Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Antonio Boccia

• Potenza 9 agosto 1944. Politico. Già presidente della giunta regionale della Basilicata (1990-1995), nel 1996 e nel 2001 fu eletto alla Camera (Ulivo), nel 2006 al Senato (prima Margherita poi Partito Democratico). È stato Vicepresidente della Giunta delle elezioni e dell’immunità parlamentari dal 6 giugno 2006 al 28 aprile 2008.
• Figlio di un imprenditore delle calzature, è stato direttore dell’Unione commercianti, insegnante di educazione fisica, funzionario regionale, adesso è «il “mago del cavillo” o, come ama definirlo il collega di partito Ermete Realacci perché “in aula è una bestia”, l’Aiace Telamonio della Margherita. Ma Antonio Boccia, più che il valoroso guerriero che si fece onore nella guerra di Troia, si sente “un uomo di servizio”, tutto rigore e passione. E pazienza se la moglie, che gli ha dato tre figli, di politica non vuol saperne. Ha tre chiodi fissi: il Mezzogiorno (il soprannome di cui va più fiero è “il leghista del Sud”), i bilanci dello Stato e i regolamenti, di cui conosce a menadito misteri e trabocchetti. Come segretario d’Aula è una creatura di Beniamino Andreatta e Sergio Mattarella, che quando c’era ancora il Ppi, scelsero per lui il ruolo “riduttivo e fastidioso” del deputato che entra per primo ed esce per ultimo, quello cui tocca dar filo da torcere alla maggioranza con la formula di rito “Presidente, per un richiamo al regolamento...”. Negli anni si è conquistato, così dice, l’affetto e la stima di tutti i colleghi compresi gli avversari politici» [Corriere della Sera].
• Durante il Prodi II è stato segretario d’aula al Senato, incaricato di blindare le presenze dei senatori di centrosinistra: nell’ottobre 2007 andò a riprendere la senatrice a vita Rita Levi Montalcini alla toilette per ottenere i voti necessari all’approvazione di un emendamento alla Legge Finanziaria. «Annusa come un cane San Bernardo ogni anfratto del Palazzo alla ricerca dei corpi dispersi, momentaneamente evasi dalla noia dell’aula e li riconduce alla ragione e al potere del pulsante, rosso e verde» (Antonello Caporale).