Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Eugenio Barba

• Brindisi 29 ottobre 1936. Regista. Fondatore nel 1964 dell’Odin Teatret. «Il teatro mi permette di non appartenere a nessun luogo, di non essere ancorato a una sola prospettiva, di rimanere in transizione».
• Vincitore del Premio Sonning (riconoscimento tributato tra gli altri a Winston Churchill, Simone De Beauvoir, Karl Popper). Allievo di Jerzy Grotowski.
• «La bella faccia segnata dal sorriso, la pelle scura da pugliese doc, il vezzo (ma lui non lo chiamerebbe così) dei piedi nudi nei sandali francescani anche d’inverno, Barba è considerato il maggior regista teatrale europeo con Peter Brook, Peter Stein, Luca Ronconi, il più rivoluzionario e sperimentatore».(Anna Bandettini, la Repubblica)
• «Ho scelto il teatro per intrecciare relazioni, incontri. Per quanto riguarda me ci sono state persone che hanno inciso a tal punto nella mia vita da portarla fuori strada. Penso a Eigil Winje, il proprietario dell’officina di lattoniere a Oslo che mi insegnò a saldare e ad avere pazienza e rispetto quando giunsi in quel paese da emigrante, penso a Grotowski da cui appresi che il teatro è lotta per non essere asfissiato e poi ai miei primi attori, la cui capacità di stringere i denti ha permesso l’avventura dell’Odin». Il metodo Grotowski si basava su una disciplina di esercizi fisici quotidiani: «Ci sono voluti anni per capire che recitare non è eseguire qualcosa ma reagire a qualcosa, e quanto sia importante trovare la strada per scatenare nell’attore l’impulso a reagire. Oggi, con cinquant’anni di esperienza alle spalle, posso dire che il training sviluppa un dialogo intimo con la creatività dell’attore di cui lui stesso non è consapevole perché l’attività fisica apre la possibilità di reagire con tutto il corpo, con parti del cervello normalmente in letargo».