28 maggio 2012
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Biografia di Gino Corioni
• (Luigi) Castegnato (Brescia) 9 giugno 1937 – Ospitaletto (Brescia) 8 marzo 2016. Imprenditore. Storico presidente del Brescia.
• Titolare di una fabbrica di sanitari (Saniplast), nell’82 entrò nel calcio come consigliere del Milan, poi ha comprato l’Ospitaletto, nell’85 il Bologna – conquistando la promozione in serie A e portandolo poi in Coppa Uefa – e infine nel 1992 il Brescia.
• «Come tante grandi intelligenze, era partito dalla provincia. Non proprio da lontanissimo, perché Ospitaletto – come amava ripetere spesso – è solo una prosecuzione di via Milano: una decina di chilometri e sei lì. Lo diceva negli anni Ottanta agli amici imprenditori per convincerli a venire alle partite della sua squadra, oggi sprofondata nell’anonimato della seconda categoria, allora invece seconda forza della provincia, molto vicina a diventare la prima. Capitò quando l’Ospitaletto (C2) sfidò il Brescia (C1) nella coppa Italia di categoria: il sorpasso – sul campo – non ci fu ma i “cugini di campagna” – come li aveva argutamente definiti Corrado Orrico, allora tecnico delle rondinelle – diedero filo da torcere. Per l’ulteriore scatto ci volle un altro strepitoso personaggio di quei tempi, Gigi Maifredi, ex rappresentante di champagne, che portò le bollicine anche nel calcio. Col suo gioco spettacolare condusse in carrozza l’Ospitaletto in C1 nel 1987 e l’anno dopo si fece trascinare da Corioni in un’avventura ancora più stimolante, quella di Bologna: subito promozione dalla B alla A e, nel 1989-90, qualificazione in coppa Uefa. Per il tecnico si aprirono le porte della Juventus, Corioni, dopo qualche anno, arrivò dove tutti lo volevano, e cioè al Brescia» [Vincenzo Cito, Gds 9/3/2016].
• «Da presidente del Brescia ha vinto il Trofeo Angloitaliano (1994), è arrivato a una finale Intertoto (2001), è stato promosso cinque volte in A (’92, ’94, ’97, 2000, 2010) e altrettante volte è retrocesso. Ma dal 2000 al 2005 è rimasto ininterrottamente nella massima serie. Sotto la sua gestione sono approdati in biancazzurra campioni inusuali per una squadra di provincia: Roberto Baggio su tutti, capitano delle quattro salvezze consecutive. Ma non si possono dimenticare Pep Guardiola e Luca Toni, Gigi Di Biagio e Andrea Pirlo, Maurizio Ganz e Dario Hubner, Marek Hamsik, i rumeni Gica Hagi, Ioan Sabau e Florin Raducioiu. Andrea Caracciolo il bomber che ha sentito come un figlio calcistico: accolto ragazzino, l’ha visto diventare capitano. Fra gli allenatori, Mircea Lucescu e Carlo Mazzone» [Gian Paolo Laffranchi, Gazzetta.it 8/3/2016].
• Nel luglio 2014, dopo un’annata deludente, con tre cambi di panchine e l’undicesimo posto in Serie B, la crisi economica colpisce la sua società. Ubi Banca, al fine di coprire l’iscrizione del Brescia e saldare gli stipendi, concede un prestito da 4 milioni di euro, chiedendo in cambio le dimissioni da presidente di Corioni, che mantiene tuttavia la proprietà della squadra. A febbraio 2015 cede la società – sotto la regia di Ubi Banca e del presidente degli industriali Bresciani Marco Bonometti – alla fiduciaria milanese Profida.
• «Vulcanico, esperto, intenditore e grande “mangia allenatori”, apparteneva alla stirpe degli Anconetani e dei Rozzi. Era rimasto alla guida del club fino all’estate del 2014 quando i problemi finanziari che travolsero il club portarono prima alla sua estromissione dai vertici e poi alla cessione» [Marco Mensurati, Rep 9/3/2016].
• Campione di corsa campestre da ragazzo, poi ciclista dilettante, a 19 anni il primo impiego all’Idra come disegnatore di macchine per pressofusione e plastica: dieci ore al giorno per 25 mila lire. «A chi gli chiedeva quale fosse stato l’affare della vita, Gino Corioni rispondeva «i cessi». Non calciatori di dubbia qualità, intendeva proprio i sanitari, che produceva: «Perché il calcio è una tentazione irresistibile, ma un debito». Figlio sveglio di una famiglia umile della campagna bresciana, la fabbrichetta l’aveva aperta nel ’62 dopo il diploma da geometra: Saniplast, accessori per toilette, l’insegna la si vede dall’A4 passando per Ospitaletto» [Carlos Passerini, Cds 9/3/2016].
• Dalla moglie Annamaria ha avuto cinque figli, Fabio (d.t. del Brescia) e Silvia (responsabile marketing del Brescia), Antonella, Ilaria e Sara.