28 maggio 2012
Tags : Barillari Rino (saverio)
Biografia di Barillari Rino (saverio)
• Limbadi (Vibo Valentia) 8 febbraio 1945. Paparazzo, in arte “King of Paparazzi”.
• Fotografo del Messaggero. Grido di battaglia: «La guerra è guerra!». «Sono arrivato a Roma a soli 14 anni e mi sembrava davvero l’America, c’era da impazzire». Per un po’ fece il turista, poi imbracciò la macchina per unirsi ai fotografi ambulanti che frequentavano la zona di Fontana di Trevi e sbarcavano il lunario facendo ritratti ai turisti. «Dopo qualche tempo decisi di fare il grande salto verso piazza di Spagna, piazza del Popolo e via Veneto, dove c’erano i grandi alberghi e tutti quei personaggi che occupavano le pagine di cronaca dei giornali». I suoi maestri: Tazio Secchiaroli, Gilberto Petrucci, Ivan Kroscenzo, Antonio Tredici, Paoletto Pavia, Marcello Geppetti, Lino Nanni, Elio Sorci e altri paparazzi famosi, che lo chiamavano “il cucciolo di reporter”.
• «Gli anni che seguirono furono entusiasmanti, mi facevo sempre più intraprendente, scattavo foto che sembravano impossibili anche se non di rado prendevo qualche ciaffone da qualcuno più svelto di me». Irretiva gli attori sulla passerella di via Veneto con la proverbiale loquacità, l’eleganza del doppiopetto, gli occhi da arabo che lo fanno somigliare a Omar Sharif. «Ho fotografato tutti, da Richard Burton a Liz Taylor. Le ho prese da Peter O’Toole ubriaco, ho fatto a botte con Marlon Brando, karatè con Aznavour». È stato il fotografo dei più grandi eventi romani: dal rapimento di Paul Getty al delitto Cesaroni, al Canaro, la fine di Pasolini, la morte dei fratellini Brigida.
• Finito all’ospedale 164 volte, con 78 macchine a pezzi e una coltellata «allo stadio, la volta in cui mi sono trovato in mezzo agli ultrà della Roma e della Lazio». L’aggressione più recente a giugno 2008, vicino a piazza Navona, dove abita: un sacco di botte e una gamba spezzata per aver cercato di aiutare una ragazza (rivelatasi poi una cinquantenne) presa a calci e pugni dal fidanzato. «Mentre prima le prendevo la Peter O’Toole ubriaco, o dovevo pregare Marlon Brando di tirarmi giù dal muro dove mi aveva appiccicato, adesso rischio di trovarmi steso dai bodyguard dell’ultima esclusa del Grande Fratello».
• «I paparazzi sono stati uccisi dall’avvento del digitale. Prima dovevi scattare, poi sviluppare, quindi stampare. Un lavoro da professionisti. Oggi trovi il ragazzotto che sta a cena in un ristorante, vede entrare il personaggio famoso, prende il cellulare e tac! automaticamente diventa paparazzo» (a Fabrizio Roncone) [Corriere della Sera 24/4/2010].
• Nella foto che ama di più c’è papa Wojtyla: «L’ho beccato alla chiesa di San Saba, s’era messo a giocare a bocce con i vecchietti» (a Fulvia Caprara). (a cura di Lauretta Colonnelli).