28 maggio 2012
Tags : Dino Cofrancesco
Biografia di Dino Cofrancesco
• Miglionico (Matera) 21 novembre 1949. Banchiere. Amministratore delegato di Veneto Banca. «Siamo una bella signora e i corteggiatori non mancano, ma siamo una signora seria». Diplomato in Ragioneria.
• «Ricevette nel ’97 il mandato a preservare l’indipendenza della piccola banca, una cinquantina di sportelli, mentre nel resto del Veneto la prima ondata di concentrazioni stava già cambiando la geografia del credito. “Si diceva allora, un po’ come oggi, che solo i giganti potevano farcela...”. E invece Consoli si mise a correre portando il gruppo che accompagna la finanza di famiglie e Pmi del distretto calzaturiero fino in Romania e Moldova» (Paola Pica). Da allora, Veneto Banca è arrivata a possedere 575 filiali, di cui solo un terzo nel Nordest (dato 2010).
• Nel 1999 un anno di crisi economica, il numero uno di Veneto Banca «ha ricevuto qualcosa come tre milioni e 700mila euro di compensi. Una somma che lo colloca ai primissimi posti nella classifica dei manager meglio pagati d’Italia, subito alle spalle di Corrado Passera, il gran capo di Intesa, la banca più importante del Paese».
• Alla fine degli anni 90 si è comprato un immobile d’epoca nel centro storico di Vicenza per un valore di circa quattro milioni di euro. Per farlo ha chiesto un mutuo alla sua banca che gli ha accordato un prestito di 3 milioni, con le agevolazioni riservate ai dipendenti, «a un tasso dell’1,5 per cento annuo». [Fat 10/11/2010]
• «Al sabato e alla domenica non va mai in ufficio. Lavora nello studio di casa. Senza frequentare salotti e disdegnando i riflettori, nel segno del massimo understatement».
• «Alle pareti del suo ufficio un paesaggio di Guglielmo Ciardi, un ritratto di Virgilio Guidi, una fanciulla al bagno di Federico Zandomeneghi. Maestri della pittura veneta che il lucano Consoli ha voluto entrassero nelle collezioni della banca. Si chiama integrazione» (Paolo Possanai) [Rep 12/4/2010]-
• «Il suo primo lavoro lo ha avuto a 18 anni, alla Rolex. Non c’entrano gli orologi, la fabbrica in questione a Borgosesia produceva rubinetti. Ma a lui, figlio di un operaio edile, non piaceva controllare gli operai. Suo padre in effetti a Miglionico faceva il calzolaio, mestiere abbandonato quando per campare nel 1959 si è trasferito in Piemonte. “Anni duri per i meridionali al Nord” ma “i terroni di oggi sono gli extracomunitari” e senza giri di parole pronostica che £qui un giorno siederà magari un altro migrante, di diverso colore”».
• «Vincenzo Consoli, la disinvolta ascesa del banchiere padano» (Tweet del 20 novembre 2013 inviato da un corvo o da un hacker con il profilo ufficiale di Veneto Banca)
• Ottimi i suoi rapporti con Bruno Vespa che è diventato azionista della sua banca.
• È sposato e ha due figli.