28 maggio 2012
Tags : Enzo Bianchi
Biografia di Enzo Bianchi
• Castel Boglione (Asti) 3 marzo 1943. Biblista. «Mattone su mattone», ha costruito tra il 1965 e il 1968 la comunità di Bose sulle colline del biellese, di cui oggi è priore. «Allora ero studente a Torino di Economia e Commercio, ma ammiravo profondamente certi laici di grande fede come Giorgio La Pira. Capitai per caso a Bose: c’era una piccola chiesa con intorno delle case diroccate, abbandonate nel vento...». Tre anni dopo lo raggiunsero i primi compagni, attualmente sono un’ottantina di sei nazionalità diverse. Ha raccontato ad Antonio Gnoli: «In casa pensavano fossi un matto. Mio padre sentenziò che ogni famiglia è afflitta da un deficiente e che io indiscutibilmente lo ero. Ci fu rottura». Ha pubblicato numerosi libri (molti dei quali presso l’editrice della comunità, Qiqajon), tradotti in più lingue, in cui esprime una spiritualità che si rifà alle fonti bibliche e alla grande tradizione ecclesiale ma conciliante con il mondo attuale. Membro della redazione della rivista internazionale Concilium, ha diretto per quindici anni, fino al 2005, la rivista biblica Parola, Spirito e Vita. Tra i suoi libri: Non siamo migliori (Qiqajon, 2002), Cristiani nella società (Rizzoli, 2003), La differenza cristiana (Einaudi, 2006), Ascoltare la parola (Qiqajon, 2008), Il pane di ieri (Einaudi, 2008), Ogni cosa alla sua stagione (Einaudi, 2010), Le tentazioni di Gesù Cristo (San Paolo, 2012), Fede e fiducia (Einaudi, 2013).
• «Bianchi è critico radicale di quella che egli chiama l’“epoca costantiniana” della Chiesa, durata dal IV secolo fino alla seconda metà del XX e oggi prolungata, a suo giudizio, in quel nuovo peccato storico che è la “religione civile” a sostegno dei moderni imperatori» (Sandro Magister).
• «Il mondo non è più cristiano. Non siamo più in una cristianità in cui possiamo dettare la legge. E le nostre norme etiche non diventano automaticamente diritto. La società e la sua cultura dominante sono ormai lontane dal cristianesimo, ma i cristiani dovrebbero ricordarsi che hanno uno strumento formidabile per testimoniare i valori ispirati dal vangelo e custoditi dalla Chiesa: la loro stessa condotta di vita».
• Scrive su Stampa, Avvenire, Famiglia Cristiana, e sul quotidiano cattolico francese La Croix. Spesso ospite di Gad Lerner a L’infedele.• «Se non avessi ore e ore di silenzio, sarei incapace di parlare e di scrivere».
• In occasione del suo settantesimo compleanno la Einaudi ha pubblicato La sapienza del cuore. Omaggio a Enzo Bianchi (2013), «un volume impressionante di omaggi, di saluti e di lodi francamente iperboliche redatte senza battere ciglio da intellettuali di solito caratterizzati dall’autocontrollo riflessivo, dallo scetticismo, dall’agnosticismo religioso, dall’ateismo dichiarato e dall’impegno militante contro ogni chiesa e ogni fede. Di solito, ho detto. Ma di fronte a Enzo Bianchi questi stessi intellettuali perdono misteriosamente ogni ritegno e senso delle proporzioni trasmettendo l’idea, la certezza che il priore di Bose è un incomparabile genio della spiritualità, un faro del cristianesimo, un maestro di vita e di pensiero imprescindibile per tutti e infine un vero amico di chiunque» (Alfonso Berardinelli) [Il Foglio 11/7/2013].
• È appassionato di cucina: «Mia nonna era una cuoca francese, venne in Italia e sposò mio nonno, un panettiere. In casa c’è sempre stato il culto per la cucina» (ad Antonio Gnoli) [Rep. 28/7/2013].