28 maggio 2012
Tags : Edoardo Bennato
Biografia di Edoardo Bennato
• Bagnoli (Napoli) 23 luglio 1949. Cantante. Autore. «Il rock deve creare tensioni, dubbi, interrogativi, e dare buone vibrazioni a tutti».
• Vita «Quando nel 1973 uscì il mio primo album, Non farti cadere le braccia, il direttore della Ricordi mi chiamò per dirmi che loro ce l’avevano messa tutta, ma che i miei pezzi in radio non passavano. La mia voce, così mi dissero, risultava sgraziata. Così mi diedero il ben servito. Allora presi la mia chitarra, il tamburello a pedali e mi piazzai a Roma davanti a bar Vanni, accanto alla Rai. Il direttore di Ciao 2001 mi notò. E grazie a lui di lì a poco mi ritrovai al Festivalbar con Franco Battiato e gli altri cantautori della mia generazione. Conquistando la patente che mi era stata negata dal mondo della musica» (a Alberto Dentice). [L’Espresso 6/9/2013]
• «Bluesman vero, tanto da inventarsi un suo “doppio” in Joe Sarnataro, che il blues lo suonava con i partenopei Blue Staff, l’architetto Edoardo Bennato – figlio dei fumi e degli acciai roventi dell’Italsider di Bagnoli – debutta nel 1973 con Non farti cadere le braccia. È da allora che, nonostante lunghi periodi di silenzio, porta avanti la bandiera dell’anarchia nella musica. Anarchia, come per Fabrizio De André e Francesco Guccini, per Bennato ha significato prendersela (sempre con sottile ironia) con tutti i poteri: quelli “deboli” come la discografia e quelli “forti” come la politica. Senza mai avventurarsi in nuovi, e spesso asfittici, territori musicali, ben fedele alle semplici note blues. La critica non lo ha mai amato perché, da buon anarchico, non si è fatto etichettare, inscatolare; però bisogna dargli atto – in questo Paese di inani parolai – che nel 1975 con Io che non sono l’imperatore se la prese addirittura con il pontefice Paolo VI, nel brano Affacciati affacciati. E ci voleva, e ci vuole, un bel coraggio che molti suoi valorosi colleghi non hanno mai avuto per scrivere e cantare un pezzo simile. Ma Edoardo come tutti (o quasi) gli anarchici, non si è mai preso troppo sul serio, ha fatto musica e studiato, laureandosi con una tesi sulla metropolitana napoletana, stando sempre hors de troupeau, come dicevano appunto gli anarchici francesi di fine Ottocento. Purtroppo questo atteggiamento lo ha penalizzato moltissimo. Edoardo dal vivo è sempre una meraviglia perché è di quelli che non si risparmiano, non ha mai amato le luci fuori della ribalta, non si è mai recitato come un personaggio: anche per questo non ha avuto i favori di parte della critica, ma se si analizzano i suoi testi troviamo una grande carica di amore, poesia, impegno. Oltre, naturalmente, a un ottimo rock’n roll, che ha sempre fatto l’occhietto a quello più classico degli esordi, sgangherato quanto divertente e deflagrante. A Napoli sono nati molti musicisti moderni ma Bennato ha qualcosa in più: uno sguardo fatalista ma una volontà propositiva, il lasciarsi cullare dalla “napolitudine” ma la capacità di tenere – nel cuore e nel ritmo della sua chitarra – le sue radici musicali, profondamente americane e inglesi nonché orgogliosamente meridionali» (Paolo Zaccagnini).
• Sono suoi i testi e le musiche (riarrangiate dall’album Sono solo canzonette) del musical più visto della stagione 2007: Peter Pan, diretto da Maurizio Colombi e ispirato al racconto scritto nel 1904 dal Jamew Matthew Barrie.
• Dopo la serie di concerti-evento tenuti nel 2006 con Alex Britti, ha pubblicato l’album Canzoni Tour 2007, live in studio dei brani suonati dal vivo nel 2007.
• Nel 2010 sale per la prima volta sul palco dell’Ariston come ospite in occasione dei 60 anni di Sanremo: ha riproposto il brano di Tenco Ciao amore ciao.
• «L’Unità d’Italia e il patriottismo sono parole create a uso e consumo dei sacri valori e dei libri di scuola» (Così in occasione del centocinquantenario dell’Italia unita).
• Ha la capacità di trasformare favole in denuncie sociali come L’isola che non c’è (1999), Il Rock di Capitan Uncino (1992), Il Gatto e la Volpe (1977), Tu Grillo parlante (1977).
• Nel 2013 per il musical Pinocchio nel paese dei balocchi scrive il singolo Al diavolo il grillo parlante con espliciti riferimenti al leader del M5s: «Beppe Grillo? Mi fa ridere. Ha avuto il 25 per cento dei voti, un’occasione storica e adesso non sa più che pesci pigliare».
• «Come sempre non guardo in faccia a nessuno. Scrivo pezzi contro tutto e tutti: punto il dito contro gli aspetti più paradossali del mondo per ridicolizzarli. Perché l’ironia resta sempre l’arma migliore. Anche se, in questo momento, m’interessa quasi più la geopolitica delle canzonette».
• Dopo la laurea in Archiettura ora vuole quella in Sciemze politiche: «Sono iscritto alla facoltà di Bologna, e seguo un vecchio pallino: bisogna cominciare a ragionare secondo una griglia latitudinale, perché è questa che determina il modo di pensare e di vivere degli individui».
• Grande estimatore delle camicie hawaine:«Le mie preferite sono quelle dai colori poco appariscenti, in particolare verde, blu o azzurro. La prima l’ho comprata negli anni 90 a Positano, da Pepito».
• Il suo prossimo progetto è di «portare negli Usa il mio musical Peter Pan in versione inglese. La traduzione dei testi è pronta e così anche il demo con le canzoni. Speriamo di farcela». Ultimo album Le vie del rock sono infinite (2010).
• Due fratelli musicisti Eugenio e Giorgio. Nel ’95 fu coinvolto in un incidente stradale vicino a Reggio Emilia in cui la sua fidanzata Patrizia Ferri, 23 anni, persa la vita. Ha una figlia Gaia (2005) alla quale dà un educazione rock ’n roll («L’ho portata con me a Londra a vedere i Rolling Stones, e con mia grande soddisfazione si è divertita moltissimo»).