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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Samuele Bersani

• Cattolica (Rimini) 1° ottobre 1970. Cantante. Autore. Nel 1992 il primo singolo, Il mostro, e il primo album, C’hanno preso tutto. Ha partecipato a due edizioni del Festival di Sanremo (2000 e 2012), ottenendo entrambe le volte il Premio della critica “Mia Martini”. Tra i maggiori successi: Chicco e Spillo, Freak, Giudizi universali, Replay, Che vita!, Cattiva. «Un protagonista del panorama musicale grazie a un linguaggio sempre in bilico tra poesia e invettiva» (b.d.s.) [CdS 3/8/2012].
• «Tipetto all’apparenza quieto - uno che non alza mai la voce e al quale nessuno chiede mai un parere. Scoperto e lanciato da Lucio Dalla. Canta il quotidiano surreale che ci circonda» (Marinella Venegoni). Dalla (1943-2012) lo lanciò nel 1991 lasciandogli aprire tutti i concerti del suo Cambio tour con la canzone Il mostro. Alla sua morte: «Ho appena saputo di aver perso il mio grande maestro, un amico unico con cui potevo confrontarmi e imparare da oltre 20 anni. La sua poetica e la sua musica sono il vero motivo per cui da bambino ho scelto di voler fare il cantautore ed è grazie a Lucio se poi ho potuto sparare le mie prime cartucce» [dal suo profilo Facebook 1/3/2012].
• «Babbo musicista, mamma metteva i dischi a casa, nel senso che si ascoltava quello che le piaceva. Giovanna Marini. O Luigi Tenco, o gli Inti Illimani. Erano, per capirci, autentica sinistra romagnola». «Da ragazzino i primi concerti visti sono stati di Guccini e Gaber. Da loro ho imparato a non essere un artista asettico» (Matteo Cruccu) [CdS 30/3/2010].
• «Nella vita di tutti i giorni non canto mai. Canto solo nei concerti e quando scrivo un nuovo disco. Mi considero più musicista che autore di testi. Parto dalla musica, è lei che mi detta le parole, le armonie mi suggeriscono quello che devo dire». «Da bambino sognavo di essere un cantautore, oggi mi sembra che abbiamo il valore dei testimoni di Geova che rompono le scatole. Preferisco pensarmi musicista: le parole danno tridimensionalità a una canzone, ma se non c’è la musica tutto viene inghiottito dal nulla» (Andrea Laffranchi) [CdS 1/10/2009].
• «Vorrei essere chiamato cantastorie, perché credo sia fondamentale raccontare qualcosa. Ho sempre scritto canzoni molto diverse l’una dall’altra, senza seguire un filone preciso. E questo credo sia positivo. Quello che mi spinge ad andare avanti è la curiosità». «La scrittura è un’operazione che, almeno per me, richiede silenzio. Altra cosa che mi favorisce è forzare i tempi: arrivo fino al punto in cui il fisico sembra non avere più un sorso di energia; proprio lì, nell’incoscienza, penso di scrivere le cose migliori» (Matteo Poppi) [il Fatto Quotidiano 22/9/2013].
• «Mi fa cagare molta musica rap: sono troppi quelli che fanno dei testi con il rimario e si vestono da rapper senza esserlo dentro. Poi mi fa cagare la musica di Sanremo, cioè il fatto che ci sia ancora chi dice: “Ma questa non è una canzone da Sanremo!”. E mi fa cagare questo sistema che prima o poi ci obbligherà a fare canzoni da tre minuti e mezzo, altrimenti le radio non le passano. Così come non sopporto quel tipo di discografico che ti dice: “Bella Replay! Ma adesso mi fai una canzoncina carina per l’estate?”. Infine mi fanno cagare quelli che ho amato di più, ma che a distanza di venti anni non hanno più niente da dire».
• A proposito di Pier Luigi Bersani: «In Rete c’è chi scrive che è mio padre e che mi “aiuta”. In realtà l’ho visto una volta sola: è simpatico e s’intende di canzoni, ma siamo soltanto omonimi. E non lo sostengo né l’ho mai fatto» (Andrea Scarpa) [Vanity Fair 30/9/2009].
• Il 25 settembre 2010 ha partecipato al festival musicale Woodstock 5 Stelle organizzato a Cesena da Beppe Grillo. «Sul palco ho fatto un discorso di pancia: non mi fido più del Pd e la prossima volta voterò Grillo, l’unico che aderisce alle mie idee. (...) Non ho tradito nessuno, mi sento tradito da anni senza opposizione. Vengo da una famiglia comunista, ho votato a sinistra sempre con più difficoltà man mano che cambiavano le consonanti» (Giuseppe Salvaggiulo) [La Stampa 2/10/2010].
• «“Navigando in Rete, solo soletto, ho avuto una fase porno un po’ ossessivo-compulsiva. Poi è passata”. Sta dicendo che è rimasto incollato per ore davanti a Youporn? “Quella è roba vecchia, sono molto più avanti: parlo di Youjizz, roba del genere”» (Andrea Scarpa) [Vanity Fair 14/3/2012].
• Nina Zilli: «Quando uscì il primo disco di Samuele Bersani e sulla copertina si vedevano solo i suoi occhi, ho detto: “Ammazza, che bono!”» (Valerio Palmieri) [Chi 29/2/2012].