28 maggio 2012
Tags : Marco Baldini
Biografia di Marco Baldini
• Firenze 3 settembre 1959. Conduttore radiofonico. Autoritratto: «Ex bello, ex alto, ex biondo, ex giovane, ex tombeur de femmes, ex famoso, ex personaggio radiofonico... praticamente un pirla» (dal suo profilo Twitter).
• Figlio di un guardafili della Sip. Inizi in un’emittente locale fiorentina (Lady Radio), fino all’89 a Videomusic, chiamato da Claudio Cecchetto a Radio Deejay vi rimase dieci anni. Dal 1999 al 2000 a Radio Italia Network e dal 2001 al 2008 a Radio2, in seguito ha collaborato per brevi periodi con varie emittenti (Radio Kiss Kiss, Radio Manà Manà e ancora Radio Deejay). Storica spalla (e autore) di Fiorello, che ha affiancato sia in radio (Viva Radio Deejay, Viva Radio2 ecc.) sia in televisione (Viva Radio Due… minuti, Il più grande spettacolo dopo il week-end): «Dopo di lui, non potrò lavorare con nessun altro».
• «Ci ha unito Cecchetto a Radio Dj. Mi affidò questo ragazzotto che aveva fatto l’animatore, pregandomi di tirar fuori qualcosa da lui. Ma Fiorello, che ha uno straordinario talento naturale, imparò immediatamente la lezione tanto che della cassetta del nostro programma, Viva Radio Dj, una cosa dove facevamo gli scemi tutti e due, se ne vendettero centomila copie. Lui mi fa ridere solo a guardarlo: io suggerisco qualcosa, lui l’acchiappa, poi andiamo a ruota libera. Lui è come suo padre che faceva il finanziere, ma in realtà era un artista mancato. Io sono come mio nonno, un fiorentino da venti generazioni capace di guardare alla vita con umorismo. Più che altro sono un bambinone. La cosa che so fare meglio è scrivere».
• «La prima volta che ci siamo incontrati, (Fiorello) è venuto nella mia stanzetta: “Minchia, sembri Sylvester Stallone”» (Vittorio Zincone). [Magazine luglio 2007]
• In radio ha lavorato anche con altri: Amadeus, I Fichi d’India ecc.
• Primi lavori: «Portavo tortellini in giro per la città. Poi andai a lavorare all’Opera del Duomo. Come usciere. Una volta una turista, dopo aver pagato per salire sul Campanile di Giotto, mi chiese quanto costava scendere. Non costava niente. Da quel giorno cominciai a far pagare. Dopo un po’ mi allontanarono» (Zincone, cit.).
• «Il luogo più trasgressivo e stravagante dove ho fatto l’amore è stato sopra una moto: lei guidava e io stavo dietro. Poi, però, ci siamo fermati» (Igor Righetti – Massimo Curti). [Eva Tremila 22/2/2007]
• Si definisce un tifoso sfegatato della Fiorentina.
• Comunista da sempre. A Firenze, negli anni ’70, «Mio zio, parroco di Tizzano, provò a farmi avvicinare alla Dc. Ma io entrai nel collettivo di Autonomia operaia. C’erano due tipe che mi piacevano» (Zincone, cit.). «Nel ’76 durante una manifestazione sfondammo la vetrina di un negozio. Mi portai via sei scarpe. Arrivato a casa mi accorsi che erano tutte sinistre. Il giorno dopo scrissi un appello in bacheca: “Il compagno che ha le sei scarpe destre si faccia vivo”» (ibidem). Nel 2008 ha sottoscritto un appello del Manifesto per il ripristino del simbolo di falce e martello: «Ho sempre votato a sinistra, da ragazzo a Firenze ero un forchettone arruffapopolo. E quel simbolo per me ha un valore romantico: mi ricorda la mia infanzia, come l’ippopotamo dei pannolini o il grissino del tonno» (Lorenzo Salvia). [CdS 22/2/2008]
• Grandi problemi col gioco, «arrivò a perdere 4 miliardi di vecchie lire, una notte, a Milano, gli strozzini lo sequestrarono, gli diedero una pala: scavati la fossa... Pensava che fosse finita» (Valerio Cappelli).
• «Per anni ho pensato solo al gioco. Per me era un secondo lavoro, con orari precisi. Dalle sette alle dieci del mattino ero in radio; poi preparavo i testi per Fiorello che arrivava dopo mezzogiorno. Dall’una alle due lavoravo con lui e alle due e mezzo del pomeriggio ero già all’ippodromo o all’agenzia ippica. Giocavo per ore e perdevo. Perché al gioco non si vince mai e, quando succede, è come aver preso soldi in prestito, che poi devi restituire con gli interessi» (a Silvana Mazzocchi).
• La sua passione erano soprattutto i cavalli: instillatagli a 12 anni da un Cosimo, elettrauto ed edicolante, che lo portò nell’agenzia ippica delle Bande Nere, a Firenze, a scommettere 100 lire su un cavallo che pagava 6 volte la posta. Vinse e non smise più, fino al punto, molti anni dopo, di arrischiare 40 milioni su un altro cavallo quotato a 6 e di perderli «per una narice». Il suo cavallo preferito era il trottatore Dumrek del driver Mazzarini (Francesca Travaglini).
• «Ha ricominciato a vivere il 23 aprile del Duemila. Dopo dieci anni di debiti accumulati con il gioco d’azzardo (tre milioni di euro - ndr) e di fughe dagli usurai ha deciso di darsi un’altra opportunità. “L’input mi è arrivato dal lavoro. Sergio Valzania, mio vecchio capo scout, mi aveva offerto un progetto a Radio2. Seicento chilometri erano una buona distanza per ricominciare. Ho preso in affitto un residence senza sapere come lo avrei pagato. È stato l’inizio della mia metamorfosi”» (Elvira Serra).
• Fortissimo a poker, che pratica ancora con moderazione: i telespettatori lo hanno visto esibirsi (e vincere) in un torneo ripreso da Sky.
• Ha raccontato la sua storia ne Il giocatore (Baldini Castoldi Dalai, 2005), dal quale è stato poi tratto il film Il mattino ha l’oro in bocca, interpretato da Elio Germano, regia di Francesco Patierno (2008). Scommessa persa: a fronte di una sovvenzione statale di quasi due milioni di euro, ne ha incassati poco più di un milione.
• Nel 2009, in seguito a «una forte ricaduta», è finito nella rete di Giuseppe “Sergione” De Tomasi, usuraio un tempo vicino alla banda della Magliana: «Ho ripreso a giocare e a perdere molti soldi, avevo bisogno di somme di denaro per ripianare i debiti» (Rinaldo Frignani). [CdS 14/7/2011]
• A fine 2007 ha aperto un ristorante a Roma (“Sottarponte”, sotto il ponte Duca d’Aosta).
• L’8 settembre 2007 ha sposato Stefania Lillo, redattrice di Radio2, cerimonia celebrata dal sindaco Walter Veltroni nella cappella sconsacrata di Santa Maria in Tempulo a Caracalla, testimone Fiorello.
• Nel 2009, dietro compenso di duecentomila euro, ha partecipato come concorrente al reality show La fattoria, perdendo otto chili e vincendo il montepremi finale di centomila euro (Fiorello: «Doveva vincere: lo hanno votato tutti quelli che gli hanno prestato i soldi»). Ha poi devoluto l’intera vincita in beneficenza alle vittime del terremoto in Abruzzo.