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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Giacomo Biffi

• Milano 13 giugno 1928. Cardinale (creato nell’85 da Giovanni Paolo II).
• «Un cardinale che non gioca a bocce o non si affaccia mai a contemplare la luna, non scrive filastrocche per i bambini della scuola materna o non alleva canarini, ma compie solo quello che in ogni caso gli verrà attribuito dalle biografie ufficiali, è più pericoloso per la cristianità di un eresiarca» (quand’era parroco a Milano).
• Dopo aver insegnato Teologia dogmatica nei seminari milanesi, prestò servizio in alcune parrocchie della diocesi ambrosiana fino al 1975, quando fu nominato ausiliare dell’arcivescovo Giovanni Colombo. Promosso arcivescovo di Bologna nell’84, vi restò fino alla fine del 2003.
• «È un illuminato conservatore progressista ben consapevole dell’apparente contraddizione di questa sintesi» (Giulio Andreotti).
• «Pastore dalla predicazione forte, possente, spesso controcorrente, bollato dai critici come “reazionario”, esaltato dai seguaci come “un pilastro della certezza della fede”» (Francesco Alberti).
• «Nel 1985 in Italia circolava una leggenda: il paradiso emiliano. Aspiranti studenti fuorisede, registi cinematografici romani, meridionali nemici del meridione, giornalisti con poche idee e tante pagine da riempire, tutti favoleggiavano di una Shangri-La tra le pianure. Il mito si basava su dati reali (alti redditi, forti consumi, servizi più efficienti che altrove) irrealisticamente interpretati, come se di solo pane (o automobili, discoteche, asili comunali…) potesse vivere l’uomo. Biffi, fresco arcivescovo di Bologna, scorrendo le tabelle dell’Istat scoprì che la regione Emilia-Romagna primeggiava anche per aborti, denatalità, suicidi. Conversando con dei giornalisti coniò quindi l’epocale coppia di aggettivi: “Emilia sazia e disperata”. La frase ebbe enorme successo e fu anche profetica siccome una ricchezza senz’anima e senza prole non poteva avere altro esito che il presente abbandono delle città, dei centri storici emiliani, nelle mani degli alieni, dei criminali, dei pisciatori nei portici, con i benestanti asserragliati nelle ville in collina» (Camillo Langone).
• «Il cardinale della destra divina è Giacomo Biffi » (Camillo Langone, autore del libro La destra divina).
• «Il suo stile, le sue provocazioni consapevoli, insofferenti per la melassa politicamente corretta sono del resto il sale della sua gran passione per le battaglie culturali, per la storia e la letteratura italiane, i tratti che ne hanno fatto un uomo di chiesa assai fuori dagli schemi tradizionali: un cardinale umanista, poco curiale e ancor meno clericale, innamorato dei buoni libri come i cardinali d’altri tempi. Insofferente soprattutto delle parole che non sanno più di niente, che hanno perso per strada il contenuto» (Maurizio Crippa).
• A più riprese ha affrontato il Pinocchio di Carlo Collodi (Contro mastro Ciliegia, Jaca Book, 1977; Pinocchio e la questione italiana, Piemme, 1990; Pinocchio, Peppone, l’Anticristo e altre divagazioni, Cantagalli, 2005) rileggendolo in chiave cristiana, antiilluminista e antirisorgimentale.
• Durante la quaresima del 2007, predicando gli esercizi spirituali a papa Benedetto XVI e agli uomini della curia romana, citò il filosofo russo Vladimir Solovëv – «Oggi l’Anticristo presenta se stesso come un pacifista, un ecologista e un eccellente ecumenista» – scatenando reazioni polemiche. Michele Serra: «Il suo Anticristo è un riassuntino quasi parodistico dell’avversario politico, è un Anticristo di sinistra, diciamo un’evoluzione di Peppone. Avesse davvero letto Giovanni Guareschi (come dice di avere fatto: ma io non ci credo), il cardinale saprebbe che il compagno Peppone era l’alter-ego di don Camillo. E il Male era incarnato dagli affaristi venuti dalla città».
• «Sarebbe stato un grande giornalista. Ha una splendida penna, mostra un tempismo perfetto e usa immagini potenti. Giuliano Ferrara ed altri entusiastici teo-con gli riconoscono pure una notevole capacità di cogliere al volo i valori in gioco. Ma questo è già più arbitrario e impegnativo da cogliere. Di sicuro si può convenire sul fatto che il cardinale ha un certo gusto per le provocazioni» (Filippo Ceccarelli).
• «Noi non rimproveriamo alla società trasgressiva di mirare al godimento e al benessere; le rimproveriamo piuttosto di non riuscirci, perché se si gode senza significato alcuno non si gode affatto, e un benessere che non si accompagni con la proposta di qualche ideale plausibile alla fine si tramuta in malessere».
• Nel 1999, dopo le sue dichiarazioni sul bisogno di «salvaguardare la fisionomia propria della nazione», fu denunciato da don Vitaliano della Scala per istigazione all’odio razziale.
• Nel 2007 pubblicò Memorie e digressioni di un italiano cardinale (Cantagalli). Nel 2010 L’eredità di Santa Clelia (Edizioni Studio Domenicano).
• «Il Risorgimento? Un termine ingannevole, che potrebbe far pensare a una penisola morta prima di Garibaldi. I lamenti contro la Controriforma del nostro maggiore storico della letteratura dell’ Ottocento, Francesco De Sanctis, ministro e patriota? Nient’altro che propaganda menzognera. L’ Italia una e indivisibile? Provate a pensare quanto grande fu il contributo culturale degli staterelli preunitari, dove fiorivano un sapere universale e una mentalità ecumenica che è sempre stata la cifra della nostra civiltà. Del resto, Fëdor Dostoevskij non aveva previsto che con l’ unificazione l’ Italia sarebbe diventata ‘un regno di second’ordine’? Ecco in pillole il pensiero di un italiano cardinale sui centocinquant’anni dell’ unità d’Italia ». (Dino Messina) [CdS 11/2/2011].
• «Sono impressionato dalla cultura teologica di Bossi. Ha detto che Dio è federalista, perché c’è il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. In 2000 anni, nessuno era arrivato a questo». (a Gian Antonio Stella) [Cds 21/3/2011].
• Dopo l’elezione di Papa Francesco: «L’ideale della povertà è un nobile sentimento che piace soprattutto a chi è nato ricco. Gesù vestiva bene, come un notabile israelita, e frequentava anche i ricchi» (Maurizio Crippa) [Il Foglio 25/3/2013].
• A proposito del Paradiso:«Non saremo come acciughe in un barile».
• «Gesù talvolta è un pretesto per parlare d’altro».
• Tifa Inter, è un fan dell’Ispettore Derrick.