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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Cini Boeri

• (Maria Cristina Mariani Dameno) Milano 19 giugno 1924. Architetto. Suoi il divano Strips e l’allestimento del Museo del Tesoro del Duomo di Monza. «Il design non ha sesso».
• Studio bianchissimo a due passi da Sant’Ambrogio a Milano, tre figli. «Certo, quando io ho cominciato a fare questo lavoro, le cose erano diverse, si pensava più alla bellezza che non a fare soldi. Quindi le donne si incontravano con imprenditori, diciamo, più illuminati».
• Esordio nello studio di Marco Zanuso «lì ho capito che il design non è arte tout court, ma è funzionalità, praticità. Una sedia veniva fatta per permettere a qualcuno di sedersi bene. Ero piena di idee: il serpentone per la Arflex, per esempio, il divano tagliabile, da vendere a pezzi. Trovavo sempre investitori pronti a scommetterci. Ma sia chiaro: in testa non avevo l’arte. Avevo il concetto di rendere più comoda la vita alle persone. Oggi mi sembra che ci sia una maggiore attenzione al prodotto inteso come fonte di profitto, più che oggetto fatto per migliorare la vita. Mi giro e vedo stravaganze. Belle, per carità, divertenti. Ma questo non è design, è un’altra cosa. Secondo me abbiamo perso il senso di questo mestiere. Che senso ha fare un tavolo dalla linea innovativa quando poi non riusciamo ad appoggiarci le braccia? Oggi l’oggetto è fine a se stesso. Le cose hanno preso il sopravvento sulle persone, vivono di vita propria» (a Roberta Scorranese). (a cura di Lauretta Colonnelli)
• Nel 2011 ha vinto il Compasso d’oro alla carriera.
• Cini, «una giovane sfollata che aiutava i ribelli accendendo falò per indicare agli aerei americani dove sganciare paracaduti carichi di armi. Con uno di questi, di un bel colore rosso, Cini si fece un abito. Meglio di Rossella O’Hara, che s’era accontentata di un paio di tende. Un vero personaggio “la Cini”: la madre era maestra, il padre fabbriciere (ossia amministratore) della Basilica di Sant’Ambrogio. Ma non era il suo genitore naturale: il padre biologico era un avvocato. Non ne ha mai fatto mistero e lo ha raccontato nel libro Cini Boeri, architetto e designer (Silvana Editoriale): “Questo secondo padre, la cui vera identità ho conosciuto solo nell’adolescenza (…) rappresentò per me sempre un grande turbamento”. Outing ammirevole per una donna di 82 anni. Ma Maria Cristina (questo il vero nome) è sempre stata un’apripista. Il giorno in cui discusse la tesi fuori dal Politecnico l’aspettava il primogenito Sandro, in carrozzina. Poi divenne, con Gae Aulenti, l’unica architetto donna di fama internazionale della sua generazione» (Elisabetta Burba) [Panorama 29/6/2006].