28 maggio 2012
Tags : Orietta Berti
Biografia di Orietta Berti
• (Galimberti) Cavriago (Reggio Emilia) 1 giugno 1943. Cantante. Una delle più popolari interpreti femminili degli anni Sessanta, perfetta intonazione, garbo nelle interpretazioni. Niente a che vedere con l’esuberanza di Mina o la sensualità di Ornella Vanoni, piuttosto un tranquillizzante perbenismo (Tu sei quello, vincitrice di Un disco per l’estate 1965), una domestica allegria (L’altalena, 1969), qualche allusione tiepidamente piccante (Fin che la barca va, 1970). Oltre quindici milioni di dischi venduti, quattro dischi d’oro e due d’argento, tournée in tutto il mondo.
• «Promossa a idolo kitsch dopo essere stata per decenni irrisa, snobbata, sfottuta, termine di paragone negativo, antidiva della provincia ruspante immersa nei fumi dei tortellini e nei falpalà della sua collezione di bambole. Neppure il mastino Oscar ha potuto sottrarsi alla regola della O, iniziale che la signora ha selezionato come suo portafortuna. “Anche perché l’ho ereditata: mia madre si chiamava Olga, mio nonno Oreste, mio zio Oliviero, mia suocera si chiama Odilla e mio marito Osvaldo. Dei nostri figli il piccolo si chiama Otis in onore di Otis Redding e quello grande Omar in onore di Omar Sharif, che ho conosciuto al Lido di Venezia a un torneo di bridge e fu così gentile e poi ha due occhi che sembrano due tizzoni ardenti...”. Orietta, nome che sua madre copiò da un romanzo di Liala letto in gravidanza» (Laura Laurenzi).
• Sulle famiglie in cui si scelgono nomi inizianti tutti con la stessa lettera vedi anche BOLDI Massimo e DORELLI Johnny.
• È nella storia anche per il biglietto lasciato da Luigi Tenco la notte che si suicidò (a Sanremo durante il Festival: «In un mondo dove va in finale Io tu e le rose non c’è posto per me» ecc.): «Io, e non solo io, penso che quel biglietto Tenco non l’abbia mai scritto. E che gliel’abbia scritto qualcuno, dopo. Una cattiveria contro di me. È impossibile sia stato lui. Eravamo in buoni rapporti, avevamo mangiato vicini quel pomeriggio. Ha sentito le mie prove, mi apprezzava... Ecco, io spero che prima di morire quel signore che ha scritto quel biglietto falso si faccia avanti e lo dica. Perché a me, quel biglietto, mi ha rovinato la vita».
• Rilanciata da Fabio Fazio nella trasmissione Quelli che il calcio, dal 1997 al 2001, dove era ospite fissa e quasi sempre inviata sugli spalti. Sparita quando la conduzione è passata a Simona Ventura.
• L’11 ottobre 2010 ha ricevuto il Premio Speciale Mia Martini alla carriera per i suoi 45 anni di attività.
• Colleziona bambole, scarpe colorate, acquasantiere, parrucche fluorescenti e ha più di duemila paia di scarpe.
• Negli ultimi anni è diventata suo malgrado un’icona gay: «Forse per quella sua mania delle bambole o delle scarpe o per essere una specie di mamma nazionale o per quella sua gioia di vivere che sprizza da tutti i pori o per essere così spontanea da risultare fuori dal tempo, dalle mode, dai gusti correnti» (Aldo Grasso). [Corriere della Sera 16/10/2009]