28 maggio 2012
Tags : Pantaleo Corvino
Biografia di Pantaleo Corvino
• Vernole (Lecce) 12 dicembre 1949. Direttore sportivo (calcio). Lanciato dal Lecce, dal 2005-2006 alla Fiorentina, dove lavora anche al fianco di Cesare Prandelli, futuro ct azzurro, fino al 25 maggio 2012: dopo una sconfitta interna per 5-0 contro la Juventus il 18 marzo, la società annuncia che non gli rinnoverà il contratto in scadenza il 30 giugno: verrà sostituito da Daniele Pradè.
• La stampa sportiva, compreso il decano Mario Sconcerti, gli riconosce un ruolo indiscusso di stratega del mercato oltre che di scopritore di talenti. «Dicono che sia bravo a vendere, ma vorrei sottolineare che ho sempre ceduto giocatori da me acquistati. Quindi, senza false modestie, anche a comprare non devo essere male» [Tts 14/10/2009].
• «Avrei voluto fare il calciatore: giocavo nei Diavoli neri, una squadra di Lecce, da centrocampista centrale, più portato all’interdizione che alla costruzione del gioco. Ma capii in fretta che in campo non avrei avuto successo: e a 17 anni, con papà malato, entrai in Aeronautica. Nel calcio, però, tenevo sempre un piede, facendo il ds della Gioventù Vernole, squadra del mio paese, che portai dalla Terza alla Prima categoria. E poi ancora a Scorrano, sino alla chiamata di Filograna nel Casarano: a quel punto, nell’89, decisi di cambiare vita. Avevo 39 anni e, con moglie e tre figli a carico, lasciai l’Aeronautica, cominciando a campare con una pensione di appena 700.000 lire».
• «La Fiorentina, come l’Arsenal, vuole essere un laboratorio sempre aperto» (a Luca Calamai) [Gds 4/3/2008]. C’è anche lui dietro l’ingaggio di Toni e Gilardino in viola. «Ho fritto per tanti anni con l’acqua. E ne sono usciti piatti gustosi visto che la Fiorentina è arrivata due volte prima del Milan e una volta davanti alla Roma. Però friggere con l’olio extravergine è molto meglio» (a Luca Calamai) [Gds 19/8/2008]. «Io opero nell’interesse della Fiorentina, ma qualcuno se ne risente: a fine stagione mi libererò di qualche sassolino, anche se dire sassolini è poco» (ad Alessandra Gozzini) [Gds 12/2/2011].