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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Marco Boato

• Venezia 27 luglio 1944. Politico. Docente universitario. Ex Lotta continua e Dp, nel 1979 e 1983 fu eletto deputato con il Partito radicale, nell’87 senatore con il gruppo Federalista Europeo, nel 1992 deputato con i Verdi, nel 1996 deputato con l’Ulivo (relatore alla Commissione Bicamerale sulla riforma della giustizia), nel 2001 deputato con il Girasole (firmò la legge per la distruzione delle intercettazioni riguardanti i parlamentari, bocciata dalla Consulta nel 2007), nel 2006 deputato con i Verdi (Segretario di Presidenza), nel 2008 non fu ricandidato («Prc mi ha messo il veto e, in nome del rinnovamento, ha proposto Lidia Menapace, 85 anni»). Al congresso di luglio, candidato alla guida dei Verdi, è stato sconfitto da Grazia Francescato.
• «Madre cattolica, papà laico, entrambi iscritti al Partito d’Azione. Arriva a Trento nel 1963, dove fonda il Gruppo democratico Intesa universitaria triestina, di cui fa parte anche Renato Curcio. È una strana figura di contestatore: veste in giacca e cravatta e va ogni giorno a messa (è un ex chierichetto). “Era potentemente cattolico”. Partecipa a tutte le maggiori occupazioni avvenute in Facoltà, dal 1966 al 1968. Intervistato dalla Rai nel 1968 dirà: “Il nostro obiettivo è esportare la rivoluzione nelle fabbriche”» (Diario).
• «Il movimento studentesco fu un movimento di modernizzazione ed ebbe un impatto molto forte sulle strutture sociali e le gerarchie ecclesiali. La Chiesa subì dei contraccolpi sperimentando un’emorragia di sacerdoti e la riduzione degli ingressi in seminario. Per molti di noi fu anche un momento di crisi personale, perché era difficile conciliare la dimensione della fede con quella politica. E molti scelsero di allontanarsi dalla fede. Da cattolico praticante non ho vissuto quegli anni in modo traumatico, anzi furono anni di grande arricchimento sia sul piano politico che religioso».• Mario Monti raccontò all’Espresso del suo primo incarico universitario alla facoltà di Sociologia di Trento, nel 1969, quando incontrò Boato: «Ero un docente e mi comportavo come tale. Capo del movimento era Marco Boato e ricordo che il primo giorno lui e altri leader studenteschi, che davano del tu ai docenti, dissero quasi incidentalmente: “Ah, naturalmente faremo l’esame politico a ognuno di voi”. Quella notte non ho mica dormito» (Stefania Rossini) [l’Espresso 30/5/2005].
• «È sempre stato un grande oratore, fin dai cortei degli anni Settanta; fu lui, tanto per capirci, a esser spedito a tirare le fila conclusive della tre giorni di convegno sulla repressione (dove nulla ormai poteva esser ridotto a unità) che a Bologna, nel 77, segnava la fine di una stagione, preannunciando il riflusso. E fu scelto per una ragione semplice: era uno dei più bravi a parlare, ma anche uno che, cattolico e lontanissimo da qualsiasi tentazione violenta, non se la faceva sotto dalla paura considerando che in sala c’era gente - come si saprà ufficialmente poi - con la P38 dentro lo spolverino» (Jacopo Jacoboni).
• «Da radicale, partecipò al famoso ostruzionismo contro il fermo di polizia e detiene il record del più lungo discorso della storia parlamentare italiana. “Mondiale. Un giorno parlai 16 ore, il giorno dopo 18,5. Lo feci, come imponeva il regolamento, stando in piedi, senza potermi appoggiare, senza leggere e senza interruzioni per bisogni fisiologici”» (a Giancarlo Perna).
• Ha scritto un libro (Il 68 è morto, viva il 68 - Bertani 1979), fondato Lotta Continua con Sofri, Pietrostefani e Rostagno («Sofri è tuttora agli arresti. Langer si è suicidato. Rostagno è stato assassinato dalla mafia. Per essere una lobby potente, non c’è male»), «finito da un pezzo di curarsi dei parchi, della difesa del suolo e dell’inquinamento acustico: suoi cavalli di battaglia in gioventù. Ora passa per l’esperto di giustizia-giusta, fa il super-garantista, si batte per la riduzione dei poteri dei pm e partecipa alle feste dell’Unità reclamando la grazia per Adriano Sofri» (Guido Quaranta).
• Sposato con una luterana («ma è una santa»).