28 maggio 2012
Tags : Lilli Bertone
Biografia di Lilli Bertone
• (Ermelinda Cortese) Alessandria 1935. Imprenditore. Vedova di Nuccio (Torino 4 luglio 1914-26 febbraio 1997), geniale e creativo carrozziere inventore di modelli entrati nel mito come l’Alfa Romeo 2600 Sprint o le due Ferrari 250 GT.
• Condannata nel 2013 insieme alla figlia Barbara per il crac dell’azienda di famiglia «"Ha portato l’azienda al tracollo, ha continuato a mantenerla in vita senza alcun piano industriale". Con una sentenza di oltre 130 pagine, il neonato "tribunale delle imprese" (presieduto dal giudice Umberto Scotti) ha dunque condannato Emelinda Cortese Bertone detta Lilli, a ripagare la Carrozzeria Bertone sborsando 7 milioni 538 mila euro, di cui 4 milioni e 936 mila euro in solido con la figlia. Si conclude così il percorso giudiziario di una delle storiche carrozzerie torinesi, entrata in crisi nel 2006 e arrivata a un passo dal chiudere per sempre. Oggi la fabbrica di Grugliasco che produceva i modelli ideati da Nuccio Bertone è di proprietà Fiat, che l’ha trasformata nelle Officine Maserati» (Sarah Martinenghi) [Rep 5/4/2013]. Lei: «Se riesco continuo a portare avanti l’azienda. Voglio farlo perché la mia vita è quella. (…)Tanti si sono presentati per rilevare l’azienda. E tanti però erano offerenti farlocchi, interessati solo al marchio. Quello però non è in vendita, così come il museo. Ci tenevo così tanto a quelle novanta vetture che le ho ricomprate all’asta. È stata una dimostrazione di affetto che voglio continuare a dare» [a Stefano Parola, Rep 4/7/2014].
• Dopo che il 6 dicembre 2007 il pubblico ministero Giancarlo Avenati Bassi aveva chiesto al tribunale fallimentare di Torino l’apertura della procedura di fallimento, si scontrò con le figlie Barbara (licenziata dalla carica di direttore generale) e Marie Jeanne per il futuro dell’azienda. Apice dello scontro il 18 gennaio 2008, quando nello studio Correnti di Novara si tennero due assemblee dei soci: in una la figlia fu nominata presidente, nell’altra la madre si fece amministratore unico.
• «Catapultata alla guida di una carrozzeria dalla morte dell’amatissimo Nuccio ha deciso di fare l’imprenditore proprio per amore. Poteva vendere allora e bene, poteva cercarsi un socio, poteva “comprarsi” un grande manager. Poteva – e doveva secondo molti critici – fare mille cose. Ne ha fatta una: cercare di fare quello che avrebbe fatto Nuccio. Lo dice senza timore di apparire patetica» (Marina Cassi).