28 maggio 2012
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Biografia di Marcello Baraghini
Civitella di Romagna (Cesena e Forlì) 19 novembre 1943. Editore. Nel 1970 fondò la casa editrice Stampa Alternativa. Grande notorietà con la collana Millelire, uscita all’inizio degli anni Novanta e insignita, nel ’94, del premio Compasso d’oro per la comunicazione e la grafica: si trattava di volumetti di veste spartana, 11x15, al massimo 50 pagine, tirati in centinaia di migliaia di copie e venduti appunto a sole mille lire. Tra questi, exploit assoluto per La lettera sulla felicità di Epicuro (più di un milione di copie). «Abbiamo venduto 22 milioni di “Millelire”, da un fatturato di 600 milioni passammo a 3-4 miliardi di lire nell’arco di un anno o due» (a Massimo De Feo) [Alias 8/1/2011]. Nel 2011 i libri Millelire sono diventati ebook (costo: 49 centesimi).
• Ha raccolto in volume gli scritti di Bianciardi pubblicati a suo tempo dal Guerin sportivo e ne è nato un piccolo caso perché Luciana Bianciardi, la figlia, non gli ha dato il permesso, mentre Ettore Bianciardi, il figlio, sì (Luciano Bianciardi, Il fuorigioco mi sta antipatico, Stampa Alternativa, 2007). Con Ettore ha scritto anche Il libro mio lo pubblico io. Guida all’autopubblicazione (Stampa Alternativa – Strade Bianche, 2010).
• Direttore responsabile de L’Agenda della Notte, edita da Iacobelli (2007), organizza il Festival internazionale di letteratura resistente.
• «Mia madre era religiosissima e mio padre era un ex fascista che era andato volontario nella guerra di Spagna. Il clima era irrespirabile. Scappai che ero ancora minorenne, con la mamma che gridava: “mi farai morire”. Avrei dovuto denunciarla per falso in atto pubblico... è vissuta benissimo fino a 90 anni» (a Mirella Serri) [La Stampa 25/9/2010].
• Nel 1963 è, con Marco Pannella, tra i fondatori della Lid, la Lega italiana per il divorzio. Negli anni ’60 frequenta anche il Mondo di Pannunzio: «Pulivo i cessi, facevo il facchino ma questo mi permetteva di osservare questa scuola di giornalismo, vedere giornalisti che poi divennero famosi, Forcella, Barbato per esempio, costretti da Pannunzio a riscrivere lo stesso articolo due, tre, quattro volte fino a essere disperati, in lacrime» (a Massimo De Feo) [cit.].
• Nei anni ’70 è all’Avanti!: «Correggendo le bozze mi innamoro del corpo del libro, della materia del libro. I proto, i linotipisti nella tipografia erano compagni, e in molte ore morte appresi molto del socialismo, anche l’amore per il piombo, e divenni bravissimo a chiudere i giornali in tipografia. Fu lì che decisi che da grande avrei fatto l’editore» (ibid). Nel marzo 1970 fonda a Milano il Movimento dei giornalisti democratici, con Luciana Castellina, Andrea Barbato, Sandro Curzi e Luciano Ceschia. La Castellina gli chiede: «Al manifesto siamo tutti giornalisti e nessuno ne capisce di tipografia, dacci una mano a chiudere il giornale in tipografia» (ibid.).
• Le sue pubblicazioni gli causano denunce e condanne legate a reati di opinione – per un periodo è anche latitante nelle campagne toscane –, poi un’amnistia cancellerà tutte le sue pendenze legali.
• Vive a Pitigliano, in Maremma, dove ha una libreria-associazione chiamata Strade Bianche. «È una libreria scavata nella roccia, con una scala che porta a diversi livelli sotterranei, grotte e anfratti le cui origini si perdono nella notte degli etruschi» (a Massimo De Feo) [cit.].