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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Paolo Beldì

• Novara 11 luglio 1954. Regista tv. Esordì scrivendo jingle per caroselli e sigle, fu aiuto regista di Beppe Recchia ad Antenna 3 Lombardia per Non lo sapessi ma lo so con Massimo Boldi e Teo Teocoli (1982), su Italiauno ha firmato Lupo solitario (1987), Matrjoska (1988), Mai dire Banzai (dall’89). In Rai Mi manda Lubrano (1990), Diritto di replica (dal 1991), Su la testa (1992) con Paolo Rossi (1953), Svalutation (1992) con Adriano Celentano, Porca miseria (1993) con Bruno Gambarotta, Fabio Fazio e Patrizio Roversi, Quelli che il calcio (dal 1993, prima con Fazio, poi con Simona Ventura). Improvvisa attenzione della stampa ai tempi di Diritto di replica per l’ostinazione con cui inquadrava i piedi degli ospiti.
• «Ho sempre guardato tanta televisione, persino mia madre mi diceva “smetti che ti fa male...”. Un giorno incontrai Beppe Recchia, rimase stupito nel sentirmi parlare dei programmi tv. Fu sua l’idea di farmi cominciare, è stato il mio maestro. Anche se, con i miei amici, facevo già le regie degli scherzi, stile Amici miei».
• «Trasformato in divo proprio dai suoi conduttori. La Ventura che nel bel mezzo di Quelli che il calcio lo evoca: “Paolooooo”. O Fabio Fazio al Festival di Sanremo che lo faceva inquadrare di continuo» (Raffaella Silipo).
• «Non sarà l’erede di Antonello Falqui, ma ha lasciato un segno con il suo stile» (Leandro Palestini).
• «Ci sono i nuovi mezzi. Io li sfrutto a fini teppistici. Nel Sanremo di Fazio, la telecamera posta su un braccio di 12 metri per raccontare il palco, le canzoni, inquadrò anche il pubblico per primissimi piani. Il mio amico Gambarotta mi chiama “il piedofilo della tv”. Penso che dal dettaglio si possa capire molto di un personaggio. Ho ripreso anche la forfora di un ospite. Mi diverto a entrare nel formato 16/9 dello schermo con i fascioni neri sotto e sopra. Ho giocato con le luci, sparate a giorno per le atmosfere cinematografiche di Celentano. Da Novara vedevo la tv Svizzera che trasmetteva i varietà in concorso a Montreux: mi sono ispirato molto, li studiavo nei dettagli».
• «Celentano è una delle perversioni della mia vita, insieme a Totò, ai Beatles e al ragionier Fantozzi. Avrei pagato non so cosa per essere giovane in quella Milano del Santa Tecla, tra Celentano, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber...».
• «“Perché inquadri sempre i piedi”? “Perché non ho abbastanza facce da inquadrare, e poi piuttosto che vedere sempre le solite facce...”» (Perché inquadri i piedi?) [Piccola Biblioteca Zelig Editore, Milano 1996, libro di 400 domande e risposte, entrambe spesso surreali, rivolte a Beldì].
• Il libro Un bel dì vedremo... tutto viola (Romano editore 2011) «raccoglie tutti gli articoli di Beldì, dal 2007 ad oggi, pubblicati sul settimanale TuttoViola. È un tifoso viola esiliato a Novara, parla soltanto di Fiorentina, ha messo 800 volte l’inno della Fiorentina a Quelli che il calcio senza pagare penali» (Stefano Borgi) [firenzeviola.it 16/04/2011].
• Dopo una pausa (2010) nella regia di Quelli che il calcio, pausa dovuta a dissapori con Simona Ventura (Leandro Palestini) [Repubblica 25/08/2009], ritorna nel 2011 al timone della storica trasmissione, condotta ora da Victoria Cabello. Sempre nel 2011 cura la ripresa del concerto dal vivo di Zucchero da Reggio Emilia. Nel 2012 dirige lo show di Celentano trasmesso in diretta da Canale 5 dal titolo Rock Economy, ma nel 2013, torna per la diciottesima volta alla regia di  Quelli che il calcio, con la conduzione di Nicola Savino.