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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Guido Crainz

• Udine 1947. Storico. Insegna Storia contemporanea all’Università di Teramo. Collabora con Repubblica. Tra i suoi libri Storia del miracolo italiano (1996), Il paese mancato (2004), Il dolore e l’esilio (2005), L’Italia del ’45 (2007), Autobiografia di una Repubblica (2009), Il paese reale. Dall’assassinio di Moro all’Italia di oggi (2012) e Diario di un naufragio. Italia 2003-2013 (2013), tutti editi da Donzelli. Da ragazzo fu membro del direttivo di Lotta continua.
• Direttore dell’Archivio audiovisivo della memoria abruzzese, che ha fondato nel 2004 all’Università di Teramo.
• Nei suoi libri ha tracciato i cambiamenti del nostro paese, dal Dopoguerra alla crisi della Prima repubblica. Considera il 1958 uno spartiacque: «Quell’anno segna l’incontro del nostro Paese con la modernità. Per la prima volta, gli impiegati nell’industria superano per numero i contadini; Giovanni XXIII inaugura un pontificato durante il quale la Chiesa dimostrerà di non temere il nuovo; entrano in vigore i trattati di Roma, che sanciscono la nascita della Comunità economica europea. E, sul versante dello spettacolo, non dimentichiamo il debutto di Adriano Celentano, Mina e Fabrizio De Andrè» (a Dario Pappalardo) [Rep 17/6/2009].
• I suoi tre libri Storia del miracolo italiano, Autobiografia di una repubblica e Il paese reale se uniti formano «in tutto quasi 1.300 pagine, colme di fatti, cifre, analisi. È forse questa la sintesi più originale e stimolante dedicata al secondo Novecento, insieme alla Storia dell’Italia repubblicana di Silvio Lanaro» (Raffaele Liucci) [S24 2/12/2012].
• «Nelle pagine di Crainz, cultore appassionato della storia sociale, anche nel senso più ampio e vario, troviamo un po’ di tutto, in una quasi festosa scorribanda: la televisione (e come sarebbe potuta mancare?), il cinema, lo sport, le canzoni, la moda. Insomma, tutto il repertorio del made in Italy, che per tanti versi, in verità, risulta un percorso dolente tra i mali d’Italia» (Angelo D’Orsi) [Sta 17/10/2009].
• Fustigatore dei fenomeni di corruzione dai quali, a suo avviso, gli italiani non riescono a liberarsi. Celebre la sua definizione di «società incivile», «la cui incubazione prese corpo negli anni Ottanta» confluendo poi «nella “idea di Italia” di cui Berlusconi è stato alfiere» [Rep 10/1/2010].