28 maggio 2012
Tags : Catia Bastioli
Biografia di Catia Bastioli
• Foligno (Perugia) 3 ottobre 1957. Scienziata. Manager. Presidente di Terna, società che gestisce la rete ad alta tensione (ricavi a fine 2013 in crescita del 5 per cento, utile netto di 513,6 milioni in rialzo del 10,8 per cento). Amministratore delegato di Novamont. Nota come la «regina della plastica verde».
• «Laureata in chimica a Perugia, cresciuta all’Istituto Donegani di Novara e nel centro di ricerca Montedison voluto da Raul Gardini. “La mia vita porta il segno della sua lungimiranza. Aveva creato il più grande gruppo agroindustriale europeo intuendo l’importanza di collegare due mondi fino ad allora distanti”» (Chiara Beria di Argentine) [Sta 30/3/013].
• «In principio fu un orologio-gadget realizzato in collaborazione con Walt Disney. Un “Topolino” da polso, il primo prototipo di plastica verde (o biodegradabile) realizzato con il Mater-Bi, materiale ricavato dall’amido di mais. Esaurita la potenzialità, l’orologio sarebbe stato buttato tra i rifiuti e tornato alla terra, da dove era arrivato, attraverso il processo di biodegradazione o compostaggio, senza rilasciare sostanze inquinanti. Poi venne la “green pen”, altro esempio di bioplastica» (Gianfranco Quaglia).
• «Insignita del premio “inventore europeo” della Commissione Ue, continua a sfornare novità. Dopo il Mater-Bi di prima generazione, è arrivato quello di seconda, con una pellicola trasparente sempre più performante. E Novamont ha già in via di sviluppo le prossime cinque generazioni di bioplastiche: si allarga ai lubrificanti e sfrutta le nano-particelle d’amido per produrre con la Goodyear speciali pneumatici con una bassa resistenza al rotolamento, che vanno sulle nuove Bmw. La signora della bioplastica italiana può ben dire di aver vinto la sua battaglia nel mondo. In Italia è ancora tutto da vedere» (Elena Comelli) [S24 11/1/2011].
• Nel 2010 ha contribuito alla nascita di Matrica, joint venture Eni-Versalis e Novamont, per la riconversione del petrolchimico di Porto Torres in una «bioraffineria di terza generazione» che produrrà biolubrificanti e additivi per pneumatici.