28 maggio 2012
Tags : Alessandro Bergonzoni
Biografia di Alessandro Bergonzoni
• Bologna 21 luglio 1958. Autore. Attore. Comico. Figlio di un industriale. «Se devo vivere come un muro, crepo». Studi all’Accademia Antoniana e laurea in giurisprudenza, poi la collaborazione artistica con Claudio Calabrò.
• Tra i suoi lavori: Coma reading (2001), Carta bianca (2002, nel 2007 il testo dello spettacolo è diventato il libro omonimo), URGE (2010, in tournée fino a novembre 2013). Nel 2008 e nel 2009, ha tenuto lezioni magistrali al Festival della Filosofia di Modena-Carpi-Sassuolo. Nel 2013 pubblica il suo primo libro di poesie, L’amorte (Garzanti). Da ultimo a teatro con Nessi (2014) da lui definito «un funerale ai vivi»: «Cioè noi. Siamo i pazzi peggiori, perché assuefatti alla propria pazzia. Ci commuoviamo solo di fronte alla morte. E allora celebriamo gli esempi: i Gandhi, i Mandela, le rockstar. Non ne posso più degli “esempi”. Oggi la prosecuzione dei discorsi di Mandela dobbiamo essere noi. Oggi Gandhi siamo noi» (ad Andrea Scanzi) [Fat 16/4/2014].
• «Autore di teatro tra i più eccentrici e fantasiosi, scrittore satirico tra i più arditi» (l’Espresso). Osvaldo Guerrieri: «Fra le imprese impossibili ce n’è una più impossibile di ogni altra: raccontare uno spettacolo di Alessandro Bergonzoni»
• «Di quest’attore-autore teatrale, scrittore astratto, surreale, funambolico, ossessivo Umberto Eco ha detto: “Se non facessi il lavoro che faccio, avrei fatto quello che fa lui”. Ha smesso di andare in tv (“non la so fare”) e rifiuta di fare pubblicità a detersivi e pomodori. Ama le corse d’automobile (per il compleanno costrinse i suoi migliori amici a girare con lui su una Ferrari, a Imola) ma ha paura dell’aereo. Laureato in Giurisprudenza, tesi sui Patti lateranensi (“mi fecero giurare che non avrei mai esercitato”), da studente in Tribunale s’innamorò di una donna cancelliere, ha fatto il servizio civile da accompagnatore di ciechi» (Chiara Beria di Argentine).
• «Noi artisti, che (come tutti) da bambini eravamo sgridati per mancanza di sincerità, abbiamo il privilegio e il dovere di essere bugiardi. Altrimenti non esisterebbero le Città invisibili di Italo Calvino o Macondo di Marquez».
• «La televisione andrebbe guardata senza essere accesa».
• Franco Cordelli su Predisporsi al micidiale: «Il comico bolognese porta alle estreme conseguenze alcune neoavanguardistiche premesse, dinamitando il campo semantico, scollando le parole dal loro primo o più evidente significato, trovandone subito un secondo, un terzo, un quarto, infine approdando al puro non-sense. Ma novanta, o cento minuti di non-sense non li augurerei al mio peggior nemico, nonostante abbia constatato quanto amici (eventuali) e (eventuali) nemici si scompiscino, applaudano, lodino. Bergonzoni è il vocabolario che di colpo, per sua intrinseca virtù, si fa intelligente. O come l’esuberante narratore di barzellette. La prima ci fa ridere. Pure la seconda. Pure la terza. A volte ci fanno ridere la quarta e la quinta. Dalla sesta in poi vorremmo strozzarlo, metterlo a tacere. Il suo non-sense a nulla deve approdare? E a nulla approda. Egli così diviene il comico più triste che abbia incontrato: non nel senso che sia triste lui, questo non so non si direbbe; triste nel senso che egli rende triste il suo ascoltatore, benché rida e ignori d’esser triste, svuotato della propria energia, ipnotizzato, rimbecillito (non, s’intende, nel senso di Carmelo Bene). A tutti gli effetti, lo spettatore di Predisporsi al micidiale è un torturato che non si accorge di tutto il veleno che è stato iniettato in lui, mentre era così ingordo di dolci, prelibatezze, raffinate pietanze».
• Pittore, nel febbraio 2008 tenne una personale a Napoli: «Dipingo dietro i quadri che faceva per hobby mio padre. Non ho mai lavorato, come lui voleva, nella nostra azienda ma così ora stiamo facendo un’opera insieme».
• «Aver voluto da anni abbinare all’idea di comicità tutto, tutti, la televisione, il mondo del lavoro, fino all’aria che respiriamo, ha fatto sì che ora come non mai si confondano parodia con riso, imitazioni con inventiva, comicità con intrattenimento, villaggi turistici con creatività, spiritosare con inventare, vivere con tirare a campare, essere famosi con essere amati, credere con obbedire, combattere con avere ragione».
• «Bisognerebbe smettere di ragionare per categorie predefinite. Parlare di letteratura solo quando muore un poeta. Commuoverci per un minuto per poi ricominciare a guardare calciatori e cuochi come se fossero degli eroi. A farla finita con la parodia in cui il politico preso di mira se la ride in prima fila. A cambiare spartiti, non partiti» (Il Giornale) [Paolo Siepi, Iog 5/6/2014].
• Politica «Come politico mi piace Sergio Cofferati. Non è un comunicatore, ma da un politico non voglio il vestito che cada a pennello, voglio altri vestiti, altri pennelli». È intervenuto al V-Day organizzato da Beppe Grillo in Piazza Maggiore a Bologna nel 2007.
• Ha interpretato il Direttore del Circo nel Pinocchio di Roberto Benigni (2002) e apparso in un numero di Topolino come mago delle parole.