28 maggio 2012
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Biografia di Achille Compagnoni
• Sant’Antonio Valfurva (Sondrio) 26 settembre 1914 – Aosta 13 maggio 2009. Alpinista. Il 31 luglio 1954 conquistò gli 8.816 metri del K2, seconda cima del mondo, con il compagno di cordata Lino Lacedelli (impresa contestatissima da Walter Bonatti, vedi scheda), nella spedizione italiana guidata da Ardito Desio.
• «Non aveva una carriera alpinistica sfolgorante prima del K2. Qualche salita in Valfurva, luogo d’origine, poco di più attorno al Cervino, ai cui piedi si trasferì nel 1934, dopo aver prestato in Val d’Aosta il servizio militare» (Leonardo Bizzarro) [Rep 13/5/2009].
• «Le polemiche più gravi ed “eterne” (ci sono voluti 53 anni per avere la parola fine), quelle legate alle bombole di ossigeno che Walter Bonatti, insieme all’hunza Mahdi, portò fino a circa 8.100 metri per la cordata di punta. La quale però non si trovava nel punto concordato. Né si fece trovare nonostante un contatto vocale a sera già scesa. Così il giovane Bonatti e il suo compagno pakistano furono costretti a un drammatico bivacco all’addiaccio. Tutto bene? No, perché nella relazione ufficiale, scritta da Ardito Desio in base alle indicazioni dei soli Compagnoni e Lacedelli, l’apporto di Bonatti fu cancellato e poi colui che, nel frattempo, era diventato l’alpinista più forte al mondo fu addirittura accusato d’aver utilizzato l’ossigeno delle bombole (impossibile: non aveva la maschera), che per questo si sarebbero esaurite ben prima della vetta».
• «Al ritorno dal Pakistan, i congelamenti causati dal freddo ne compromisero per sempre il futuro alpinistico. Dopo qualche polemica all’inizio degli anni ’60 (…) sceglie di stare in silenzio. Apre con i familiari un albergo che porta il suo nome, poco distante dal centro di Cervinia» (Leonardo Bizzarro) [Rep 13/5/2009].
• «Quando si è in quota, in arrampicata o fermi, e c’è un crepaccio che non si conosce a memoria e salti così, che Dio te la mandi buona – e a me e a Lino è successo nella discesa al buio, dopo aver colto l’ultima luce in cima –, insomma quando sei in difficoltà alla morte non ci pensi, non devi pensarci perché se è vero che la vita è il più bel dono di Dio e quindi è peccato mortale sciuparla, devi assolutamente pensare a dove e come mettere i piedi, a non farti prendere dall’angoscia che sollecita sciocca premura. Devi fare tutto come sempre, devi solo pensare a come e dove mettere i piedi e se finisci col culo nella neve vuol dire che quello è il posto giusto per rifiatare».
• «Io dico ai ragazzi andate pure in montagna perché ti pulisce i pensieri e ti mantiene le gambe, cimentatevi, mettete sulla bilancia il rischio calcolato e dunque siate prudenti. Scalate ma attenti a non far della montagna roba da consumismo. Perché poi succede che la montagna s’arrabbia e diventa terribile».
• «Un giorno presi uno scivolone e “qualcuno” mi fermò prima che finissi chissà dove e poi succede che mi arriva una lettera di mia madre che scriveva “lo sai che il tale giorno t’ho sentito in pericolo e ho pregato per te ma ora dalla tua lettera vedo che stai bene ma ad ogni buon conto la tua mamma veglia su di te, Achille”» (a Igor Man).
• «Achille Compagnoni, con cui Lacedelli ha rotto un patto tacito per la vita e per la morte, era un capobranco, un orso disturbato, un lupo ferito. Lacedelli è un uomo dolce, un montanaro ritroso» (Aldo Cazzullo).