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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Danilo Coppola

• Roma 25 maggio 1967. Immobiliarista. Già 21° uomo più ricco d’Italia, discusso protagonista delle scalate Antonveneta e Bnl (“Furbetto del quartierino”), il 1° marzo 2007 fu arrestato per bancarotta fraudolenta. Altri reati contestati: riciclaggio, associazione a delinquere, evasione, appropriazione indebita e falso ideologico. Assolto in Appello nel maggio del 2013 «perché il fatto non sussiste». Una condanna a 9 anni di reclusione in primo grado il 1° aprile 2016 per bancarotta fraudolenta di alcune sue società tra il 2007 e il 2009. Tornato in carcere il 24 maggio 2016 per «pericolo di reiterazione dei reati». Colonnello: «Le accuse vanno dalla bancarotta fraudolenta alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, per un totale di circa 320 milioni di euro che secondo la procura non sarebbero stati versati al fisco. Somma per la quale è stato disposto il sequestro preventivo su immobili e disponibilità finanziarie dell’immobiliarista [Paolo Colonnello, Sta 25/5/2016].
• «In passato sono stato più volte attaccato per i miei capelli. Che debbo pensare? C’è gente che ogni mattina si fa la doccia ma non lo shampoo».
• Vittima di atti di autolesionismo, attacchi di panico, qualche crisi cardiaca, infine agli “arresti ospedalieri” al San Sebastiano di Frascati, il 6 dicembre 2007 “evase” per farsi intervistare da Sky Tg24. Causa anche altre infrazioni, dopo pochi giorni fu reincarcerato, poi ricoverato all’Ospedale Gemelli di Roma. In debito col fisco per 70 milioni di euro, nel febbraio 2008 ha messo in vendita la società “Ipi” (ex società della famiglia Agnelli), proprietaria tra l’altro del Lingotto di Torino e dell’area di Porta Vittoria. Unico dei “furbetti” ancora agli arresti (Gad Lerner: «Lombrosianamente discriminato», Pierluigi Battista: «Membro di diritto degli Sfigati Supremi»), nel giugno 2008 ha tentato una seconda volta il suicidio ingoiando delle pillole (già in aprile s’era tagliato un polso con un pezzo di vetro). In seguito gli sono stati concessi gli arresti domiciliari e in agosto ha potuto lasciare la casa materna di Borgata Finocchio per la Villa Volpe presa in affitto a Porto Rotondo.
• «I Coppola, siciliani trapiantati a Roma. La strada dove risiede anagraficamente il finanziere è via Bolognetta: si apre con i vecchietti del bar Billi e si chiude con il cemento armato della ferrovia abbandonata. Al centro c’è la villetta bifamiliare dei Coppola dove abita mamma Francesca. Che è nata a Cosenza e un tempo chiamava a raccolta le signore della zona per inscatolare le alici e arrotondare le entrate. Papà Coppola, classe 1929, nato a Casablanca ma con parenti a Trapani, era un impiegato statale. Solo alla fine degli anni Ottanta Paolo Coppola si dà alle costruzioni» (Marco Lillo e Vittorio Malagutti).
• «“Quando si trattava di comprare aree in zone in via di sviluppo”, racconta, “papà non stava lì a tirare sul prezzo”. Casilina, Tuscolana, Appia, Romanina, in questi quartieri Paolo Coppola costruì fino al 1995 quando, a 65 anni, morì per un ictus. Cosa lasciò al figlio? “Anzitutto, l’esperienza accumulata lavorando al suo fianco sin dai tempi del liceo scientifico”, racconta Danilo, che si è iscritto poi a Giurisprudenza senza mai prendere la laurea. Poi, un discreto patrimonio (“Una ventina di miliardi”, quantifica l’interessato) che, oltre ai cantieri aperti, allineava 50 appartamenti, una sessantina di negozi e due centri commerciali: “Tutto affittato”, spiega Coppola, “con introiti allora ammontanti a oltre un miliardo di lire l’anno”. Alla base di questa accumulazione c’è una regola aurea del vecchio Coppola: terminata la costruzione, si può anche vendere tutta la parte residenziale, mai quella commerciale di pregio. Così, continuando ad edificare, Danilo Coppola ha allungato la lista degli immobili in affitto» (Primo Di Nicola).
• «Tutto per colpa di una palestra. Danilo Coppola è finito in carcere per uno scherzo del destino. A settembre del 2004, dopo aver incassato gli abbonamenti annuali per un centro fitness di Grottaferrata, i gestori sono scappati con la cassa, i truffati sono andati in Procura e Danilo Coppola, che era proprietario delle mura, si è ritrovato suo malgrado sotto la lente di un maggiore molto pignolo: Roberto Prosperi. Il comandante della Guardia di finanza di Frascati ha scoperto che la sede del centro era stata comprata da Coppola per 1,2 milioni di euro e rivenduta a un’altra società del gruppo a 7 milioni, cinque giorni dopo. Per questi giochini Coppola è finito in galera con l’accusa di associazione a delinquere e bancarotta» (Marco Lillo). «Aziende immobiliari, le chiama lui. Un sistema di scatole cinesi, documenta l’istruttoria sul crack da 130 milioni di euro per cui risponde di bancarotta fraudolenta. Appeso a una piramide costruita su tre fiduciarie lussemburghesi (“Keope”, “Sfinge”, “Tikal Plaza”), una capogruppo italiana (“Pacop”), amministrata dalla cognata Lucia Necci e partecipante in tre spa. La “Gruppo Coppola”, la “Tikal”, la “Ipi”. Tra il 2004 e il 2007, il “Sistema” genera centinaia di milioni di euro in plusvalenze, con lo schema del gioco delle tre carte. La società X (di Coppola) vende alla società Y (formalmente intestata ad altro imprenditore, in realtà controllata da Coppola) un immobile, che quindi riacquista immediatamente in leasing, con la formula del “lease back”. La doppia transazione, gonfia il valore dell’immobile, consente a Coppola di accedere a forme di credito bancario privilegiato e genera plusvalenze, normalmente parcheggiate in società estere intestate a prestanome. Con il tempo quelle società vengono lasciate fallire. Con un doppio risultato. L’immobile, che apparentemente è passato di mano due volte (compravendita e lease back), in realtà non ha mai lasciato il portafoglio di Coppola, rivalutandosi. Le plusvalenze che ha generato sono state sottratte sia al fisco italiano che alle voci di bilancio. Da chiare sono diventate nere, per poi tornare chiare altrove. Si chiama evasione fiscale, ma il giro che compie il denaro somiglia come una goccia d’acqua al riciclaggio. È noto come il gioco porti Coppola in orbita. Entra in Bnl nel settembre 2003 con il 3% e siede nel contropatto con Caltagirone, Ricucci, Statuto nel momento della scalata Unipol. Si presta a Fiorani nella scalata Antonveneta. Nel febbraio 2007 arriva a controllare 4,68% di azioni di Mediobanca (di cui si libererà nei giorni che seguono il suo arresto). È altrettanto noto quanto rumoroso e doloroso sia il ritorno sulla terra. Arrestato e inquisito a Roma, è raggiunto in estate (19 luglio) da un nuovo provvedimento di cattura della Procura di Torino per operazioni immobiliari con la Banca Italease (aggiotaggio). Ne viene chiesto a Milano (26 luglio) il rinvio a giudizio per Antonveneta. Unicredit, la banca le cui linee di credito ha generosamente munto tra il 2003 e il 2004 in occasione di numerose operazioni immobiliari (e in cambio di tangenti a singoli funzionari), lo denuncia a Roma per appropriazione indebita (settembre 2007)» (Carlo Bonini e Elsa Vinci).
• Comprò il quotidiano Finanza e Mercati: «Alla prima riunione con il comitato di redazione ha proclamato: “Voglio un giornale autorevole, come quello inglese, quello colorato...”, indicando il Financial times» (Sergio Rizzo). Detto “Er Cash” per lo smodato uso di contanti, o “Palazzinaro con la pistola” «da quando sparò per spaventare degli zingari che lo disturbavano in un ghetto di periferia» (Alberto Statera). Capelli lisci, lunghi fin quasi alle spalle (taglio «Carré alla francese», lo definisce il suo barbiere di sempre a Borgata Finocchio). «Il giorno in cui fu arrestato, chiese di attendere un attimo, prese il vestito Armani da dentro l’armadio» (Claudio Cerasa).
• Il 7 maggio 2013, la Corte di Appello lo ha assolto con formula piena «perché il fatto non sussiste», ribaltando così la sentenza di primo grado che lo aveva condannato sei anni di reclusione con l’accusa di bancarotta fraudolenta, associazione per delinquere, appropriazione indebita e falso ideologico in relazione al crac della società Micop. Arrestato il 1 marzo del 2007, Coppola aveva subito due anni di custodia cautelare: «Il mio arresto, come ho sempre detto, è stato creato ad arte ed in molti oggi si dovrebbero per questo vergognare».
• Coppola ha accettato un accordo con l’Agenzia delle Entrate impegnandosi a pagare 210 milioni di euro. Ma chiede allo Stato e all’Agenzia delle Entrate un risarcimento danni per 1,2 miliardi di euro. «Oramai è palese a tutti che l’Agenzia delle Entrate raccoglie in maniera ingiusta attraverso il suo braccio armato Equitalia, usando mezzi che purtroppo la legge gli consente, tributi non dovuti e purtroppo per questo ogni giorno stanno morendo milioni di imprese» [Huffington Post 12/6/2013].
• Il 1° aprile 2016 è stato condannato in primo grado per bancarotta fraudolenta a 9 anni di reclusione e arrestato il 24 maggio per «pericolo di reiterazione dei reati». Er Cash avrebbe sottratto al fisco 320 milioni di euro. Spiega Paolo Colonnello: «L’indagine nata due anni fa e portata avanti dalla Gdf, ha messo nel mirino tre episodi: il fallimento per mezzo miliardo di euro del vecchio gruppo immobiliare di Coppola, ora Immobiliare 2004, gia coinvolta anche nello scandalo della scalata Antonveneta; il fallimento della società Mib Prima, un veicolo finanziario costruito per la cessione di alcuni asset immobiliari (tra cui il Lingotto) detenuti dalla Ipi spa alla Mi.mo.se. di Massimo Segre, per un importo attorno ai 30 milioni di euro in seguito scomparsi in frenetiche e misteriose girandole di acquisti e vendite in alcune società lussemburghesi. Infine, secondo i pm, Coppola si sarebbe comportato in maniera fraudolenta nella trattazione dell’affare di Porta Vittoria, sopravvalutando il valore degli immobili e vantando crediti artificiosi per favorire le sue società Lussemburghesi. Vicende da collegare in parte a quelle per cui, il primo aprile scorso, è stato condannato a 9 anni di reclusione dal tribunale di Roma per una bancarotta di 300 milioni di euro di alcune sue società tra il 2007 e il 2009».
• Sposato con Silvia Necci, della coppia «esistono poche foto. Tutte un po’ in stile personaggi dei Vanzina, seduti nella tribuna Vip allo Stadio Olimpico a vedere la Roma, lei con gran massa di capelli e unghie iperlunghe» (Maria Laura Rodotà). Nel dicembre 2007 la moglie ha precisato: «Avendo letto di conversazioni telefoniche e di incontri che mio marito, Danilo Coppola, avrebbe intrattenuto con una sua amica, vorrei chiarire che, già da alcuni anni, il nostro matrimonio è in crisi». Due figli (Silvia e Paolo).