Bergamo 26 dicembre 1930 - Milano 24 dicembre 2009. Attore. Regista. Nato sopra l’allora Teatro Duse (fatto costruire dal nonno impresario), si iscrisse a Scienze politiche e all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico, scegliendo in seguito la carriera teatrale. Esordio nel 1950-1951 con La Moscheta di Ruzante, con la regia di Gianfranco De Bosio, quindi una breve esperienza al Piccolo Teatro di Milano con Giorgio Strehler, gli stabili di Genova, Trieste (direttore per cinque anni dal 1967) e Torino. Formata la prima compagnia nel 1964 per Le notti bianche, debuttò come regista nel 1970 (Zio Vanja di Cecov), allestì opere liriche (Lucia di Lammermoor a Tokyo nel 1974), formò la Cooperativa Teatro Mobile e, negli anni Ottanta, la Compagnia Giulio Bosetti. Dalla stagione 1997-98 direttore artistico del Teatro Carcano di Milano, progettò assieme a Tullio Kezich la versione teatrale di Un amore. Più di recente ha interpretato Eugenio Scalfari ne Il Divo di Paolo Sorrentino.
• «Carlo Goldoni e Molière, Luigi Pirandello e Ibsen, Cecov e Jonesco. Si può vivere di teatro e per il teatro, si può avergli consacrato l’intera esistenza, da attore e da regista, da produttore e da direttore, si può continuare a calcare la scena e insieme lasciarsi di tanto in tanto tentare dal cinema, eppure confessare, con convinto candore, che il sogno era un altro: fare il calciatore. “Dicevo un’Ave Maria tutte le sere per diventarlo. Di giorno all’oratorio di Albino a giocare, allora la squadra si chiamava Albino-Falco non ancora Albino-Leffe, la sera a pregare e a fantasticare. Avevo un bravo istruttore, si chiamava Carrara, da lui ho appreso i fondamentali, il corpo avanti e la testa sul pallone quando si vuol calciare forte, guai a stare indietro, la palla s’impenna”. La volontà c’era. Il talento meno. Così Giulio Bosetti, bergamasco, classe 1930, imparò ad impostare la voce. Com’era scritto nel libro del destino di uno nato a Bergamo proprio sopra il Teatro Duse, per di più costruito dal nonno. Ma il pallone non ha mai smesso di riempirgli il tempo libero» (Gigi Garanzini).
• Nel novembre 2009 realizzò un sogno lungo trent’anni: portare in scena L’attore, romanzo di Mario Soldati (premio Campiello 1970) nella riduzione di Tullio Kezich.
• Nel 2003 decise «dopo qualche ragionevole incubo, di rilevare con una cordata il teatro Carcano che gestiva dal 1997 per evitare che diventasse il solito garage, il solito mini market, il solito negozio di moda. (…) Milano gli deve la sopravvivenza dell’unico teatro che oggi, a parte il Piccolo, ha un repertorio anche per le scuole» (Maurizio Porro) [Cds 27/12/2009].
• «Il teatro, lo sappiamo, è l’unico mezzo, di questi tempi, perché si realizzi un incontro tra uomini, perché la parola “Amore” possa ancora circolare fra di noi» (Giulio Bosetti, inedito affidato a Marco Buscarino sul finire degli anni Novanta) [Cds 24/10/2013].
• Per quarant’anni, e sino alla fine, compagno di Marina Bonfigli, nella vita e in scena.