28 maggio 2012
Tags : Marco Confortola
Biografia di Marco Confortola
• Santa Caterina Valfurva (Sondrio) 22 maggio 1971. Alpinista. Nell’agosto 2008, unico italiano in una missione internazionale sul K2, scampò al crollo di un seracco che spazzò via le corde fisse (13 morti). A settembre, nel policlinico di Padova, gli vennero amputate tutte le dita dei piedi: «Purtroppo il congelamento delle dita subito in quei frangenti conduce inevitabilmente alla loro amputazione. I medici non possono fare altro. Mi hanno assicurato che amputando le dita sarà salvato il metatarso. Potrò così, al più presto, magari dopo alcuni mesi, tornare a camminare. E poi voglio riprendere a scalare».
• «Prima dell’incidente avevo il 43 di scarpe: ora ho il 35 e mezzo».
• «Ha respirato il fascino delle vette fin da quando in prima elementare fu spedito a fare il pastore fra le cime di casa. A 19 anni ha deciso che il suo vero lavoro doveva essere la montagna e si è iscritto ai corsi di guida alpina e di maestro di sci. Per cinque anni è stato la più giovane guida alpina italiana» (Franco Brevini).
• Nel 2010 ritorna in attività. Nel 2012 conquista il suo settimo Ottomila (Manaslu) e nel 2013 l’ottavo (Lohtse).
• Ha scritto due libri: Giorni di Ghiaccio. Agosto 2008. La tragedia del K2 (Baldini Castoldi Dalai, 2008) e Ricominciare (Dalai, 2011).
«Ci tengo a dire ch’io sono una persona normale. Nella mia vita non faccio solo l’alpinista , sono anche guida alpina e maestro di sci. In più, lavoro per l’elisoccorso».
• «Amo i bambini, ma tra le spedizioni e il mestiere di guida alpina che mi costringe ad alzarmi tre mesi all’anno alle tre del mattino , ho finito per perdere l’unica persona che mi avrebbe potuto regalare questa gioia. È difficile ma spero ancora di innamorarmi» [intervistemadyur.it].
• «L’egoismo. È una caratteristica obbligatoria per chi vuole scalare gli ottomila».