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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Fausto Bertinotti

• Milano 22 marzo 1940. Politico. Deputato nel 1994, 1996, 2001 e 2006 (Rifondazione comunista). Parlamentare europeo nel 1999 e nel 2004. Presidente della Camera dal 2006 al 2008. Ex segretario del Prc (1994-2006). Ex sindacalista. «Tra gli indiani e i cowboy io sono sempre stato dalla parte degli indiani».
• Padre ferroviere (morto nel 1961), socialista anticlericale «che preferiva Pietro Nenni a Palmiro Togliatti». Madre casalinga. «Eravamo poveri, vivevamo in una casa di ringhiera con il bagno in comune, ma la mia era una famiglia allegra. Ricordo ancora la gioia di mia madre quando le misero in casa il rubinetto dell’acqua».
• Si diplomò nel 1962, con tre anni di ritardo, come perito elettronico all’istituto Omar di Novara. Nel 1960 si era iscritto al Psi, in seguito aderì al Psiup, per poi entrare nel 1972 nel Pci. Nel 1964 entrò in Cgil, diventando presto segretario della Federazione Italiana Operai Tessili. Nel 1975 venne eletto segretario piemontese della Cgil, incarico che ricoprì fino al 1985. In quegli anni il principale avversario del sindacato torinese era la Fiat. Bertinotti fu protagonista di una linea di chiusura ad oltranza che nel 1980 sfociò nei 35 giorni di sciopero e nella marcia dei 40 mila colletti bianchi (vedi Luigi Arisio). «È stata una sconfitta e di fronte ad una sconfitta bisogna dire: abbiamo perso». Nel 1985 entrò nella segreteria nazionale della Cgil, rimanendovi fino al 1994. In seguito alla svolta della Bolognina (vedi Achille Occhetto) aderì al Pds, non senza polemiche. La corrente che si era opposta allo scioglimento del Pci aveva dato vita nel 1991 a Rifondazione comunista, con Sergio Garavini come segretario e Armando Cossuta come presidente. Fu Cossuta a farlo entrare in Rifondazione nel 1993 e a candidarlo come segretario nel 1994. Da questa elezione nacque la diarchia Bertinotti-Cossutta che guidò il partito fino al 1998.
• Nel 1997 fu protagonista della crisi del primo governo Prodi: Rifondazione, che appoggiava il governo dall’esterno ma i cui voti erano decisivi, tentò di imporre una svolta a sinistra, non votò la finanziaria e negò la fiducia. Prodi si dovette dimettere. Bertinotti si disse pronto ad un accordo di programma per un anno. Ottenne dal presidente del Consiglio la promessa di una legge sulle 35 ore e permise a Prodi di continuare a governare per un anno. Ma quando il governo presentò la finanziaria 1999 Rifondazione non votò la fiducia al governo, che cadde per un solo voto, e nacque il governo D’Alema.
• «Dobbiamo prenderne atto: questo centrosinistra ha fallito. La grande ambizione con la quale avevamo costruito l’Unione non si è realizzata. Come vedo Prodi, mi chiede? Con tutto il rispetto, di lui mi viene da dire quello che Flaiano disse di Cardarelli: è il più grande poeta morente...».
• Alle elezioni politiche dell’aprile 2008 si candidò come premier per la Sinistra-l’Arcobaleno, formazione che riuniva Prc, Pdci, Verdi e Sd. Risultati disastrosi: la lista non superò lo sbarramento né alla Camera né al Senato, e non portò nessun candidato in Parlamento. Seguì il ritiro da ogni incarico politico: «Farmi chiamare compagno dà un senso alla mia vita, ma per i ruoli dirigenziali c’è un limite di età...». Rifondazione comunista non esiste più.
• Da maggio 2007 è direttore della rivista bimestrale di politica e cultura Alternative per il socialismo, da lui fondata, e da gennaio 2012 presiede la Fondazione Cercare Ancora. Da ultimo si è messo a riflettere sul significato di sinistra scrivendo libri: La città degli uomini (Mondadori 2007), Chi comanda qui? (Mondadori 2010), La discorde amicizia (Ediesse 2013). Anche attore di teatro in Transiti di Venere (2012).
• È sposato con Gabriella Fagno (vedi). Un figlio, Duccio (1970), che suona musica reggae, sposato con Simona Olive, la «figlia del fascista», dato che il suocero era un esponente di Alleanza nazionale. Duccio: «La verità è che io non sono comunista e che mia moglie non è fascista». La coppia ha reso i Bertinotti nonni quattro volte (Davide, Lisa, Anita e Maria Sole).
• Milanista.
• Fuma il toscano.
• Erre moscia.
• Ama penne e matite, memorabilia equestri, Hammet e Chandler, impermeabili e vestiti usati, il Florian di Venezia e il Grand Hotel dell’isola Borromea, il jazz e La battaglia di Algeri, i portaocchiali e la lozione da barbiere professionista Floid.