28 maggio 2012
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Biografia di Antonio Costato
• Roma 9 giugno 1960. Industriale. «Titolare di un’azienda, i Grandi Molini Italiani, che con circa 300 milioni di fatturato è il primo gruppo italiano del settore» (Raffaella Polato). Ex presidente dell’associazione industriali di Rovigo (2006-2008), ex vicepresidente di Confindustria (2008-2012).
• «Un primo molino a pietra agli inizi del 1800 sulla riva del Po diventato un gruppo da 300 milioni di fatturato, con sei stabilimenti da Marghera a Vienna, 5.000 clienti (dal panettiere alla Nestlè) per una quota del 21% del mercato italiano» [Antonio Jacchia, Cds 18/9/2007].
• Chiamato nel direttivo di Confindustria da Emma Marcegaglia nel 2008, mantiene la delega per l’energia e il mercato fino al 2010. Gli viene poi ritirata, pare per «un compromesso rispetto alle tensioni tra grandi gruppi energetici, Eni ed Enel, e piccole aziende energivore; tensioni acuite dalle posizioni di Costato critiche verso Eni. Il compromesso prevede la permanenza di Costato, che però si occuperà di federalismo e non più di questioni energetiche, seguite invece da Marcegaglia» [Fog 25/3/2010]. Spesso considerato «di simpatie leghiste» [Stefano Agnoli, Cds 9/2/2009], terrà la delega al federalismo fino alla fine del suo mandato.
• Critico con ogni tipo di dirigismo e pro mercato. Al ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia, che nel 2008 chiedeva un intervento solidale alla filiera dei produttori di pasta, pane e latte per fermare il caro prezzi, rispose: «Non credo che il Paese possa permettersi di estendere all’agro industria il regime di tutela di cui già troppi settori godono» [Antonio Jacchia, Cds 23/8/2008].
• Nel 2012 è tra i primi firmatari del manifesto promosso da Oscar Giannino «per fermare il declino e ritornare a crescere», che si trasformerà poi nella lista Fare – per fermare il declino candidata alle elezioni politiche 2013.
• Sul famoso blitz della guardia di finanza a Cortina, tra Natale e Capodanno del 2011: «Non voglio difendere la categoria degli evasori che è indifendibile, ma queste cose andrebbero estese a tutto il territorio nazionale. Magari anche al Centro-Sud d’Italia dove è risaputo che la gente oltre a non pagare le tasse fa anche fatica a giustificare da dove provengono i capitali che sono serviti a comprare Suv e ville» [Massimo Spampani, Cds 5/1/2012].
• È sposato dal 1985 con Luisa Finotti, da cui ha avuto tre figli: Antonluigi, Vittoria e Beatrice.