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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Rosario Crocetta

• Gela (Caltanissetta) 8 febbraio 1951. Politico. Presidente della Regione Sicilia dopo le elezioni del 28 ottobre 2012: «È la prima volta che un comunista giunge a palazzo d’Orleans con la vidimazione del voto popolare (Antonello Caporale) [Fat 30/10/2012]. Sindaco di Gela dal 2003 al 2009. Parlamentare europeo dal 2009 al 2012.
• Esperto di informatica, ha lavorato all’Eni, parla arabo, inglese e francese. Ha scritto per l’Unità ed è autore di poesie. Dal 2000 è nel Pdci. Dal 2008 è iscritto al Partito Democratico.
• «Il suo cammino, tra sacrestie e sezioni del Partito comunista italiano, inizia in periferia (…) in una casa popolare: padre precario, mamma sarta, tre fratelli più grandi, studi dai Salesiani che nella città del petrolchimico offrono servizi di base alle famiglie degli operai. Rosario serve messa tutte le mattine ma frequenta anche la cellula della federazione giovanile comunista. Il giovane gelese (…) respira la passione politica anche in casa dove il fratello Salvatore è il primo a farsi avanti fino a diventare parlamentare del Pdci di Oliviero Diliberto. Poi tocca a lui. (Dino Martirano) [Cds 30/10/2012].
• «Comunista, cattolico, omosessuale, nemico giurato della mafia, demagogo quanto serve. Il Vendola di domani» (Francesco Bonazzi).
• «Uomo massiccio e insieme lieve, capelli insolitamente castani, tre anelli all’anulare sinistro, timbro di voce ora grave ora acuto. Fisicamente, una via di mezzo tra Peppino Di Vittorio e Leopoldo Mastelloni (Aldo Cazzullo) [Cds 14/10/2012].
• Nel febbraio 2008 i magistrati antimafia di Caltanissetta rivelarono un piano per ammazzarlo, forse con un’autobomba. Felice Cavallaro: «Nel 2003 volevano ucciderlo con un killer arrivato dalla Lituania, durante la processione dell’Immacolata, fra devoti, sacerdoti e banda musicale».
• «Un giorno arrivò in casa un ragazzo ad avvertirmi: mi hanno detto di ucciderti, ma non posso fare del male a chi mi ha fatto del bene. È l’unica volta che non ho denunciato un reato» (a Cazzullo, cit.).
• «Crocetta si scontrò con la mafia come un Gary Cooper in Mezzogiorno di fuoco. Attaccò il boss locale, Daniele Emanuello (un tipo che aveva sotto di sé duemila picciotti e fatto duecento morti) e quando questi venne ucciso dalla polizia, Crocetta disse: “Oggi è il giorno della liberazione di Gela”, guadagnandosi la condanna a morte della famiglia» (Enrico Deaglio) [Ven 1/11/2013].
• Prima delle Regionali 2012: «Per due volte sindaco, eletto con percentuali bulgare, deputato europeo con il Pd, comunista berlingueriano, cattolico e omosessuale, cossuttiano, poi veltroniano, questo sessantunenne perito tecnico cresciuto da una famiglia povera, ma tra buone letture, oggi è sostenuto da un fronte politico amplissimo.» (Salvatore Merlo) [Fog 11/8/2012].
• Un anno dopo: « Una maggioranza vera il governatore non l’ha mai avuta. A causa del sistema elettorale demenziale, riuscì infatti a vincere grazie solo alle spaccature della destra, con meno di un terzo dei voti: il 30,5% scarso. E prendendo addirittura mezzo milione di voti in meno di Rita Borsellino, battuta largamente nel 2006 da Totò Cuffaro. Con il “suo” Pd ridotto a un malinconico 13,4%, il presidente si ritrovò quindi con 39 seggi su 90: “Nessun problema, mi cercherò la maggioranza in Aula. Conto sul dialogo col Movimento 5 Stelle”. Dodici mesi più tardi, quel rapporto che illuse perfino Pier Luigi Bersani, al punto di spingerlo a intestardirsi nella ricerca di un confronto dopo le elezioni pareggiate, è irrimediabilmente guastato. Giancarlo Cancelleri, il candidato grillino alla presidenza, dice che non ne può più: “Crocetta ha fatto un sacco di promesse ma dove sono le cose fatte? Non facciamo che votare proroghe, proroghe, proroghe. E la rivoluzione promessa dov’è? La butta sempre sull’antimafia: lui è candido e tutti gli altri sono sospetti. Non si può andare avanti così...” (Gian Antonio Stella) [Cds 14/10/2013].
• «Lo scenario è confuso, come al solito indecifrabile, un grumo di vendette, di rivalse e di progetti che fa dire a Enrico Del Mercato – capo della cronaca di Repubblica a Palermo – “orientarsi qui, ormai, è più difficile che in Medio Oriente, sciiti, sunniti, salafiti...”» (Federico Geremicca) [Sta 25/9/2013].
• « Riuscirà Rosario Crocetta a salvare la Sicilia da mafia, corruzione, ingiustizia e povertà? Bella domanda. Che si può anche formulare così: riuscirà il primo governatore di sinistra della regione, Crocetta appunto, a realizzare “la rivoluzione” che promette, o sarà accoltellato alla schiena dai suoi principali alleati, ovvero pii altrettanto incredibili dirigenti del Partito Democratico siciliano?» (Enrico Deaglio, cit.).
• Promotore, pur da esponente dei Democratici, del movimento Il Megafono-Lista Crocetta, che ha presentato candidati propri alle elezioni Politiche del febbraio 2013: «Giuseppe Lupo, segretario siciliano del Pd: “In questi mesi Crocetta si è occupato più di costruire il suo partito del Megafono che di governare la Sicilia. Quando poi ci ha pensato, ha fatto guai: oltre a distribuire centinaia di incarichi di sottogoverno a gente del suo partito”» (Geremicca, cit.).
• A novembre 2012 nomina assessori il cantautore Franco Battiato (al Turismo) e lo scienziato Antonino Zichichi (alla Cultura); a marzo 2013 licenzia entrambi: Battiato per aver scosso la sensibilità delle parlamentari (vedi Franco Battiato), Zichichi per le numerose assenze e la poca concretezza («pensa solo ai raggi cosmici»). Al loro posto pone la sua segretaria Michela Stancheris e l’archeologa Maria Rita Sgarlata: è «il sistema delle “assessorine”. Crocetta (…) si circonda solo di personaggi più che di persone, affrontando anche il rischio di cortocircuiti quando la libertà d’azione di questi prende il sopravvento sulla bottega (…). E comunque questo precipitare di personaggi quando s’arrischiano a diventare persone non procura ansie a Crocetta perché in continente, qualche imbecille, ancora ci crede alla rivoluzione. Ed è quella che s’appalta l’impunità nel fare lo stesso e peggio di ciò che si faceva prima ma con la torva tintura di un’ideologia della legalità – il vittimismo fruttuoso che dà immunità, quello delle auto di scorta offerte in ostensione quali stimmate di santità – da piegare alla strategia della clientela» (Pietrangelo Buttafuoco) [Fog 27/4/2013].
• Ad aprile 2013 pensa ad un incarico per Antonio Ingroia: «Crocetta non ha dei buoni motivi, se non di immagine, per mettere a capo della "Riscossione spa" un magistrato antimafia, ma questo è, dopo Zichichi e Battiato, un peccato veniale e al tempo stesso una conferma che l´idea forte della sua Sicilia e della sua politica rimane l´isola dei famosi» (Francesco Merlo) [Rep12/4/2013].
• Nonostante maggioranze variabilmente instabili, il suo governo non cade: «La legge che regola queste cose dal 2001 è chiara: se il governatore viene mandato a casa, vanno automaticamente a casa tutti. E questa prospettiva non piace a larga parte dei deputati regionali siciliani (…). A Palermo un parlamentare semplice, prebende e bonus ulteriori esclusi, guadagna ancora 11.780 euro netti al mese. E chi glielo fa fare, di buttar giù Crocetta e tornarsene, di questi tempi, al lavoro e alle paghe di prima?» (Stella, cit.).
• Franco tiratore: il 18 aprile 2013 non vota Marini, candidato del Pd, per la presidenza della Repubblica bensì Pietro Grasso (Fabrizio Roncone) [Cds 19/4/2013].
• Libro: E io non ci sto. Dalla Sicilia che vorrei all’Italia che verrà, Longanesi, 2013. Prefazione di Pietro Grasso.
• Da sindaco, aveva nel suo studio sette Madonne e una foto di Madre Teresa di Calcutta (Gian Antonio Stella) [Cds 30/10/2012].
• È devoto, in particolare, alla Madonna delle Lacrime di Siracusa, come uno dei suoi predecessori, Salvatore Cuffaro (Attilio Giordano) [Ven 22/2/2013].
• Fumatore di Marlboro: «per il fumo lui è peggio di Pannella» (Roberto Di Caro) [Esp 24/5/2013].
• Prima delle elezioni dichiarò: «Se dovessi diventare presidente della Regione dirò addio al sesso e mi considererò sposato con la Sicilia, le siciliane e i siciliani. Guidare la cosa pubblica è come entrare in un convento e non ho neanche più l’età per certe scorribande» (Aldo Grasso) [Cds 26/8/2012].
• «Ha tante identità quante gliene attribuiscono: cattolico, comunista, arruffapopoli, inquieto, cripto-irredentista, istrione, ecc. ecc. “Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso”, diceva Pirandello. E non aveva ancora conosciuto Crocetta (Grasso, cit.).
• «Da ragazzino, era il protagonista assoluto delle recite scolastiche e dicono che il gusto per la teatralità lo abbia affinato lì, al collegio dei salesiani» (Salvatore Merlo, cit.).