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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Carmen Covito

• Castellammare di Stabia (Napoli) 14 novembre 1948. Scrittrice. • «Una delle voci meno convenzionali e più espressive della nostra narrativa, è dal 1992 che dietro i suoi romanzi si profila la silhouette della “bruttina stagionata”, protagonista dell’opera prima che fu Premio Bancarella, bestseller tradotto in varie lingue, oltre che portato in teatro da Franca Valeri. Malgrado l’attitudine della scrittrice a rimettersi ogni volta in gioco, pubblico e critici sono andati a cercare anche nei due successivi romanzi (Del perché i porcospini attraversano la strada, Benvenuti in questo ambiente) l’ombra di quella Marilina Bruna, “quarantenne non brutta ma, peggio, bruttina” che sopravvive in una Milano popolata di donne solitarie e di furbi che ne approfittano. Sfondo dei primi libri era comunque la vita quotidiana sia pure percorsa da fuochi d’artificio grotteschi o surreali, beffardi o poetici» (Cesare Medail).
• Il titolo La bruttina stagionata fu pensato dall’amico Aldo Busi. Il libro «svettò in cima alle borsette di tutta Italia. Ne fecero anche un film, di Anna Di Francisca con Carla Signoris, Fabrizio Gifuni e Milena Vukotic. Ma Covito non volle essere una scrittrice da borsetta, volle smarcarsi e scrisse altri tre libri completamente diversi (...) Libri senza compromessi commerciali» (Paolo Bianchi) [Lib 18/1/2012].
• Altri libri: L’arte di smettere di fumare (controvoglia) (Mondadori, 2005), Le ragazze di Pompei (2012) e Il processo di Giusta (2013), entrambi Barbera.
• A lungo collaboratrice di case editrici, il mercato editoriale attuale non le piace: «Non c’è più un’editoria di catalogo. I libri vengono pubblicati in pratica senza una selezione, se non quella orientata dal marketing. Allora ben venga Amazon. Uno si pubblica da solo e poi sta a vedere quel che succede» [a Bianchi, cit.].
• «Moccia non lo leggo di certo. Gianrico Carofiglio mi piace» (ibid.).
• Ha vissuto a Madrid e Brescia, con una parentesi a Tokyo. Attualmente vive a Milano.
• Appassionata di cultura giapponese, «casa sua, in zona Lambrate, è un pezzo di Giappone. Lei stessa si presenta con un frusciante kimono (...) “Il mio sogno sarebbe vivere in Giappone, ma non me lo posso permettere”»(Paolo Bianchi). «I giapponesi mescolano tutto, con il massimo empirismo, senza farsi problemi rispetto all’origine, o al fatto se sia corretto filologicamente o altro, tanto che il Giappone è un laboratorio multimediale in tutti i sensi, proprio a livello di vita quotidiana. Tutto si mescola, il vecchio e il nuovo» (a Ludina Barzini) [Tmp 9/11/1997].
• È stata sposata per 18 anni con un giapponese.
• Canzone preferita, Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte: «A quei tempi era il brano rivoluzionario delle nostre feste liceali. Basta pensare che il modello precedente era Nilla Pizzi!».