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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Sandro Becchetti

• Roma 25 dicembre 1935 – Lugnano in Teverina (Terni) 5 giugno 2013. Fotografo. «Ha ritratto, tra gli anni Settanta e il 2000, i grandi personaggi della letteratura, del cinema, dell’arte, del teatro, della politica» (Manuela De Leonardis). «Non ho mai avuto insegnanti. Ho imparato provando e riprovando. Non ho mai saputo usare il flash, perciò negli ambienti chiusi fotografavo lavorando sull’apertura del diaframma e sul tempo basso».
• Infanzia negli ambienti di servizio del Quirinale, con il padre che lavorava alle scuderie reali. Cominciò a scattare nella seconda metà degli anni Sessanta, con la macchina che gli aveva regalato Luciano Bernasconi, l’amico con cui cui realizzava fumetti: Bernasconi disegnava, lui scriveva i testi. Iniziò a fotografare con lo scopo di eternare i monumenti «tutto er marmo che c’è a Roma, compresi i ciottoli der Foro, uno a uno». Poi decide che sono più interessanti gli esseri umani «perché i monumenti degradano con molta lentezza, mentre le persone spariscono in un batter d’occhio». Nei primi anni Settanta forniva ritratti a tutta la stampa italiana, a Life e a France Press. Ha ritratto Christo, Andy Warhol, Hitchcock, Günter Grass, Kissinger, Fellini, De Chirico, Max Ernst ecc. E un Julius Evola vecchio e ansimante (morì pochi giorni dopo, nel 74) «ricordo solo il tanfo di cavolo che impregnava la sua casa».
• Passioni: i cappelli, le foto degli indiani americani, la bandiera rossa e le mani. «Ho fotografato le mani di Pasolini, quelle del pianista Richter e di molti contadini». Ha avuto un solo allievo, Fabrizio Ferri. «Mi arrabbiavo molto con lui, perché andavamo insieme alle manifestazioni e lui tirava fuori il 28. Che fai, gli dicevo, con questi obiettivi le persone vengono puntini. Invece la manifestazione è un gesto, uno sguardo, due mani che si tengono, insomma sono momenti della vita».