Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Pier Paolo Baretta

• Venezia 29 giugno 1949. Sindacalista. Politico. Ex segretario aggiunto della Cisl, nel 2008 ha lasciato il sindacato per farsi eleggere deputato nel Pd (confermato nel 2013). Sottosegretario all’Economia e Finanze nel governo Letta.
• Diploma in Ragioneria, formazione nell’associazionismo cattolico veneziano, già segretario nazionale della Fim, nel 2006 fu eletto numero 2 della Cisl insieme a Raffaele Bonanni segretario generale. «Anche se è vero che quello tra Bonanni e Baretta è un matrimonio di convenienza, non significa che non debba funzionare. Anzi. Gli ottimisti hanno già ribattezzato la coppia “il braccio e la mente”, alludendo alle grandi capacità organizzative di Bonanni e all’abilità politica di Baretta. C’è invece chi preferisce definirli, anche qui con qualche inevitabile semplificazione, “i due dell’ex articolo 18”. Attraverso di loro, infatti, passò il principale canale di dialogo tra il governo Berlusconi e la Cisl, quello che portò nel 2002 alla firma del Patto per l’Italia, che implicava alcune deroghe all’articolo dello Statuto dei lavoratori contro i licenziamenti. Bonanni e Baretta fecero valere allora il loro saldo rapporto personale col sottosegretario Maurizio Sacconi (artefice con Marco Biagi dell’accordo). Ma mentre Bonanni non ebbe remore nella rottura con la Cgil di Sergio Cofferati, Baretta cercò di frenare gli eccessi. Poi, quella stagione si chiuse rapidamente» (Enrico Marro).
• In prima fila per la trattativa sulle pensioni che ha poi portato all’abolizione dello scalone di Maroni. Primo dirigente sindacale a proporre l’aumento dell’età pensionabile, ma contrario al metodo dei disincentivi, ha inventato il sistema, poi adottato dal governo Prodi, delle quote, per cui a partire dal 2009 si può andare in pensione se, sommando anni di contributi ed età anagrafica, si raggiunge almeno la cosiddetta “quota 95” (59+36 oppure 60+35).
• È il dirigente della Cisl che si è maggiormente impegnato nella costruzione del Partito democratico, senza potersi poi candidare all’Assemblea costituente per il divieto posto dalla Cisl ai suoi dirigenti di assumere incarichi di qualunque tipo nelle forze politiche. Sposato con Giuliana Ledovi, capo ufficio stampa dell’Inail.

• Appassionato di Montale, Hitchcock, jazz e nautica.