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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Daria Bignardi

• Ferrara 14 febbraio 1961. Conduttrice tv. Scrittrice. Dal 18 febbraio 2016 direttrice di Raitre. «Quando qualcuno mi dice che sono antipatica, lo prendo come un complimento».
• «Mia madre faceva la maestra, mio padre il rappresentante. Ferrara mi stava molto stretta, era deprimente e nociva».
• Liceo classico al Ludovico Ariosto (lo stesso di Vittorio Sgarbi), Università a Bologna, al Dams: «Io ero una ribelle. Quello era il posto dei finti alternativi, tutti ragazzotti con gli anfibi da 250.000 lire, il chiodo da 600 mila e l’appartamento pagato da mamma e papà». Genitori molto anziani e di destra, ha detto che era «in quella certa onda, new wave, punk, ero un’arrabbiata». A 22 anni perse il padre. «Ero legatissima a lui. Quando succede una cosa del genere sei costretta ad avere rispetto per la vita. Se no ti spari». Andò a Londra per qualche mese: «Facevo la commessa e imparavo l’inglese. Tornata in Italia ho trovato un lavoro come account executive. Pubblicità. Alla Tbwa, a Milano. Quattro anni di spot. Orrore. Andavamo alla Scottex, quelli della carta igienica. Incubo surreale: direttore marketing, product manager, quattro assistenti e io, l’ultima ruota del carro, 20 persone laureate che parlavano del modo in cui si può piegare la carta igienica. Ero una grande lavoratrice, però volevo fare la giornalista».
• Giornalista professionista dal 1992, dopo il praticantato a Chorus collaborò con Panorama e Anna. Dal 1991 al 1993 nella redazione di Milano Italia (Raitre, con Gad Lerner, poi con Gianni Riotta), prima apparizione in video nel 1994 nel programma culturale Punto e a Capo (Raidue) di Arnaldo Bagnasco. Nel 1995 condusse A Tutto Volume (Canale 5), nel 1996 e nel 1997 il talk show culturale Corto Circuito (Canale 5), dal 1998 al 1999 il talk show di costume Tempi Moderni (Italiauno), dal 2000 al 2001 la prima e la seconda edizione del Grande Fratello (Canale 5), dal settembre 2002 al febbraio 2005 diresse il mensile Donna di Hachette. Ha condotto Le invasioni barbariche su La7 dal 2005 al 2008 e dal 2010 al 2015, in mezzo una stagione su Raidue con L’era glaciale.
• «Il primo Grande Fratello avrebbe avuto successo chiunque l’avesse condotto. Ma non è neanche stato facilissimo (…) Mi sono sforzata di sentirmi in colpa per averlo inaugurato, ma non ci riesco» [Chi 26/5/2010].
• «Ha esordito con Gad Lerner, Gianni Riotta e Giordano Bruno Guerri. Ha gestito il Grande Fratello che radunava decine di milioni di italiani. Ha fregato quel ruolo a Canale5 a Catherine Spaak, Elisabetta Gardini, Cristina Parodi e Cesare Buonamici, ma detesta che sia associata con insistenza al Grande Fratello. Ha litigato – e fu divertente – con Barbara D’Urso, che proprio il Grande Fratello ha consacrato. Ha accettato la censura di Viale Mazzini contro Beatrice Borromeo e Vauro che parlavano di Silvio Berlusconi, ma s’è lamentata proprio di censura quando ancora Viale Mazzini ha posticipato la messa in onda di una puntata con Morgan che ragionava sul Cavaliere e la loggia P2. Ha ricevuto una lezione da Renato Brunetta, perché storpiava in “Brandolini” il nome di Giacomo Brodolini: “Non sono cose che contano”. E l’ex ministro inferocito: “Ha detto una bestemmia.
Brodolini è il padre dello Statuto dei lavoratori, morto di cancro mentre faceva approvare una legge fondamentale”. La replica: “Lei è antipatico”. Poi s’è giustificata male: “Se fossi stata Enrico Mentana, nessuno si sarebbe stupito”. Ha provocato Alessandro Di Battista, interrogato sul padre: “È fascista, cosa si prova?”» (Carlo Tecce) [Fat 18/2/2016].
• Nel 2013 intervistò alle Invasioni barbariche Mario Monti: «Paventando la sua non esplosiva televisività, cercai di farmi venire un’idea per movimentare l’intervista. Sottoposi Monti a una prova di umanità, in diretta, ficcandogli in braccio il maltese. Non ne sapeva niente, ma reagì, inaspettatamente, con un eccesso di zoofilia: decidendo di adottare il cagnetto e ribattezzandolo Empy, da empatia, quella che lo avevo accusato di non possedere».
• Ha vinto il Premiolino 2006 e il Telegatto 2007.
• Collabora con Vanity Fair dal 2005.
• Cinque romanzi, tutti pubblicati da Mondadori: Non vi lascerò orfani (autobiografico, 2009), Un karma pesante (2010), L’acustica perfetta (2012), L’amore che ti meriti (2014), Santa degli impossibili (2015).
• I tascabili grigi della Bur dei classici russi e francesi nella libreria della madre sono il suo primo ricordo culturale, Festa mobile di Hemingway e la Parigi degli anni Venti sono il libro e il luogo dove vorrebbe abitare.
• «Quando ero piccola per classificare i libri gli davo i bacini: se mi piaceva tre bacini, se mi piaceva poco un solo bacino» (a Victoria Cabello).
• Non sopporta le paginate dei quotidiani dedicate all’antica Roma o ad autori obsoleti. Ama la parola misericordia [D – Rep 19/1/2013].
• Musica: «La sua biografia in una playlist? Comincia con Fabrizio De Andrè, passa per i Talking Heads e arriva a Vasco Brondi. E un brano per il funerale? Eye in the sky di Alan Parsons Project».
• Sul sesso dice di aver imparato tutto dai libri di Moravia, verso i dodici anni.
• Sposata con Luca Sofri, hanno una figlia, Emilia. Un altro figlio, Ludovico, dal matrimonio con Nicola Manzoni, insegnante di filosofia.
• «All’amore e alle emozioni ho ceduto dopo i 40 anni […] Anche Luca è un uomo integro, razionale, lucido. Però tra di noi c’è qualcosa di incandescente che ci fa litigare tantissimo e un territorio di attrazione misterioso: e deve essere lì intorno che sta l’amore. […] Lo so, è poco romantico, ma da quando avevo 25 anni per prima cosa di un uomo ho sempre cercato di capire se poteva essere un buon padre. Si dovrebbe fare il contrario vero?» (ad Alessandra Di Pietro) [Gioia 6/12/2012].
Critica «La Bignardi vorrebbe essere Fabio Fazio, ma essendo la Bignardi è costretta a prendersi, una settimana dopo, gli stessi ospiti di Fazio» (Luigi Mascheroni) [Grn 29/1/2012].
• «Bignardi vuol dire mille mondi milanesi, stretta amicizia con Campo Dall’Orto (che la sostenne fortemente, e la formò, da direttore de La7), un’idea di tv che incarna un modello non certo nato alla Rai» (Paolo Conti) [Cds 18/2].
Vizi «Non vivo senza acqua minerale. Se c’è quella del rubinetto piuttosto non bevo. Voglio solo un certo tipo di acqua, mi sono fissata sul residuo fisso».
• Sa cucinare l’arrosto, le patate, la pasta, il ragù. «D’estate preparo il pesce ogni giorno in modo diverso».