28 maggio 2012
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Biografia di Cecilia Bartoli
Roma 4 giugno 1966. Mezzosoprano «da 10 milioni di dischi, 5 Grammy, onorari da decine di migliaia di euro, notorietà internazionale». «Il migliore prodotto di esportazione italiana dopo il risotto» (Newsweek). «SuperCecilia è la cantante lirica forse più famosa del mondo e la meno scritturata in Italia» (Alberto Mattioli).
• Vita «Sono figlia d’arte, i miei genitori - Angelo, emiliano, e Silvana Bazzoni, romagnola - cantavano nel coro dell’Opera di Roma. Ricordo la felicità e l’eccitazione, insieme ai figli degli altri artisti, quando i miei mi portavano piccolissima dietro le quinte degli spettacoli estivi a Caracalla: erano produzioni colossali, come Aida, irresistibile: appena si poteva noi bambini ci arrampicavamo su leoni e sfingi. Poi ricordo che mia madre, per tenere buoni a casa me e i miei fratelli la domenica pomeriggio, anni dopo, ci faceva fare i vocalizzi. Con mio fratello non funzionò, con mia sorella nemmeno, con me sì».
• «Ho debuttato con Pippo Baudo. La prima volta è stato davanti al pubblico di Fantastico: Baudo aveva fatto delle audizioni in cerca di talenti, io ed altri del Conservatorio di Santa Cecilia ci ritrovammo con giocolieri, pianisti, due ragazze del circo. Fui scelta, avevo 19 anni, andai per curiosità, per passare un sabato sera diverso. Cantai delle arie di Gioacchino Rossini, Katia Ricciarelli mi fece da madrina, fu carina, rimase colpita e me lo disse. Il debutto vero fu l’anno dopo a Roma, Rosina nel Barbiere di Siviglia».
• Lanciata da Herbert von Karajan dopo un’audizione alla Festspielhaus di Salisburgo: «Non lo vedevo, parlava al microfono nella penombra della sala prove. Sembrava la voce di Dio. “Che cosa mi fa ascoltare?” mi chiese. Io cantai arie da La donna del lago di Rossini e da Le nozze di Figaro di Mozart. “A Pasqua ti voglio con me a Salisburgo per la messa in si minore di Bach” sentenziò».
• Vincitrice di vari Grammy, gli Oscar della musica. A dispetto delle sue scelte sofisticate e iper-colte, ha fatto spesso irruzione nelle classifiche di vendita del pop: il suo cd su arie d’opera di Antonio Vivaldi ha venduto 800.000 copie, il progetto Gluck Italian Arias è arrivato a 600.000, cifre d’eccezione per la classica.
• «Vengo da una famiglia di contadini, ho visto mia nonna cogliere i pomodori sotto il sole delle due, so che cosa vuol dire faticare per vivere, sono cresciuta coi piedi per terra e li mantengo: guadagno molto, ma so quanto costa la verdura. E non scorderò mai mia nonna Libia, ottantenne, che prese per la prima volta l’aereo per sentirmi cantare al Metropolitan: era sbalordita, alla cena sfarzosa dello sponsor miliardario sgranava gli occhi davanti ai vassoi di caviale. Quando poi andai a trovarla, in Emilia, la trovai in soggezione, muta davanti alla minestra che stava cucinando: tutto insieme si era resa conto della carriera che avevo fatto. La abbracciai, si mise a piangere: “Nonna, ma è tutta una bella favola! Non scambierei i tuoi fagioli con tutto il caviale del mondo!”».
• Nel 2006 ha inciso per la Decca un cd che ripercorre le tappe della Malibran (1808-1836). Titolo Maria, compositore più eseguito Bellini. Dal settembre 2007 al settembre 2008, con il suo Malibran Tour, ha tenuto una cinquantina di concerti per l’Europa: «Però non è finita. Adesso andrò in tour negli Stati Uniti». Il 17 ottobre 2008 è uscito il disco La sonnambula, di cui è molto soddisfatta: «Si tratta della prima incisione dell’opera come Bellini la scrisse. Integrale, basata sull’autografo, suonata da un’orchestra con strumenti originali e cantata da un mezzosoprano, com’era la Pasta per cui fu composta. Nulla contro i soprani, ma trovo che un timbro più scuro dia alla parte languore e pateticità» (Alberto Mattioli). Per i 250 anni della morte di Handel Cecilia Bartoli ha inciso Semele [Pierachille Dolfini, L’Avvenire 14/4/2009]. Nel 2009 esegue musiche di Haendel al Teatro Real di Madrid. Nel 2012 esce il suo Mission (tre anni di lavorazione): «Ha risollevato il caso di Agostino Steffani (1655-1728). Di chi? Appunto, di uno sconosciutissimo compositore di fine Seicento inizio Settecento che la Bartoli ha voluto riportare alla luce dedicandogli l’intero cd. La cantante ha raccolto notizie e scritti a Vienna, Londra e Parigi, ha tentato anche la via del Vaticano, ma qui niente da fare, tutto sottochiave. Nella copertina del cd la Bartoli impugna un crocefisso, vestita da sacerdote, calva/o, sguardo gelido. In altre foto, è lì che sussurra qualcosa a un papa. Che dirà la Chiesa di tutto ciò? “Dovrebbe essere soddisfatta, riportiamo alla luce la figura di un uomo che spese la vita per divulgare il cattolicesimo”»
• Nel 2009 esegue musiche di Haendel al Teatro Real di Madrid. Nel 2012 esce il suo Mission (tre anni di lavorazione), interpreta la Comtesse Adèle ne Le Comte Ory di Rossini all’Opernhaus Zürich e succede a Riccardo Muti come direttore artistico della sezione di Pentecoste del Festival di Salisburgo raddoppiandone le vendite di biglietti («È la prima donna ad assumere questa carica»).
• Il 3 dicembre 2012, dopo 19 anni di assenza, la Bartoli inaugura la stagione sinfonica alla Scala: «Il concerto diretto da Daniel Barenboim, con solista il mezzosoprano Cecilia Bartoli — che tornava alla Scala dopo 19 anni (era stata Zerlina nel Don Giovanni di Muti) e a Milano dopo una decina (aveva cantato Salieri per il Quartetto) — era filato via tranquillo con Händel e superato Mozart. Nell’intervallo qualche critico già storceva il naso sulla sua interpretazione, ma nulla lasciava prevedere la gazzarra che stava per arrivare. Dopo l’intervallo, al termine di “Nacqui all’affanno… Non più mesta” dalla Cenerentola di Rossini, infatti, è scoppiata la bagarre: tra gli applausi si sono fatti largo “buuu” assordanti e ai “brava” si sono opposti i “vergogna”, “tornatene a casa” (Pierluigi Panza). [Pierluigi Panza Cds 5/12/2012]
• Casa a Roma e a Zurigo.
• Critica «La stella più glamorous della scena operistica. Un successo “classico” senza precedenti. Il mezzosoprano di coloratura migliore del nostro tempo. Voce preziosa, flessibile, espressiva, inarrivabile. Musicista raffinata e essenza d’italianità al massimo livello. Definizioni ritagliate dai giornali inglesi (due pagine intere a lei dedicate dal Guardian, un servizio monumentale sul Times), dove le foto del suo bel volto mediterraneo e intenso campeggiano sovrane. Sempre più internazionale e meno italiana nei circuiti (“ma italiana resto nel cuore e negli affetti”)» (Leonetta Bentivoglio).
• Di chi è la colpa se non canta quasi mai in Italia? «Del verismo, che domina tutti i teatri, e della programmazione che si fa in ritardo. Ci vorrebbe più coraggio nelle scelte artistiche. Mi piacerebbe cantare nel mio Paese, non è vero che manca il pubblico per il mio repertorio, barocco e settecentesco. Io canto spesso a Zurigo, e lì arriva molta gente in auto e in pullman da Milano, da Roma...».
• «Il fanatismo che dimostra solo la soggiacenza del pubblico alle americanate di questa professionista ha provocato una reazione di dissenso in quella parte del pubblico dotata di maggiore capacità critica. Le americanate si manifestano in un continuo girarsi della professionista verso il direttore, l’orchestra e i solisti, in un’assunzione di attitudes, presunte in armonia con l’ethos dei brani interpretati, a dir il vero ridicole. Meglio avrebbe fatto la Bartoli a curare l’intonazione. La Bartoli ha una buona fonazione. Anche latina, come si è visto nel celebre Exultate, jubilate di Mozart. La voce è piccola, le colorature meccaniche, le cadenze inopportune. È tuttavia, ripetiamo, una professionista che possiede il repertorio a memoria e lo interpreta con disinvoltura. Ammirevole è il suo simulare facilità e gioia in difficoltà tecniche da atterrare ogni collega. Il pubblico fanatico che le ha decretato ovazioni da stadio che cosa avrebbe fatto se si fosse trovato, nel repertorio di Händel e di Rossini, di fronte a Joan Sutherland e Marilyn Horne? Molto palesemente le sconosce (Paolo Isotta sul concerto alla Scala). [Paolo Isotta, Corriere della Sera 5/12/2012]
•A chi le dice che ha una voce piccola la Bartoli risponde «che è nella botte piccola che c’è il vino buono». [Alberto Mattioli, la Stampa 20/9/2012]
• «Lei, diva nelle espressioni, una voce definita dai molti più adatta alle incisioni che a un grande teatro» (Pierluigi Panza). [Pierluigi Panza Corriere della Sera 5/12/2012]
• Frasi: «Oggi il divismo è solo spreco d’energia».
• «Monti? Mi vien da dire: mari. Qui in Europa siamo sulla stessa barca. Con questo euro si impongono sacrifici per tutti» (a proposito del governo Monti).
• Sulla religione: «Sono nata e cresciuta a Roma, anche se a 18 anni ho poi iniziato a girare il mondo. Ho vissuto in una città che ha più chiese che case. Però è attraverso la musica e l’arte in generale che ho capito che esiste un’altra dimensione»
• «Il mio vangelo è la partitura. È più importante quel che Bellini ha scritto di come Bellini è sempre stato eseguito». [Alberto Mattioli, la Stampa 20/9/2012]
• «Credo nel Made in Italy. Noi dobbiamo smetterla di essere esterofili. Dobbiamo credere di più nelle nostre possibilità». Il suo sito è in quattro lingue, escluso l’italiano.
• Vizi «Se devo prendere l’aereo lo prendo. Ma per andare in America, potendo, prendo la nave. Si parte dall’Inghilterra, o dall’Irlanda: in cinque giorni sei di là, ma a volte ho allungato il giro, ho fatto delle piccole crociere per vedere l’aurora boreale e l’Islanda. Non ho paura dell’aereo, ho paura del fuso orario: è più difficile concentrarsi, cantare, l’organismo, almeno il mio, ne soffre parecchio».
• «Per gli abiti da concerto amo quelli della Vivienne Westwood, una stilista inglese che ha sempre un suo tocco di attualità e di artista. Per esempio, amo i suoi corsetti. All’interno i corsetti classici hanno le stecche: lei tra una stecca e l’altra usa l’elastico che permette una facile respirazione, cosa per una cantante fondamentale».
In America soprannominata Cancelia per aver cancellato parecchie date («Ero malata ma capisco la reazione»).
• Hobby: «Tennis, sci, nuotare, tuffarmi, la barca a vela, i motoryachts, guidare l’auto, scalare montagne e la bicicletta...».
• È alta un metro e 62.