28 maggio 2012
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Biografia di Carlo Conti
• Firenze 13 marzo 1961. Conduttore tv di Raiuno. Da ultimo: Si può fare! (2014), I migliori anni (dal 2008), I raccomandati, Tale e quale show (fenomeno d’ascolti, nel novembre 2013 sfiorò gli 8 milioni di spettatori), L’eredità, Wind Music Awards (dal 2012). Nel 2015, 2016 e 2017 ha presentato il Festival di Sanremo: «Chi vorrei sul palco? Mina, ovviamente».
• Libri: Cosa resterà dei migliori anni. Piccolo dizionario della memoria (2013) e Si dice babbo! (2014), entrambi per Mondadori.
• «Campione di abbronzatura e di ascolti, di UV-A e Auditel» (Renato Franco).
• «Primo senza avere mai l’aria del vincitore» (Silvia Fumarola).
• Debutto nell’85 con Discoring, diventò famoso con il programma per ragazzi Big (1992). Come autore ha firmato Succo d’arancia, Vernice fresca e soprattutto Aria fresca (su Videomusic e Telemontecarlo). Nel 1996 presentò in prima serata su Raiuno il varietà estivo Su le mani (di cui era anche autore). Nel 1997 entrò nel gruppo di conduttori di Luna Park, l’anno dopo gli fu affidato Colorado-Due contro tutti, nel 2000 Domenica In ecc.
• «Diploma in ragioneria, ex bancario dall’81 all’86 (“ma il posto fisso non faceva per me”), la mamma sempre come consigliera e punto di riferimento» (Ranieri Polese). Sulla madre: «Era una donna fortissima, che mi ha fatto essere quello che sono oggi: il mio babbo è morto che avevo 18 mesi, quindi, lei si è rimboccata le maniche e ha dedicato la sua vita a tirare su questo zuzzurellone» (Chi 20/11/2013).
• «Gli inizi furono nelle radio private che a Firenze, come dovunque, nascevano e morivano in quantità. Metà anni ’70, facevo il dj, ma intanto organizzavo serate: piazze di paese, locali, tutto rigorosamente nei confini toscani». «La radio è il primo grande amore e non si scorda mai. Non vedo l’ora di avere un po’ di tempo libero per tornarci. Sarà la prima cosa cui mi dedicherò quando sarò meno in tv».
• Sempre vestito di scuro, camicia bianca senza cravatta, «vive nel culto del basso profilo (“è low profile naturale: niente di studiato”), la sua carriera in Rai è stata tutta all’insegna dell’understatement, per i suoi detrattori il suo successo è equiparabile ai misteri di Fatima. Incarnando l’uomo medio nazionale, Conti con l’Eredità incanta ogni giorno oltre cinque milioni di fan, semina i competitori Gerry Scotti (Chi vuol essere milionario?) e Amadeus (Uno contro cento), nello sprint finale della Ghigliottina supera i sette milioni di audience e fa da grande traino al Tg1 con medie del 35 per cento di share. Non basta: il soldato Conti va nella trincea della prima serata con I Fuoriclasse e cattura il 20 per cento dell’audience (sfidando Il capo dei capi e Distretto di polizia); a San Silvestro per Raiuno ha sfidato il gelo di Rimini con cappottone siberiano (“mi scuso, ma c’erano zero gradi e avevo il raffreddore”) a mezzanotte ha brindato al 2008 con 12 milioni di italiani» (Leandro Palestini).
• «Unico eccesso l’abbronzatura, il successo dell’uomo tranquillo Carlo Conti, fiorentino, ex bancario, nasce dalla vita in provincia. Le paste la domenica con l’amico Giorgio Panariello, il bar con gli amici di sempre senza mai tagliare le radici. (…) le foto paparazzate più hard lo ritraggono al supermercato che fa la spesa. Lo dice e lo rivendica: “Sono fortunato perché ho realizzato il mio sogno, non posso lamentarmi di niente sarei un ingrato”. Non santo né fenomeno, ma “un italiano onesto” come si definisce lui “un onesto lavoratore e oggi mi sembra un gran complimento”. La sua carriera è figlia della tenacia, non ha mai sgomitato ma è andato dritto per la sua strada, dalle radio ai locali in Versilia, dai cabaret alla tv: trent’anni di Rai da Discoring a decine di show. Orfano di padre, studi di ragioneria, comunicò alla madre che avrebbe lasciato il posto fisso in banca per lavorare alla radio. “Mi disse solo: sei sicuro?”. Il ragazzo con la montatura sbagliata e i capelli ricci da Napo orso capo era sicurissimo e la musica lo ha portato fin qui» (Silvia Fumarola) [Rep 12/2/2015].
• «“Una vita da mediano”, come dice Costanzo. E lui aggiunge: “Magari un centrocampista col gusto del gol”. Un conduttore che non fa polemiche, non fa notizia, ma porta a casa fior di ascolti» (Alessandra Comazzi).
• «La cosa che dicono di me pensando che possa essere negativa è che sono normale. Ma non ci vedo niente di negativo, anzi. Forse forse essere normale significa essere diversi dalla follia generale che ci circonda» (Cds).
• «Alcuni considerano Carlo Conti il classico conduttore senza qualità, un portato dell’aggressione dell’uomo contro la propria intelligenza, contro se stesso, ma sbagliano: il consacrarsi al ridicolo o all’insulsaggine di una causa televisiva sono tutte stravaganze di cui non siamo più capaci. Carlo Conti invece deve tutto il suo successo alla sua abbronzatura» (Aldo Grasso).
• «Non andare in vacanza in Sardegna, non essere mai sulle copertine dei giornali, non alimentare qualche bella polemica, non rispondere alle provocazioni: a me pare un pregio, ma per chi fa questo mestiere forse è un difetto».
• «Per conteggiare le mie love story, le dita di una mano bastano e avanzano. Ho avuto quattro storie importanti». Nel ’95 Ilaria, poi Luana Colussi, nel 2003 Patrizia e Francesca Vaccaro, la donna che poi ha sposato il 16 giugno 2012: «Io sono arrivato su una 500 d’epoca e dopo il “sì”, con quella siamo ripartiti» (a Gigi Vesigna) [Ogg 25/9/2013]. L’8 febbraio 2014 è nato il loro primo figlio, Matteo.
• «Prima di conoscerla, ero malato di “Dongiovannite”. Quando l’ho conosciuta, l’insopprimibile desiderio di amare più donne possibile si è trasformato nell’aspirazione ad amarne una sola. Possibilmente per sempre» (a Stefania Saltalamacchia) [Vty 28/12/2014].
• Dice di essere «un tipo tranquillo, tradizionalista, piuttosto abitudinario. Anche nel sesso. Pesci, ascendente Bilancia (…) Mi assicura il mio amico Paolo Fox che è la quintessenza dell’equilibrio».
• Amico di Leonardo Pieraccioni: «La domenica sera, quando sono entrambi a Firenze, da oltre 15 anni vanno a mangiare il pesce al ristorante Vittoria».
• «È il più nero della tv (…) L’ironia corre su internet, ma anche Fiorello ne ha fatto un tormentone dei suoi show, ricamando sulla pelle incendiata del conduttore» (Renato Franco). Al gruppo su Facebook «Carlo Conti BASTA lampade!» il conduttore rispose che la sua abbronzatura è dovuta al «Sole, solo sole. Sono nato meticcio, basta un po’ di sole e mi trasformo. E non mangio nemmeno carote» (a Gigi Vesigna).
• «Carlo non twitta, non ha un profilo Facebook (…) “Odio la tecnologia quando si intromette nella vita degli altri, non sopporto di essere fotografato a mia insaputa dai telefoni del vicino di tavola al ristorante, molto meglio gli agguati dei paparazzi”» (a Gigi Vesigna) [cit.].
• «Sono quello che sono. Ho un nasone. Perdo capelli».
• Tifa Fiorentina.
• Nel 2017, criticato a causa del compenso percepito per il Festival di Sanremo, ha dichiarato a Chi: «Comprendo il sentimento che parte da un disagio che c’è nella società, ma bisognerebbe sapere i fatti. Non perché un giornale fa un titolo e scrive una cifra allora è quella giusta e viene cavalcata in maniera populistica. Ci sono altri modi in cui ciascuno di noi fa qualcosa per chi vive un’emergenza ed è bello se rimane privato. Se quello che devolvo in beneficenza lo devo rendere pubblico per farmi bello, allora perderebbe di quella forza che parte da un comandamento: “Ama il prossimo tuo”».