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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Aldo Biscardi

Larino (Campobasso) 26 novembre 1930 - Roma 8 ottobre 2017. Giornalista sportivo, conduttore de Il processo del lunedì, poi Il processo di Biscardi.
• Inizia nel 1949 sostituendo il fratello Luigi (senatore del centrosinistra dal ’96 al 2001), allora corrispondente della Gazzetta dello Sport ma costretto a lasciare per trasferirsi a Mantova dopo aver vinto il concorso come archivista di Stato. Dal ’51 è collaboratore fisso di Paese Sera: «Studiavo a Napoli ma avrei dovuto fare l’avvocato a Larino dove non c’era niente e passavo il tempo rubando i fichi ai contadini. Mi presentai alla redazione di Paese Sera e mi fecero scrivere un pezzo. Assunto subito, il giorno dopo». Nel ’56 è promosso capo dello sport al posto di Antonio Ghirelli, dimessosi dopo i fatti d’Ungheria. Nel 1979 il passaggio in quota Pci alla nascente RaiTre come responsabile dello sport. Nel 1980 parte il Processo, condotto nella sua prima edizione da Enrico Ameri, che sempre ne rivendicò la paternità. Il titolo della trasmissione deriva da un giudizio espresso da Gianni Rodari, secondo cui Biscardi parlava di calcio «come se si trovasse a un processo». La formula è quasi subito quella di sempre (il tema-calcio affrontato con foga e argomenti da discussione al bar), allora inedita ma destinata a fare scuola. Passato a Telepiù dopo l’addio a Raitre del direttore Angelo Guglielmi, e dal ’96 a Telemontecarlo (poi La7), di cui diventa direttore per lo sport.
• Nel maggio 2006 la proprietà della rete (Telecom, Marco Tronchetti Provera) sospende lui e la trasmissione in seguito allo scoppio di Calciopoli e alla pubblicazione di intercettazioni relative a diverse telefonate con Luciano Moggi e di questi con l’arbitro Fabio Baldas, che al Processo cura la moviola e si mostra succube alle richieste del dirigente juventino. Gli viene concesso di realizzare due puntate in sua difesa e la seconda segna il record di rete con il 6,8 per cento di share. La stagione successiva passa al circuito 7 Gold, per poi trasferirsi, dal 2013, su T9.
• Con il Processo, è entrato nel Guinness dei primati per il “più lungo programma tv sportivo attualmente in onda con lo stesso presentatore”, giunto alla 36ª edizione nella stagione 2015-2016. «Su Internet basta un clic e il motore di ricerca Google santifica il suo successo. Batte anche la storia: Processo di Biscardi 66 mila 600 pagine, Processo di Norimberga 54 mila 700» (Giovanni Cerruti).• «In tutti questi anni ho saltato un solo lunedì, un giorno dell’82 in cui morì mia mamma. Per il resto sempre presente».• Agli inizi, in Rai, gli consigliarono un corso di dizione: «Rifiutai, non volevo snaturarmi».
• «Nel processo dei primi anni c’era anche Carmelo Bene. Con Vera Slepoj parlammo dell’opportunità che i calciatori facessero sesso prima della partita. Lei si disse contraria e Carmelo la aggredì: “Scusa Slepoj, ma che ne sai? Scopi con loro?”».• Celebre soprattutto per le sue “frasi matte” (Stefano Bartezzaghi), nonsense involontari come «Non ci sarà più un duello a due», «Dove giocherà Roberto Baggio l’anno scorso?», «Sulla moviola in campo ci appoggiano tutti! Dalla federazione francese ci ha telefonato anche Platinette»; «Cerchiamo di non provocare scintille polemiche, altrimenti si sollevano polveroni che intorbidano le acque»; «Non vi accavallate, parlate al massimo due alla volta».
• Secondo Aldo Grasso «ha creato uno stile, originato imitatori, imposto un modo di concepire lo sport, dato vita a un indotto rigonfio di insperati e generosi gettoni di presenza». Michele Serra lo ricorda cavia ideale per le sue prime parodie, sia per il linguaggio che per la fragile sintassi: «Bastava calcare (ma neanche troppo) sui tratti già quasi autoparodistici del lessico biscardiano, gonfio di retorica superlativa e sovraccarico di enfasi complimentosa. Per Biscardi ogni ospite era graditissimo, ogni intervista straordinaria, ogni sponsor amicissimo, ogni dichiarazione importantissima». Esempio (di Serra): «Nella cornice straordinaria dell’Hotel Mariuccia di Frosinone, in collegamento diretto concesso grazie al nostro amico sbonzor, ospiti senza precedenti, nell’intenzione cordiale del momento, sportivamente rinnovando il plauso sempre convinto, pur nella diversità delle opinioni, felicemente insieme».
• Storpiature: «Il grandissimo giocatore della Fiorentina Manuel Rui Crosta»; «La mia vita è tutto uno sguub»; «A nome di tutta l’umanità mi auguro che venga catturato, magari anche durante il Brogesso, quell’assassino di Bid Labben»; «Ci vuole la moviola in gamboo!».
• Due figli: Maurizio e Antonella.
• «Ho avuto quasi 40 vallette: non mi hanno mai sorpreso con nessuna di loro».
• Nel 2010 ha pubblicato Se non c’ero io (Mondadori), raccolta di gaffes e biscardismi.• Silvio Berlusconi ha più volte telefonato al Processo in diretta: nel 1993, memorabile uno sfogo di 20 minuti contro “i nipotini di Stalin” di Raitre.
• Collezionista di reliquie, autore di una biografia del Papa Woityla, «l’unica autorizzata, un vero miracolo».