28 maggio 2012
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Biografia di Luca Barbareschi
• Montevideo (Uruguay) 28 luglio 1956. Attore. Regista. Produttore. Ex parlamentare (il 4 marzo 2013 ha cessato il mandato). «Tutti combattenti che poi diventano testimonial delle banche. Claudio Bisioe Gialappa’s. E lo stronzo servo del potere sempre io». A teatro interpreta il logopedista di Giorgio VI, Lionel Logue, nel Discorso del Re (2013)
• Siccome da bambino è stato molestato ha creato la Fondazione Luca Barbareschi – Dalla parte dei bambini.
• Nel 2008 alla Camera con il Pdl: «Ogni tempo porta con sé una novità. Questo tempo porta in parlamento Luca Barbareschi, attore poliedrico, di grande fisicità, dall´eloquio tracimante. Quando ha voluto ha parlato. S´incavola spesso. Era infatti incavolato quando disse: “An porta in Rai solo le mignotte”. Oggi Barbareschi è deputato indicato da Gianfranco Fini. E avverte il peso, letteralmente, della sua missione, la sua nuova vita da “uomo di Stato“» (Antonello Caporale). Per evitare conflitti di interesse ha venduto le azioni della sua casa di produzione (col patto di recuperarle una volta lasciata la politica). Nei mesi successivi all’elezione si era parlato di lui per i posti di sottosegretario alla cultura (andato a Francesco Giro), di assessore alla cultura della giunta Alemanno (andato a Umberto Croppi) e di presidente della Fondazione cinema per Roma, ex Festa del cinema, al posto di Goffredo Bettini (andato a Gian Luigi Rondi). Alla fine si è accontentato di rappresentare il Campidoglio nel cda della Fondazione, ma si è detto «stanco di avere delle competenze e delle idee ma di non essere ascoltato».
• In Parlamento si è detto favorevole alle nozze gay e, sul caso Englaro, all’eutanasia. Nel 2010 lasciò il gruppo del Pdl per seguire Gianfranco Fini che dava vita a Futuro e Libertà. «Fosse per me, io farei un altro partito, anche dell’1%, ma di grande etica, fatto da persone pulite, non ricattabili». La settimana successiva al primo congresso di Fli, uscì dal gruppo per confluire nel misto. Ha cessato dal mandato parlamentare a marzo 2013, alla fine della XVI Legislatura. Fu accusato dall’ex senatore Sergio De Gregorio di essere stato comprato da Berlusconi per lasciare il gruppo parlamentare di Fli in cambio di alcuni favori in Rai: «Ma quale compravendita! Io me ne andai perché non ne potevo più di stare in un partito con persone così. E me ne andai nel gruppo Misto, non dal Pdl! Io, facendo politica, ci ho rimesso! La politica mi ha ridotto alla fame. Prima di mettermi a fare il deputato, la mia denuncia dei redditi oscillava tra il milione e il milione e mezzo di euro. Sa invece quanto ho denunciato quest’anno? Duecentomila euro... ». (a Fabrizio Roncone). [Cds 2/7/2012].
• Nel giugno del 2012 ha totalizzato il 100% di assenze alla Camera e quando le Iene Filippo Roma e Marco Occhipinti sono andati sul set del film Mi fido di te in cerca ragioni sul suo assenteismo, lui li ha accolti con calci e pugni: «Sono entrati in bagno mentre facevo la pipì e sono stati cacciati fuori perché li abbiamo presi a calci nel sedere, lo rifarei anche domattina ma più pesantemente. Ho menato un po’, è stato molto divertente menare uno delle Iene» (a Giuseppe Cruciani). Stessa scena che si è ripetuta il 28 agosto a Filicudi dove l’attore era in vacanza.
• Per la tv ha recitato nella serie thriller Nebbie e delitti 3 (2009, per interpretare il commissario Soneri è ingrassato 18 chili, superando il quintale). Nel 2007 è stato tra i primi a replicare alle dichiarazioni di Dario Argento che alla Festa del cinema di Roma aveva attaccato le fiction televisive («sono la rovina del cinema: si spende solo per fare fiction, quella cosa inverosimile che fa rizzare i capelli in testa»): «C’è un piano strategico per affossare la fiction, ma se la fiction sparisce, diventeremo i casellanti dei prodotti stranieri. Non dobbiamo ingrassare i tacchini di Hollywood, che sono già grassi per conto loro. Il cinema nostrano è indifendibile, e lo spettacolo dal vivo verrà spazzato via dalla Endemol, che sta comprando tutti i teatri. Insomma, la fiction è l’ultima frontiera della creatività italiana. Difendiamola» (su Endemol vedi Marco Bassetti). Nel cast del film Noi credevamo (2010), sul Risorgimento italiano, che ha concorso per il Leone d’Oro alla 67ª Mostra del Cinema di Venezia.
• Vita Papà ingegnere «sempre in giro per il mondo», mamma economista esperta di cooperazione femminile ed erede di una dinastia di intellettuali, ha raccontanto di aver subìto molestie, dai 9 ai 13 anni, da un prete dell’istituto Leone XIII di Milano: «Ero timido, mingherlino, basso e avevo molto bisogno di sentirmi amato. Mia madre se n’era andata con un altro. Avevo scelto di stare con mio padre, ma non c’era mai... Essendo un bambino molto solo, per me era fondamentale essere il cocco del professore. Poi a quell’età la sessualità è molto incerta, provi al tempo stesso schifo e curiosità... È l’età dei giochi ambigui con gli amici. Ma un conto è farlo tra coetanei, un altro è se uno di 60 anni, un sacerdote, abusa di te e ti tiene psicologicamente in pugno» (a Ferruccio Pinotti). Per superare il trauma si è rivolto agli alcolisti anonimi, alla Priory Clinic di Londra e alla psicanalisi, «ma combatto quotidianamente con il mio senso di insignificanza».
• «I primi passi nel mondo dello spettacolo li ho mossi nella musica, suono tuttora chitarra e pianoforte. Dopo il liceo ho iniziato come aiuto regista di Virginio Puecher nell’opera lirica Racconti di Hoffmann di Offenbach del Teatro lirico di Chicago. Poi ho lavorato per una stagione intera agli allestimenti del Teatro Metropolitan di New York». Formazione allo Studio Fersen di Roma, corsi di Lee Strasberg, Nicholas Ray e Stella Adler a New York. Tra i suoi lavori American Buffalo (1984), Sexual Perversity in Chicago (1985), Mercanti di bugie (1989), Oleanna (1993) tutti testi di David Mamet, autore che per primo portò in Italia. Prime apparizioni televisive nell’84. Tra i protagonisti de La bella Otero e Melodramma. Dall’89, per cinque stagioni consecutive, condusse ogni giorno su Retequattro C’eravamo tanto amati, format poi rivenduto in America (That’s Amore: Barbareschi lo produsse con la sua Four Point Entertainment, fondata a Los Angeles, ed essendo bilingue potè lui stesso presentarlo anche negli Stati Uniti).
• Nel 1990 apre anche la casa di produzione Casanova Multimedia, con soci Aureliano Lalli Persiani e Susanna Bolchi. «Come Giacomo Casanova, Luca Barbareschi è innamorato della vita e della creatività "Un’amica mi disse che più che Don Giovanni ero un Casanova, non tanto per le donne, ma per atteggiamento visionario"». (Daniela Morandi, Corriere della Sera, 26/02/2013)
• Per la tv ha recitato nelle serie thriller Trenta righe per un delitto, Cronaca nera, Nebbie e delitti, Zodiaco. Regista e protagonista del film Il trasformista (2002). Nel cast del film di Tom Tykwer The International (2009).
• «È di destra, anzi “il solo attore di destra”, ma non abbastanza di regime. “Vorrei che la destra fosse meritocratica, che lavorassero quelli bravi, di destra o di sinistra, che sono molti di più. La mia scommessa è dialogare con una destra intelligente. Finora è una scommessa persa”. Le sue ambizioni migliori si rivolgono altrove. Grandi progetti, per il cinema, per il teatro e perfino per “quella deficiente della televisione”, come direbbe la signora Franca Ciampi. “Ma quelli della tv li tengo nel cassetto, in vista di tempi migliori. Fare buon cinema, buon teatro, in Italia è ancora possibile. Ma fare bella televisione è proibito dalla legge”. Trascinato nella polemica sulla “televisione deficiente” (vedi anche Franca Pilla), è stato il solo, fra destra e sinistra, ad avere il coraggio di puntare al cuore del sistema, ai potentati di Bruno Vespa e Maurizio Costanzo, invece di infierire come tutti su veline e comicastri. “Capisco che Costanzo e Vespa facciano paura, ma come si fa a essere così ipocriti da prendersela con quiz e varietà? Li fanno in tutto il mondo. La vergogna soltanto italiana è la pornografia dell’informazione, i salotti dove un ministro, una bonazza e il fidanzato di una serial killer discutono del problema dell’Aids”. La televisione rimane il luogo dell’impossibilità di essere intelligenti? “Quando faccio tv io parcheggio il cervello fuori ed entro depensato, come direbbe Carmelo Bene. Se ti capita di dire una cosa sensata, una sola, sei segnato a vita”» (Curzio Maltese).
• Nel maggio del 1982 sposò Patrizia Fachini detta Titti, da cui si separò a metà degli anni Novanta e che gli ha dato tre figlie: Beatrice (1983), Eleonora (1984), e Angelica (1992). Molto seguita dalla stampa rosa la storia con Lucrezia Lante della Rovere (durata sette anni): «Sono un papà all’antica».
• Dal 2009 fidanzato con Elena Monorchio, di 22 anni più giovane, che gli ha dato altri due figli: Maddalena (2010) e nel 2012, dopo quattro figlie, Francesco Saverio, il primo erede maschio.
• Critica «Bell’uomo con fama di sciupafemmine, intelligente, colto, politicamente controcorrente, essendo uno dei pochi uomini di spettacolo non impaludati nelle acque morte del conformismo di sinistra dove guazzano tutti gli altri tenendosi per la coda» (Luciano Gulli).
• Frasi «Sono il miglior attore italiano e nessuno mi chiama».
• «Ma qui il talento viene ucciso. Sempre Buy, Accorsi, Lo Cascio e soci: sono cast o terapie di gruppo? Ormai non si recita più in italiano: si biascica in dialetto».
• «È bene che ci sia separatezza tra politica e spettacolo, la sinistra usa gli artisti per farsi pubblicità e li ripaga con i privilegi e i posti. Ma la verità è che nessuno del nostro mondo ha mai davvero influito sulla politica. Nemmeno lo zero virgola zero, nonostante la presunzione di qualcuno».
• «Il cinema italiano? È la solita casta che si piange addosso o si autocelebra. Talmente autoreferenziale e innamorata del proprio ombelico, possibilmente di sinistra, che osanna Nanni Moretti, esporta Sergio Castellitto e pochi altri e non sa riconoscere il successo internazionale di Gabriele Muccino».
• Vizi Si definisce un «battitore libero»: «Questo mio vizio di dire la verità non va giù a nessuno».
• Sveglia alle sei del mattino: «Appena alzato pratico sempre un po’ di sport: pesi, joga e 40 minuti di vogatore, oppure corsa e bicicletta. Dalle 8 alle 10 mi dedico alla lettura di giornali e riviste e poi al lavoro no-stop fino alle 19».
• Libri e musica: «Ascolto di tutto dalla musica classica al rock passando per il jazz: il mio preferito è Bill Evans. Come letture prediligo romanzi e testi di filosofia delle religioni. Il mio preferito è La guida dei perplessi di Mosè Maimonide».
• «Amo il pesce, ma ho eliminato latticini e grassi. Bevo poco, ma amo molto Cabernet Sauvignon e i vini friulani e toscani». Fumava il sigaro. Alla nascita della sua quarta figlia, Maddalena, si è impegnato a smettere: «Per amore suo ho rinunciato agli amatissimi sigari toscani. Per una bambina non deve essere una situazione piacevole stare in braccio a un padre che puzza di tabacco».