28 maggio 2012
Tags : Maurizio Cocciolone
Biografia di Maurizio Cocciolone
L’Aquila 22 settembre 1960. Colonnello dell’Aeronautica militare. Il 18 gennaio del 1991, nel corso dell’operazione Desert Storm per la liberazione del Kuwait dall’occupazione irachena, il Tornado sul quale era in missione insieme al maggiore Gianmarco Bellini (Montagnana, Padova, 15 settembre 1958) fu abbattuto dalla contraerea irachena. I due rimasero 47 giorni nelle mani delle forze armate di Saddam. Il 21 gennaio la tv irachena mostrò un gruppo di prigionieri, tra cui Cocciolone che con il volto livido fece un appello per la soluzione pacifica del conflitto: «La guerra è un male, credo che la soluzione migliore sia quella di trovare dei mezzi pacifici (...) Bisogna trovare una soluzione politica. Quando l’uomo fa una guerra, deve avere una causa e tu non hai una causa perché l’Iraq non ha attaccato l’Italia. L’Iraq non è il nemico del tuo popolo, non è tuo nemico». Il video diede luogo a molte polemiche, relative soprattutto alla questione se Cocciolone, cedendo a Saddam, avesse o meno mancato ai suoi doveri di soldato. La risposta della maggior parte fu che no, non aveva mancato ai suoi doveri di soldato. Però una medaglia di riconoscimento venne assegnata solo al maggiore Bellini che in video non era apparso. Rientrati in Italia, dopo essere tornati liberi il 5 marzo, i due rimasero amici fino al matrimonio di Cocciolone, quando la vendita dell’esclusiva delle foto a un settimanale li fece litigare. Nel 2005 il rientro per Cocciolone in una “zona calda”, vicecomandante della Forward support base di Herat in Afghanistan: «Non è possibile dimenticare quei giorni, ma sono troppo orgoglioso per farmi condizionare».
• A quasi venti anni di distanza ha rivelato di essere stato torturato dalle forze di Saddam «Per la tortura utilizzavano scariche elettriche con la batteria d’auto, poi botte di tutti i tipi: persi alcuni denti e la lingua mi si staccò quasi completamente» (ad Alessandro Dell’Orto per Soggetti smarriti, Wlm 2013).
• Bellini è stato comandante della base di Ghedi, poi promosso generale, oggi vive in Virginia, negli Stati Uniti.