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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Paolo Crepet

• Torino 17 settembre 1951. Paolo Crepet, psicologo, psichiatra,
scrittore, frequentatore dei salotti tv, esperto di fiducia di Vespa. «È vero, in Tv ci sono, e da molto tempo. Ma vado solo perché mi chiamano. Non ho mai chiamato per andare».
• «Parte bene, il Crepet pubblico. Dopo una doppia laurea in Psichiatria e Sociologia (perché “mi piace l’umanità, l’uomo”), comincia facendo il ragazzo di bottega di Franco Basaglia e abbracciando d’impeto le tesi antipsichiatriche. Fa un po’ di gavetta nell’Ospedale psichiatrico di Arezzo, un laboratorio delle intelligenze-contro dell’epoca, e di contatto in contatto diventa coordinatore psichiatrico della Regione Lazio. Una borsa di studio sul suicidio concessagli dall’Organizzazione mondiale della sanità lo indirizza a quello che sarà il suo filone più ricco e duraturo: i giovani, i loro problemi e le loro devianze. Parte bene anche il Crepet privato. Il padre, Massimi, è prorettore dell’Università di Padova, i nonni sono artisti (un pittore e un ceramista). Le antenate sono emancipate ben oltre il proprio tempo, tanto che la bisnonna materna, peraltro contessa, si vantava pubblicamente di aver sedotto il Passator cortese. Una famiglia, fa notare oggi Crepet nelle note biografiche disseminate qua e là, che gli ha fatto immagazzinare “sensazioni, emozioni, potenzialità”. Doti che lui ha gettato sul piatto di una girandola di vaghe attività. Perché Crepet non è solo il commentatore principe di episodi emozionali. A parte i più svariati incarichi istituzionali da parte di comuni tosco-umbro-emiliani, è stato consulente dell’Esercito per i problemi del nonnismo, insegnante in un laboratorio fiorentino di scrittura, censore (riluttante) nell’apposita commissione cinema, attore teatrale dei suoi stessi testi. Qua e là lo psichiatra tuttologo lascia però filtrare di essere anche uno psicoterapeuta. Non ci informa dove e come si sia formato, ma si autodefinisce “puttana dell’anima” e dà squarci sui suoi casi clinici da far invidia a uno sceneggiatore di Hollywood. Chi può vantare infatti una “licantropa che fa sesso sui tetti di notte, dove gira tutta nuda, come se nulla fosse”?» (Stefania Rossini).
• Spesso ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta e immancabilmente se si parla del caso di Cogne (vedi Anna Maria Franzoni). Aldo Grasso: «Il famoso trio coatto: Simonetta Matone, Paolo Crepet, Francesco Bruno» (coatto nel senso di coazione a ripetere).
• «Velina con i baffi» (Antonio Ricci).
• «Odifreddi sta alla vera scienza come Paolo Crepet alla psicoanalisi, come Beatrice Borromeo al giornalismo» (Paolo Bracalini, il Giornale 26/09/2009).
• Al liceo si innamorò di Susanna Ronconi, ex terrorista delle Brigate rosse: «Aveva indosso la minigonna che ha turbato le mie notti d’adolescente. Era bellissima».
• Gli piacciono la Gabanelli, Iacona, Lucarelli e Fazio a Che tempo che fa ma non gli è piaciuta l’accoppiata con Saviano a Quello che (non) ho («Li ho trovati retorici»). La Littizzetto non lo fa ridere («Ha uno humor troppo facile») e nemmeno Crozza («
stesso problema»). Non ama il cinema italiano di oggi «fatta eccezione per Tornatore, Avati e pochi altri», non sopporta i cinepanettoni («mi inquietano») e i reality: «Dal Drive-in in poi la tv ha fatto crac».
• Ha scritto oltre venti libri. Tra questi: Le dimensioni del vuoto. I giovani e il suicidio (Feltrinelli, 1993), Le misure del disagio psicologico (La Nuova Italia Scientifica, 1994), Cuori violenti. Viaggio nella criminalità giovanile (Feltrinelli, 1995), I giorni dell’ira. Storie di matricidi (Feltrinelli, 1998), I figli non crescono più (Einaudi, 2005), La gioia di educare (Einaudi 2008), Elogio dell’amicizia (Einaudi 2012) e da ultimo Impara a essere felice (Einaudi 2013) .
• Ha una figlia.