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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Giuseppe Bonaviri

Mineo (Catania) 11 luglio 1924 – Frosinone 21 marzo 2009. Cardiologo. Scrittore. «Una volta mia madre mi aveva mandato a comprare dell’aceto fra i vicoli oscuri delle ultime case del quartiere di Santa Maria in cui abitavamo; al ritorno lei, sentendomi parlare e non vedendomi, mi aveva detto: o figlio, ti ha risucchiato il buio dato che non riesco a vederti?».
• Primo dei cinque figli del sarto Nanè e della casalinga Giuseppina Casaccio (ultima di 24 fratelli), fece gli studi superiori e l’università a Catania, il servizio militare come ufficiale-medico nel Piemonte monferrino di Casale, poi esercitò a lungo la professione come cardiologo nella Ciociaria di Sora e Frosinone. Autore di una cinquantina di opere, dall’esordio einaudiano del 1954 con Il sarto della stradalunga (replicato dieci anni dopo con Il fiume di pietra) alle “fiabe folli”, E il verde ramo oscillò, scritte con la figlia psichiatra e pubblicate da Piero Manni, «è un autore di continuità, nel senso che la sua opera non presenta tagli netti e forti cesure. Proprio a proposito del Sarto, fu Italo Calvino a scrivere subito con convinzione a Elio Vittorini, il 19 febbraio 1952: “È tutto scritto bene, con una continua inventiva di linguaggio e di spirito”. L’opera “intera” di Bonaviri mira ad esprimere un mondo popolare e arcaico, fatto di formulari, filastrocche, cantilene, dialettismi, neologismi, cultismi, conciliando in una sorta di unità eterodossa e favolosa elementi disparati di civiltà. Ma più di tutto mira a sgranare un linguaggio che impasta l’ingenuità nativa e persino selvaggia con scelte di derivazione alta e preziosa» (Giovanni Tesio).
• «Imprevedibile, raffinato, fantastico, ironico, surreale e insieme realistico e consapevole del male di vivere in un suo modo personalissimo che mescola immaginazione e biologia, letteratura e scienza, paese natale e spazi profondi dell’universo. Più volte candidato al Nobel» (Laura Lilli).
• «Ho raccolto le poche poesie vergate da mio padre sul retro degli avvisi delle tasse che doveva pagare e le ho fatte stampare con il titolo L’Arcano; una copia si trova nella biblioteca nazionale di Roma nella zona detta dei Pretoriani».
• Italo Calvino in una lettera a Bonaviri sul suo romanzo Notti sull’altura: «Mi piacerebbe che il libro uscisse da Einaudi e non da Rizzoli, ma non so dirti se, tra i colleghi che hanno autorità sulle collane Einaudi, troverò un lettore congeniale. Coralli e Supercoralli sono sempre più collane che devono tener conto della vendita (cioè o autori già molto “lanciati” o libri più facili) e il tuo non è certo facile...».
• Chiosò così la sua Autobiografia in do minore. Racconto di scoordinata sopravvivenza: «E prima o poi andrò a fare in culo, sperando che qualcosa di immateriale (ma esiste l’immaterialità?) mi sopravviva. Della sopravvivenza dei miei libri, non mi interessa, né mi interesserà una minchia».