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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Fabrizio Bentivoglio

• Milano 4 gennaio 1957. Attore. Figlio unico, padre dentista, mamma casalinga. Ha frequentato il liceo scientifico milanese Leonardo Da Vinci «dove andavo male perché pensavo solo al calcio». Ha giocato effettivamente un anno nelle giovanili dell’Inter (1970-71, in difesa), fu costretto a lasciare per un infortunio al ginocchio sinistro.
• Quattro esami a Medicina. Studi alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano.
• Altra grande passione dell’adolescenza: la musica. «A 15 anni mi ricordo con una chitarra in mano a suonare Fabrizio De André, non con Shakespeare. È una passione segreta, privata, coltivata da cantante casalingo, per gli amici». Frutti di questa passione: lo spettacolo teatrale La guerra vista dalla Luna, realizzato nel 1999 con la Piccola Orchestra Avion Travel, una tournée subito dopo con il Quintetto Musica Normale, il disco Sottotraccia e soprattutto, nel 2007, un film da regista intitolato Lascia perdere, Johnny e ispirato ai racconti di vita di Fausto Mesolella, il chitarrista degli Avion Travel. Ha confessato di averci messo nove anni «perché ho dei tempi antidiluviani». Questa, della lentezza, pre-condizione per un lavoro fatto a regola d’arte, sembra la caratteristica saliente della sua personalità. Simonetta Robiony: «È un attore bravo. Bravo perché recita bene, ma anche perché sceglie con attenzione cosa fare, lavora con persone che stima e a cui vuol bene, partecipa, se può, alla creazione del personaggio, si impegna con onestà nella messa a fuoco di un ruolo che vorrebbe fosse eseguito “a regola d’arte”, secondo la formula che usavano un tempo gli artigiani e che oggi gli piacerebbe fosse messa alla fine dei film, tra i titoli di coda. Per lui meglio poco ma buono, che tanto e sciatto. E tempo, molto tempo, perché si riesca ad esprimere esattamente ciò che si vuole».
• Carriera soprattutto cinematografica, cominciata nel 1980 con Masoch (regia di Franco Brosio Taviani) e proseguita poi con decine di film, tra cui segnaliamo Marrakech Express (Salvatores, 1989), Turné (di cui fu anche sceneggiatore e direttore del casting, stesso regista, stesso anno), Italia-Germania 4-3 (Barzini, 1990), Americano rosso (D’Alatri, 1990), Puerto escondido (Salvatores, 1992), Un’anima divisa in due (Soldini, 1993: questo film gli valse la Coppa Volpi), Testimone a rischio (Pozzessere, 1997, Bentivoglio vinse con questa pellicola il David di Donatello), Del perduto amore (Placido, 1998: David di Donatello come attore non protagonista), Ricordati di me (Muccino, 2002). Ultimi film: Nel nome del male  di Alex Infascelli (2009), Happy Family  di Gabriele Salvatores (2010), Una sconfinata giovinezza di Pupi Avati (2010), Scialla! (Stai sereno) (2011) di Francesco Bruni; Tutto tutto niente niente di Giulio Manfredonia (2012).
• Molto importante il curriculum teatrale. Ha recitato con i più grandi registi italiani, Strehler nel 78 (La tempestadi Shakespeare, che interpretò ancora per Barberio Corsetti nel 2000 all’Argentina di Roma), Enriquez (I parenti terribili di Cocteau nel 79), Patroni Griffi (di cui è stato uno degli attori preferiti, a partire da Prima del silenzio diretto nel 1980 da De Lullo).
• «Il cinema industriale americano non mi piace. Ho girato in America due pellicole indipendenti di James Merendino, ma, come diceva Anghelopoulos, niente è più internazionale del nazionale. Siamo il contrario dei francesi: loro sono sciovinisti noi disfattisti: non crediamo nelle nostre cose».
• «Non faccio televisione. Io ho bisogno di molto tempo per lavorare bene, e la tv non concede tempo. Non mi piace la popolarità: vorrei non esser riconosciuto per strada. Detesto le interruzioni pubblicitarie che obbligano a un linguaggio semplificato. No, finché posso, non faccio la fiction. Non mi interessa». Nel 2012-2013 è Carlo Conforti nella serie tv Benvenuti a tavola.
• «Incarna la figura dell’artista di sinistra che “si dà le arie”: quando andò a Porta a porta per il lancio di Ricordati di me di Gabriele Muccino aveva l’aria disgustata, di uno che era stato trascinato in catene...» (Paolo D’Agostini).
• «So di non avere un’immagine simpatica, forse presuntuosa».
• Cotoletta alla milanese e spaghetti burro e parmiggiano sono i suoi piatti preferiti.
• Fidanzato per otto anni con Valeria Golino. Nel 2012 ha sposato l’attrice Silvia Pippia dal 2012, hanno tre figli.