28 maggio 2012
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Biografia di Serse Cosmi
• Ponte San Giovanni (Perugia) 5 maggio 1958. Il padre, di cui rimase orfano a 14 anni, lo chiamò così in onore del fratello di Fausto Coppi. Allenatore (calcio), attualmente al Siena (nel 2012 ha firmato un contratto biennale). Dopo una partita vinta dai toscani a San Siro contro l’Inter per 2-0: «Se esiste la partita perfetta, oggi l’abbiamo fatta».
• Dal febbraio 2007 sulla panchina del Brescia (serie B). Nella stagione 2008/2009 è stato esonerato dopo cinque giornate di campionato (sostituito da Nedo Sonetti), ha poi allenato Livorno (2009-2010), Palermo (2011, per appena 4 partite), Lecce (2011-2012, dove è artefice di un’avvincente cavalcata salvezza).
• Diplomato Isef, istruttore di attività motorie per disabili, dopo aver giocato in formazioni dilettanti dell’Umbria divenne responsabile del settore giovanile dell’Ellera. Cinque stagioni (1990/95) alla guida del Ponte San Giovanni, ottenne tre promozioni (dalla prima categoria al Cnd). Altre due promozioni con l’Arezzo (dalla D alla C1), nel 2000/2001 arrivò in serie A, ingaggiato dal Perugia di Luciano Gaucci, che tenne in A per quattro stagioni (nel 2002 prendeva 300mila euro). Nel 2004/2005 vinse col Genoa il campionato di serie B (promozione poi annullata per gli illeciti del presidente Preziosi). Nel 2005/2006 condusse l’Udinese in Champions League, ma fu esonerato all’inizio del girone di ritorno.
• «Nel mio mestiere vince chi riesce a stare in sella più a lungo, un passo dopo l’altro, in un ambiente che ti stritola».
• Il 2009 tornò sui campi che contano: «Da mesi a caccia di una panchina, pentito per esser stato in passato troppo “aziendalista” ha fatto sapere che d’ora in avanti seguirà il consiglio di Carlo Mazzone e baderà meno al budget» (Giorgio Dell’Arti, Massimo Parrini, Pan 23/7/2009). Dopo quattro anni, di nuovo su una panchina di serie A, quella del Livorno, subito condotto al successo a casa della Roma, confidò «che saputo del nuovo ingaggio la moglie s’è messa a piangere». «Io ero un “mazzoniano”, un allenatore duro e puro. Il tecnico fa il tecnico, il presidente il presidente. Niente compromessi. Poi, ho capito che non funziona così. I presidenti vogliono sapere, essere coinvolti. Io chiamo ogni giorno Spinelli e gli racconto le cose dell’allenamento» (a Luca Calamai) [Gds 12/11/2009]. Finalmente tornato in A, raccontò di essere arrivato a ricevere in un giorno «quaranta telefonate, mentre per un anno e mezzo non m’ha chiamato nessuno» (a Paolo Rossi) [Rep 23/12/2009].
• «È un esperto di attese: “La panchina mi manca biologicamente, ne ho dipendenza fisica”». Sulle manovre di spogliatoio: «Chi pensa che i calciatori possano giocare contro il tecnico, ha un concetto troppo elevato di loro. Non sono in grado di elaborare strategie tanto sofisticate”» (Maurizio Crosetti) [Rep 26/9/2011].
• Da mister dell’Udinese, nel 2005 fece esordire in A contro l’Inter Piermario Morosini, il centrocampista bergamasco del Livorno morto in campo nel 2012 a 25 anni, a Pescara: «Mi aveva colpito per la sua maturità, aveva sopportato così tante cose» (ad Alessandra Retico) [Rep 15/4/2012].
• «Ero stato ucciso dal mio personaggio. Le imitazioni di Crozza, quel “ti spezzo le gambe”. Lo avevo previsto: ai primi risultati negativi avrei pagato tutto. Ma non capivo perché nel giudicarmi tutti guardavano il bicchiere mezzo vuoto. Non voglio dire che ci fosse un complotto, ma il dubbio l’ho avuto» (Calamai, cit.). Sulle imitazioni tra allenatori: «Sono sempre più convinto che il “guardiolismo” alla lunga possa fare più danni del “sacchismo”. L’imitazione, anche nel calcio, è sempre nettamente inferiore all’originale» (Massimiliano Castellani) [Avv 5/2/2010].
• A suo modo, in fatto di esoneri detiene una sorta di record: «Tre subentri e tre esoneri negli ultimi 4 campionati. [Sta 5/3/2013].
• Pelato, pizzetto, in testa sempre il berretto da baseball. Deve parte della popolarità alle imitazioni di Maurizio Crozza a Mai dire gol.
• Sposato con Rosa. Simpatie politiche: nel 2001 votò per l’Ulivo.