Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Maurice Bignami

• Neuilly sur Seine (Francia) 9 marzo 1951. Ex terrorista. Fu condannato a trent’anni per avere capitanato fra il 1979 e l’81 Prima linea, formazione armata sanguinosissima nata a Firenze nel 76 da spezzoni di Lotta continua, Potere operaio e Autonomia milanese (sciolta in carcere fra l’82 e l’83). Adesso dirige una casa famiglia per anziani gestita dalla Caritas di Roma (Il Foglio: «Lo tirò fuori dalla galera, insieme a tanti altri, don Luigi Di Liegro»).
• Figlio unico di Torquato, militante comunista rifugiatosi oltralpe assieme alla moglie Vittoria Ferriani, trascorre l’infanzia a Courbevoie, nella prima cintura periferica parigina («È lì dove nacque Céline, e già questo dà l’idea di che posto allegro sia»). Nel ’64 si trasferì a Bologna. Imparò l’italiano grazie al cinema («Conoscevo su per giù tre parole in croce, tipo pizza, mamma e señorita. Fu il cinema a sdoganarmi. Passai tutta l’estate del ’64 in galleria»).
• Nel 1979, Prima linea: «(…) mi buttai a capofitto in una lotta tragica e disperata, che alcuni paraculi, per quell’ironia della sorte di cui sembra non si possa mai fare a meno, paragonarono alla sciagurata e funesta avventura dei ragazzi di Salò. E per certi versi e a dispetto della slealtà dei malintenzionati, c’era anche lì una dose di verità, ché le buone intenzioni non guardano in faccia a niente e a nessuno. Attraversai in Prima Linea gli anni peggiori della lotta armata, condividendone tutti i furori e le crudeltà, le illusioni e gli inganni, e anche i legami di amore e di maschia fedeltà. Non c’è nulla che sappia esaltare il valore e sua sorella la tracotanza come gli ultimi bagliori di una causa sbagliata» [mauricebignami.it].
• «A seconda delle occasioni, ero l’odioso cattolico integralista, lo spietato liberista, l’ignobile filoamericano e, orrore, l’amico dei Sionisti, definizione talmente fosca da non avere bisogno di ulteriori aggettivazioni. I miei argomenti stavano sulle palle a tutti, a destra e a sinistra».
• « Grazie all’incontro con una suora, ha capito che “la vera rivoluzione è Cristo”» (Paolo Di Stefano) [Cds 2/9/2010].