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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Claudio Baglioni

• Roma 16 maggio 1951. Cantautore. «Io? Bono e Bello».
Vita Figlio di Riccardo, sottufficiale dei carabinieri, e di Silvia Saleppico, sarta, tutti e due di origine umbra. Infanzia a Roma nel quartiere Monte Sacro, poi a Centocelle in via dei Noci. «“Figlio unico cresciuto in solitudine”, da piccolo chiedeva alla madre: “Ma perché so’ sempre solo?”. E lei: “Non c’abbiamo soldi per comprare altri bambini”. Allora lui metteva le monetine da parte e poi gliele portava: “Mia madre mi guardava, scuoteva la testa e diceva: “No, non sono ancora abbastanza. I bambini adesso sono rincarati”» (Aldo Dalla Vecchia).
• «Mio padre fischiava sempre, e poi gli piacevano le fanfare e le fisarmoniche» (a Gino Castaldo).
• Il primo bacio a 13 anni: «Io non sapevo come si baciava e lei ha tenuto i denti serrati tutto il tempo. Ho pensato: “Se questo è un bacio, allora non me ne frega niente”» (ad Aldo Dalla Vecchia, Tv Sorrisi e Canzoni).
• «A 14 anni volevo farmi prete. Assicurai a mia madre che avevo sentito la vocazione, anzi la “voce”. Poi arrivò il ’68. Partecipavo ai cortei, non agli scontri con i carabinieri: non avrei mai potuto, in quelle divise rivedevo mio padre. Da ragazzo avevo tre miti. Celentano, con cui poi ho fatto una trasmissione tv, Svalutation. De André: ho imparato a suonare la chitarra sulle sue prime canzoni. E Battisti» (ad Aldo Cazzullo).
• «Da ragazzino le notizie di chi è nato e chi è morto mi destabilizzavano, io pensavo che tutte le persone che si conoscevano e si volevano bene dovessero nascere e vivere e andarsene tutte insieme».
• Un paio di concorsi canori per sconosciuti vinti a Centocelle, semifinalista ai Ludi canori di Teddy Reno e Rita Pavone (1965). Soprannominato dagli amici al Prenestino “Agonia” perché «ero quello più magro e bianco di pelle, inoltre vestivo tutto di scuro e avevo gli occhiali grossi tipo cinemascope».
• Prima canzone nel 1967 (Annabel Lee), primo contratto con la RCA nel 1969, sottoscritto dal padre perché è minorenne. Il direttore artistico della casa Zeppegno avrebbe detto: «Tanto questo non farà mai niente». Rapporto con la RCA tempestoso e concluso poi nel 1977.
• Cambiò all’ultimo momento il titolo del suo primo 45 giri, Signora Lia (1970): «In realtà l’avevo chiamato Signora Lai: stavo per registrare in studio il provino alla Rca di Roma. I tecnici in regia indossavano il camice bianco e una spilla con il loro nome. Mentre stavo per cominciare ho visto che il capo dei fonici si chiamava Lai di cognome. E la mia canzone era tutta basata sull’infedeltà coniugale della signora Lai. Temendo che mi rovinasse la carriera, decisi all’improvviso di cambiare» (a Mario Luzzatto Fegiz).
• Primo album nel 1970 (Claudio Baglioni), ritirato dal commercio dopo pochi mesi. Viene fischiato a Venezia, a Bari (manifestazione Caravella dei successi) la sua canzone Notte di Natale, giudicata troppo triste, viene ritirata. «Avevo successo solo in Bulgaria e Cecoslovacchia».
• Svolta nel 1972, con l’album Questo piccolo grande amore, che ha venduto fino ad oggi 18 milioni di copie. La canzone che dà il titolo al 33 giri diventa un cult. In origine il testo aveva una parte politica che il produttore artistico di Rca, Ennio Melis, tagliò («di cantautori impegnati ce ne sono già troppi»). Baglioni dice di averne preparato negli anni successivi varie versioni e di essersi sentito contestare da qualche fan con l’argomento: «Piccolo grande amore ormai appartiene a tutti. Non hai più il diritto di modificarla». Nel 1985 una giuria popolare l’ha proclamata «canzone italiana del secolo». Il brano fu censurato in Argentina e messo al bando dalla dittatura di Videla tra il 1976 e il 1983.
• Da questo momento in poi decine di successi: vince il Festivalbar con E tu, titolo anche di un singolo e di un album di grande successo.
• Seguono: Sabato pomeriggio (arrangiato da Luis Bacalov), Solo, E tu come stai (1978) edito dalla Cbs e che chiude il rapporto con la Rca. Tour in Europa, Sud America, Usa e Canada.
• Nel 1980 vende un milione di copie di Strada facendo. “Miglior cantante dell’anno” al concorso Viva la Voce, “Miglior cantautore” secondo l’Associazione critici cinematografici. Nel 1985 altro milione e mezzo di copie con La vita è adesso. Tournée negli stadi dove raduna centinaia di migliaia di fan (è il primo italiano a cantare negli stadi).
• Fortemente contestato a Torino, nel 1988, a un concerto organizzato da Amnesty International: una parte del pubblico non gli riconosce il diritto di esibirsi a un concerto che ha anche una forte valenza politica e lo ricopre di fischi. Non manca il lancio di ortaggi. Sul palco si esibiscono con lui (ma sono accolti ogni volta da ovazioni) Springsteen, Sting e altre star internazionali.
• Silenzio fino a Oltre del ’90, album che ospita anche altre star (Youssou N’Dour, Pino Daniele, Mia Martini ecc.). Nel ’91 un concerto al Flaminio di Roma è ripreso in diretta dalla tv e fa un record d’ascolto.
• Nel ’95 l’album Io sono qui, nel Natale del ’96 canta Avrai davanti a Giovanni Paolo II, nel ’97 presenta con Fabio Fazio il programma tv Anima mia, rievocazione sentimentale degli anni Settanta.
• Lancia l’album Viaggiatore sulla coda del tempo negli hangar degli aeroporti di Firenze, Milano, Napoli e Catania che raggiunge nello stesso giorno volando su un Atr 42 (30 ottobre 1999). Canta nuovamente per il Papa la notte tra il 31 dicembre del 1999 e il 1° gennaio del 2000 (Notte del Millennio). Il suo sito web registra nel 2001 17 milioni di contatti. Commendatore della Repubblica nel 2003, dottore in Architettura nel 2004 (tesi sul restauro del gazometro a Roma).
• L’album Tutti qui - Collezione (2005, triplo disco di platino) raccoglie i suoi successi e tre brani inediti scritti in gioventù (Annabel Lee, La suggestione e Ci fosse lei).
• Sua abitudine di esibirsi all’aperto, quasi fingendo di essere uno sconosciuto cantante di strada: alla fine del ’75, con De Gregori, in piazza del Pantheon a Roma (nessuno li riconosce), blitz vari nel ’91 in alcuni locali storici d’Italia, esibizioni sull’autobus 51 a Roma, sul tram 24 a Milano e su un mezzo pubblico di Chiaia a Napoli nel ’98.
• Ricky Gianco lo ha trascinato in giudizio sostenendo che Questo piccolo grande amore era copiato dalla sua È impossibile. Ha perso.
• La scherzosa citazione di Bono, rockstar impegnata per gli aiuti all’Africa, si deve ai concerti O’ Scià che Baglioni organizza dal 2003 sulla spiaggia della Guitgia a Lampedusa, dove ha anche una villa: nel 2007 ha portato O’ Scià (“Il Fiato” nel dialetto di Lampedusa) anche a Malta, con la partecipazione di Riccardo Cocciante e Gianni Morandi, e in Libia.
• A fine 2006 ha pubblicato un disco di trenta canzoni italiane degli anni Sessanta (Quellideglialtrituttiqui: tra i brani scelti Nel blu dipinto di blu, Vengo anch’io, Senza fine, La canzone dell’amore perduto di De André) con risultati che hanno lasciato perplessa la critica. Per esempio Berselli: «Non mi sembra tanto convincente», Gene Gnocchi: «Sequestrata a Lampedusa la villa di Claudio Baglioni. Per essere sicuro di avere muri solidi avrebbe utilizzato i suoi ultimi cd come mattoni».
• Grande successo del tour Tutti qui tra l’ottobre del 2006 e la primavera del 2007, con piccola coda negli Stati Uniti e in Canada. Il 23 aprile 2007, giorno della chiusura a Roma, s’è poi esibito dal balcone di un primo piano di via dei Noci, quartiere Centocelle, accolto da una Teresa di 87 anni che fu amica della madre. Da ragazzo Baglioni abitava al terzo piano dello stesso stabile. Una folla di un migliaio di persone s’è radunata ad ascoltarlo (sull’abitudine di Baglioni di improvvisare esibizioni in pubblico vedi più avanti).
• Il 1° settembre 2007 ha cantato a Loreto in occasione della visita di Benedetto XVI. C’era anche Lucio Dalla.
• Nel periodo ottobre-dicembre 2007 il Corriere della Sera ha riproposto in allegato dodici suoi album, da Questo piccolo grande amore (1972) a Oltre (1990).
• Nel 2008, dopo quattordici anni dalla fine della loro unione, si è separato legalmente dalla moglie Paola Massari, che gli ha dato un figlio Giovanni (19 maggio 1982). «Insieme sin da ragazzini, i due hanno condiviso tutto. Si erano incontrati per caso nell’aprile del 1971 a una Mostra dell’elettronica a Roma: lei era in visita con la scuola, lui aveva appena inciso la prima canzone, Signora Lia. Fu colpo di fulmine, non si lasciarono più. Si sposarono nell’agosto del 1973, lui 22enne allampanato cantautore in ascesa, lei 18enne bionda e bellissima. Fu una cerimonia intima e semplice: dopo le nozze, festeggiamenti in pizzeria. Claudio e Paola resero pubblico il loro matrimonio solo cinque anni dopo, quando lui ormai era diventato un cantante di successo, l’idolo delle ragazzine. E la “maglietta fina” della canzone? Paola confessò di tenerla ben custodita in una cassapanca. Ora che quel “piccolo grande amore” si è chiuso per sempre» (Grandhotel, giugno 2008).
• Da oltre vent’anni sta con la sua manager Rossella Barattolo: «Conviviamo dal 1994. Sarò la persona più felice del mondo quando sposerò Claudio».
• Nel 2008 ha partecipato con tre tracce all’album degli Elio e le storie tese Studentessi e ha inciso il brano in lingua maltese L’Aħħar Bidwi F’Wied il-Għasel.
• Sempre del 2008 è il tour Qpga, acronimo del disco che l’ha consacrato al successo, Questo piccolo grande amore, in cui ha riarrangiato i brani scritti nel 1972. Dal tour è nato un CD contenente brani inediti che furono scartati per il disco del ’72, un film (uscito nelle sale a febbraio del 2009) per la regia di Riccardo Donna e il primo romanzo del cantautore.
• Il 18 luglio 2009 ha presentato il brano Un solo mondo, inno ufficiale della 13ª edizione dei Mondiali di nuoto, che ha dato il nome al tour mondiale del 2010. Tra i luoghi scelti per esibirsi il Palau de la Musica a Barcellona e il Royal Albert Hall di Londra, che aveva ospitato prima di lui soltanto pochi altri artisti italiani: Luciano Pavarotti, Umberto Tozzi, Raf e Zucchero.
• Da maggio 2013 ha presentato un nuovo percorso pubblicando su iTunes un singolo ogni due settimane per un totale di 12 brani («perché poi scopri, alla fine, che c’è una storia, un percorso, qualcosa che li tiene insieme») raccolti nell’album Con voi uscito a ottobre. Un lavoro che lo ha «prosciugato». La stanchezza e una una laringite che l’ha reso afono lo hanno costretto a rinviare il tour a Natale: «Per sei mesi sono stato pazzo-maniaco-ossessivo. Poi sono crollato». [Fq 21/10/2013]
• Ha deciso che andrà a trascorrere gli ultimi anni della sua vita in convento di clausura: «Per pensare, per interrogarmi, per assaporare i silenzi» (corriere.it 5/7/2011).
Critica «Piccolo grande amore salì in cima alle classifiche e ci rimase per buona parte del ’73, anno molto politico, non ancora di piombo ma comunque tempestoso, e intensamente segnato dai moti studenteschi e dalle lotte operaie. Una trepidante canzone sentimentale, scritta da uno studente di Architettura romano che si sentiva permeabile ai tempi e all’impegno, ma aveva una sua vena intimista, introversa, in apparente controtendenza con i fiammeggianti umori pubblici dell’epoca. Quella canzone sarebbe diventata più di un classico: la vera e propria icona del cantare leggero nazionale, piccolo melodramma corale rieseguito in mille luoghi e mille forme, forse il più popolare e il più italiano di tutti i brani pop. Come Mamma, come ‘O surdato innamorato, come Volare, ma perfino più slegata dal suo contingente melodico, dal suono del momento, come se fosse la sintesi fortunata di modi e inflessioni di molte scuole e molti periodi: qualcosa di Battisti, qualcosa di Napoli, qualcosa della moderna malinconia cantautorale, il cantare dispiegato della tradizione popolare romana, e naturalmente l’eterna influenza dell’eterno melodramma» (Michele Serra).
• «L’anti Vasco: dorme con i bigodini perché vuole i capelli lisci come spaghetti (...) Claudio Villa sderenato» (Buttafuoco).
• «Mi affascina la genialità di Baglioni, delle sue melodie» (Giovanni Allevi).
• «È bravissimo» (Ennio Morricone).
• «Molte volte non diventi poeta perché non te ne rendi conto. La consapevolezza aiuta, non sminuisce. Un esempio? Claudio Baglioni. Un percorso, il suo, di tutto rispetto, ma ci sono pagine sue, sconosciute, di grande lirismo. Come Gesù è mio fratello che scrisse per Mia Martini» (Renato Zero).
• «Quando sono malinconico sembro Claudio Baglioni, che per me è il più bravo di tutti. È un poeta nato, che consuma note, armonie, comunica cose di una bellezza straordinaria... Non lo sa neanche lui questo. In dieci parole sue trovi sei atmosfere poetiche. Questo modo di armonizzare che si mischia con la voce» (Enzo Jannacci).
• «Tra i primi dieci grandi autori del mondo. Avrebbe voluto essere un De Gregori in cuor suo» (David Zard).
• «Emblema delle musichette da sala d’attesa (...) dovrebbe andare a zappare la terra, piuttosto che continuare a frignare stupide canzoni (...) Con testi che non raggiungono neanche il livello dei peggiori discorsi sul più e sul meno, infarciti dei soliti luoghi comuni, come quelli che si fanno per ammazzare il tempo quando si sta in fila alle Poste o che fanno tra loro le signore dal parrucchiere durante una messa in piega...» (Vasco Rossi).
Politica Ha cantato al matrimonio del figlio di Clemente Mastella, Pellegrino (2005).
• «Non credo che le canzoni debbano essere vincolate a destra o a sinistra. Ma, se proprio devo scegliere, dico Strada facendo» (aprile 2007, alla domanda di Sandra Cesarale, su quale fosse la canzone più adatta al nascente Partito democratico).
• «Se proprio devo collocarmi, diciamo che sono al centro. Negli Stati Uniti sarei un liberal ma nella politica non mi ritrovo. In passato ho votato per i repubblicani: non so perché, ma mi sembravano seri. Qualche volta anche per i comunisti, ma soltanto quando c’era Berlinguer, poi mai più. Ho molti amici missionari. Casini? Siamo amici, è una persona gradevole».
Vizi Tifa per la Roma, anche se il padre era laziale: «Ma mi portò a vedere Roma-Inter e m’innamorai del rosso vivace delle maglie».
• Ha tirato di boxe da ragazzo «ma la mia carriera è finita quando ho colpito uno sul ring e ho continuato a scusarmi».
• Ha nuotato a livello agonistico fino a 15 anni, «poi ho lasciato perdere: non vincevo. Il nuoto è una forma di pensiero. Tra una vasca e l’altra canticchio con la mente, penso a motivi, parole. Poi le riconosco, le ritrovo, creo. Tutto in un abbraccio, per esempio, è cominciata nuotando. Quando sono a Lampedusa mi piace nuotare sulle lunghe distanze».