28 maggio 2012
Tags : Damiano Cunego
Biografia di Damiano Cunego
• Verona 19 settembre 1981. Ciclista. Ha vinto il Giro d’Italia 2004, due giri di Lombardia (2004 e 2007), nel 2008 l’Amstel Gold Race. Secondo al Campionato del mondo di Varese 2008. Nel 2009 vinse due tappe della Vuelta (l’8a e la 14a), nel 2012 la 2a tappa del Giro del Trentino. Per dieci stagioni con la Lampre, nell’ottobre del 2014 è passato alla Nippo-Vini Fantini.
• «Sedere basso, gambe corte, cosce massicce, tronco lungo. Sproporzionato. Il tutto in non più di un metro e 69. Compresa una crestina bionda tenuta in piedi dal gel proprio in mezzo alla testa. Trendy. Beppe Martinelli ricorda il primo approccio con la famiglia Cunego a Cerro Veronese. Raggelante. “Era il giugno ’98 e io stavo alla Mercatone con Pantani: avevo visto quel ragazzino a Brescia in una gara juniores e mi aveva colpito la sua freddezza. Ho cominciato a parlare con la madre di Damiano, poi è arrivato suo padre, che sotto casa ha un’officina di carrozziere...”. Papà Cunego lo guardò subito storto (“vorrà portarmi via il figlio?”). Imbarazzante. “Poi, quando ha scoperto che il mio meccanico era un certo Lamperti di Rovato, vicino a Brescia, mi ha aperto tutte le porte. Era lo stesso che gli elaborava le macchine da rally”» (Paolo Di Stefano).
• «Dal debutto al secondo anno da allievo, quando aveva 15 anni, si capiva che era un predestinato. Circuito di Pergine Valsugana, una delle prime corse: vince con 5’ sul secondo. Nel 1999 è campione del mondo junior nella sua Verona, domina il Giro della Lunigiana e la Tre-Tre bresciana. Nel 2002 il debutto tra i professionisti nella squadra di Simoni, nel 2003 ha vinto il Giro della Cina in maglia azzurra. Fisicamente, è uno scalatore puro, ma potente» (Luca Gialanella).
• «Non sono un mago nelle pubbliche relazioni, è vero. Non sono bravo. Ma ho altre doti. E non è vero che mi sono lasciato male con tante persone. Mi è stato anche rimproverato di essere rimasto troppo tempo in Lampre. Ma io qui mi trovo ancora molto bene e non sono assolutamente pentito. Nel ciclismo non è facile trovare l’ambiente ideale. A me questa squadra piace molto».
• Nel 2013, è stato rinviato a giudizio dal gup di Mantova insieme ad altri 26 tra corridori, tecnici e dirigenti della sua attuale formazione, la Lampre diretta da Beppe Saronni, per somministrazione e assunzione di sostanze dopanti: i fatti sarebbero accaduti tra il 2008 e il 2009. Cunego non è comunque mai risultato positivo ai controlli antidoping.
• Il 2013 è stato un brutto anno sotto il profilo lavorativo. Con la famiglia, si era trasferito in Svizzera. Ma non ha funzionato: «Non era casa nostra, non ci sentivamo a nostro agio. Abbiamo insistito un po’, prima di ritornare sui nostri passi. Questa cosa mi ha tolto serenità. E la preparazione fisica ha cominciato ad andare nel verso sbagliato subito, tra maltempo e gare saltate. Quindi ho sempre inseguito una condizione che non arrivava mai, ho preso un paio di volte la febbre, insomma è andato tutto storto. Sa quale è stato l’unico giorno in cui mi sono sentito bene? L’ultimo, la Japan Cup. Sono arrivato terzo, un risultato che di sicuro non mi cambia la vita. Ma può essere il nuovo punto di partenza. In certe gare di fine anno ho aiutato i miei compagni. Era giusto così e mi ha fatto piacere, ma la mia dimensione resta quella del capitano. Del vincente».
• «Sono un ragazzo semplice, ma preciso: per me il ciclismo è stato ed è disciplina, sacrificio, forza di volontà. Mi dispiace per chi si aspettava di più, ma io penso di aver dato sempre il massimo» (a Eugenio Capodacqua) [Rep 7/5/2014].
• Ora vive a Verona con la moglie Margherita Damian, i due figli, Ludovica (28 luglio 2005) e Christian (30 luglio 2013), e un gatto che si chiama Gatto. Ama la musica ed è appassionato di rally.