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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Carlo Cracco

• Creazzo (Vicenza) 8 ottobre 1965. Chef. Del ristorante “Cracco” in via Victor Hugo, a Milano, uno dei 25 “tre forchette” della guida 2008 del Gambero Rosso. Nel 2014 ha aperto il bistrot “Carlo e Camilla in segheria”, zona Navigli. È passato per le cucine di Gualtiero Marchesi e dell’Enoteca Pinchiorri a Firenze (entrambi, con lui, avevano tre stelle), poi ha lavorato in Francia, prima di aprire Le Clivie a Piobesi d’Alba. Dal 2011, affiancato da Bruno Barbieri e Joe Bastianich (e dal 2015 anche da Antonino Cannavacciuolo), è uno dei giudici di MasterChef Italia, il talent show culinario in onda su Sky. Dal 2014 conduce l’edizione italiana di Hell’s Kitchen. Libri: Se vuoi fare il figo usa lo scalogno. Dalla pratica alla grammatica: imparare a cucinare in 60 ricette (2012, giunto alla quattordicesima ristampa); A qualcuno piace Cracco. La cucina regionale come piace a me (2013); Dire, fare, brasare. In 11 lezioni e 40 ricette tutte le tecniche per superarsi in cucina (2014); In principio era l’anguria salata. Viaggio al centro del gusto (2015), tutti editi da Rizzoli.
• Enzo Vizzari: «Talento riconosciuto a livello internazionale, che marcia brillantemente anche dopo la separazione dagli Stoppani di Peck» (la separazione dai proprietari della boutique gastronomica è avvenuta nel 2007).
• «In Giappone le ragazze hanno feticizzato i suoi golf di cachemire sotto il grembiule» (Michela Proietti).
• «Ho cominciato con Marchesi, nell’epoca in cui i cuochi se ne stavano in cucina. Oggi siamo trattati da divi e ci offrono ingaggi importanti, ma io preferisco rimanere dentro al mio ristorante milanese».
• Quarto figlio di una famiglia semplice di Vicenza, il padre, ferroviere, per arrotondare aveva tre lavori extra, così come la madre. «Pacioccone, un po’ imbranato. Non facevo sport – sono pigro per natura – e quindi avevo pochi amici. Per fortuna c’era l’oratorio: diventai capo chierichetto, e in quinta elementare vinsi un viaggio per andare a vedere il Papa (…) Volevo iscrivermi al seminario, ma si pagava vitto e alloggio. Mio padre disse: “Sei scemo? Costa troppo”. (…) Ero abbastanza sfigato, un tontolone. Il primo bacio l’ho dato a 14 anni, al mare: un avvenimento mondiale. Alla fine ho capito che, per piacere alle ragazze, dovevo essere originale, e allora ho usato come arma segreta la musica: grazie a mio fratello, che era più grande e suonava, conoscevo le novità, le tendenze. O almeno, pensavo di conoscerle: una volta, sperando di rimorchiare, sono finito a un concerto degli Iron Maiden, tra metallari tutti maschi. Che cretino» (a Sara Faillaci) [Vty 27/2/2013].
• «Lavoro in cucina da quando avevo 14 anni, vengo dalla provincia veneta e mantengo bene il senso della misura di quello che faccio, non mi monto la testa» (a Luciano Pignataro) [Ilmattino.it 13/11/2013].
• «Della mia infanzia ricordo proprio i momenti in cui ci sedevamo a mangiare. Innanzitutto ci dovevamo essere tutti e la tavola doveva essere apparecchiata, altrimenti non si poteva cominciare. Non esisteva che tu ti alzassi o andassi via anche solo in bagno, oppure che qualcuno dei nostri amici citofonasse durante i pasti. Sapevano che dovevano venire dopo cena. Era una regola ferrea, molto giusta secondo me. Mio padre ci diceva di farli arrivare non prima delle 8.30, ma quando entravano in casa li faceva accomodare e per loro c’era sempre un po’ di dolce e un po’ di frutta, per i più grandi ogni tanto anche un goccio di vino» (Guido Andruetto) [Rep 12/12/2015].
• Convive con Rosa Fanti, romagnola, una laurea in Scienze della comunicazione, di 17 anni più giovane, che lavora con lui e gestisce i suoi impegni. Si conobbero nel 2009 a un evento, lui cucinava, lei curava le pubbliche relazioni. Il giorno dopo le mandò un messaggio anonimo sul cellulare: «Piacere di averti conosciuto». Dopo 48 ore si presentò nel suo ufficio. Nel 2012 è nato il loro primo bambino, Pietro; nel 2014 il secondo, Cesare. Ha altre due figlie da un precedente matrimonio, Sveva e Irene.
• «Mi svegliavo ogni mattina alle sette per leggere il suo sms: me ne mandava sempre uno, quando rientrava dal ristorante alle due, per augurarmi la buona notte. Quando è venuto a casa mia, come prima cosa ha aperto il frigorifero. Dentro c’era solo una confezione di piadine precotte e una mozzarella: volevo morire. Carlo l’ha richiuso e mi ha detto: “Da domani la spesa la faccio io”. Il giorno dopo si è presentato con dieci sporte piene di cibo: “Non toccherai mai più un fornello”. Poi si è messo a cucinare, piccione con patate e castagne. L’ho assaggiato e lì ho capito: sono fritta» (Rosa Fanti a Sara Faillaci) [Vty 27/2/2013].
• Prima portava i capelli a spazzola, è stata la compagna Rosa a fargli cambiare look: «Mi sono lasciato crescere i capelli e mi faccio la barba ogni 15 giorni. Indosso jeans e camicia ma ho anche lo smoking» (a Maria Teresa Veneziani) [Cds 1/10/2011].
• È considerato un sex symbol, «capace di spadellare con la stessa aria sadica funghi trifolati e ormoni trafelati di tutte le cucine e femmine d’Italia. Non c’è impresa che Cracco, nell’ultimo anno, non abbia cavalcato e la faccenda incredibile è che qualsiasi cosa tocchi diventa oro. O comunque glassa dorata. Scrive un libro su come farcire un piccione e arriva in vetta alla classifica. Va alle Invasioni barbariche a dare i voti all’arrosto della Bignardi e La7 fa ascolti da finale di Champion’s League. È giudice in un reality in cui il massimo della sfida è a chi fa meno grumi nella besciamella e la gente ne discute nei bar come se il giudizio di Cracco sulla lasagna di Ivan condizionasse le decisioni dell’Unione europea sulla Corte unificata. Appare su una copertina liricamente subliminale di GQ con avvinghiata addosso una tizia nuda che stringe un’orata tra le mani, e mezza popolazione femminile sogna di essere sfilettata come quel pesce da forno e di morire lisca tra le sue braccia. Ma Cracco è anche l’unico uomo che calca il palcoscenico di Sanremo sapendone più di trofie che di strofe musicali, e risultando comunque più virile di tutta l’Armata rossa nuda sotto la doccia» (Selvaggia Lucarelli) [Lib 21/2/2013]. Secondo la compagna Rosa, «Carlo non è mai stato un bello, e non è abituato a essere considerato tale. Negli ultimi anni certo è cambiato: i capelli, la barba, i vestiti. Ma fare questo effetto sulle donne lo mette a disagio. E io me la rido» [Faillaci, cit.].
• Ha fama di avere un caratteraccio: «È un po’ cupo, va bene. Ed è un testone. Ma è anche molto ironico» (Rosa Fanti ad Angela Frenda) [Cds 23/8/2013].
• «Sguardo truce e cuore indecifrabile» (Aldo Grasso) [Cds 9/12/2011].
• «Vuol sapere del mio atteggiamento in tv? Io mi reputo una persona gentile, non sono ruvido, sono semplicemente diretto. C’è una certa differenza. Quando devo giudicare un piatto non mi va e non mi è nemmeno possibile di girare intorno alla questione, devo puntare tutta l’attenzione su quello che c’è sotto i miei occhi. È più un ruolo, perché così riesco a tenere il pubblico concentrato su quello, altrimenti cambia canale. Io no, io non cambio, se mi fanno arrabbiare mi arrabbio di brutto, per esempio quando maledico un piatto la mia espressione è ferma, dura, ma è evidente che so essere gentile quando i nostri aspiranti cuochi lavorano. Il contesto è diverso» (Andruetto, cit.).