28 maggio 2012
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Biografia di Arrigo Cipriani
Verona 23 aprile 1932. Celebre albergatore. Proprietario dell’Harry’s Bar di Venezia, dei più noti ristoranti italiani di New York ecc. «Mio padre diceva che Hemingway ha vinto il Nobel dopo aver scritto un romanzo che si svolgeva quasi tutto tra i tavoli dell’Harry’s Bar» (si tratta di Di là dal fiume e tra gli alberi).
• «Il vero genio della mia famiglia era papà Giuseppe. Aprì il primo ristorante in un vicolo cieco, così non ci si sbatteva contro per caso ma lo si sceglieva. Fu il primo italiano ad avere un ritratto fatto dal New Yorker e lui non capiva il perché». Nel 1948 inventò il Bellini, cocktail divenuto poi famoso in tutto il mondo, cui è secondo, come notorietà, solo il Carpaccio di carne. Nel 1980 Giuseppe morì gli e subentrò Arrigo: «I clienti non si abituarono subito alla mia presenza, ricordo che i primi tempi una delle due swinging doors dell’entrata si apriva appena per far passare la testa di un cliente. Succedeva spesso che mi chiedessero “c’è Cipriani?”. Gli rispondevo di sì, che ero io, ma loro niente, replicavano senza tanti giri di parole “no, Cipriani, suo padre”, come per dire quello vero» (a Guido Andruetto) [Rep 25/8/2013].
• «I grandi maestri dei cuochi sono gli aristocratici che hanno speso le loro fortune nei ristoranti importanti. Noi facevamo assaggiare il nostro risotto al principe Ruspoli. “Principe è buono?” E lui: “Cemento”. Allora lo mantecavamo meglio fino a quando non dava il suo assenso».
• Sugli chef che vanno in tv: «Star strapagate, la rovina della cucina» (a Giorgio Dell’Arti, Come sarà il 2014, Clichy).
• Nel 2007 condannato negli Stati Uniti per evasione fiscale: «Abbiamo vinto una gara, tra nove imprese, per un mega progetto sull’ultimo grande molo sul fiume Hudson, 60 mila metri quadrati che vogliamo trasformare in un luogo di eccellenza dell’italianità, con sale per banchetti, scuole di cucina, le esposizioni della Triennale e le vetrine delle migliori aziende italiane. Da lì è cominciata una campagna contro di noi». Una multa da dieci milioni di dollari risolse tutto.
• Nel 2011, stavolta in Europa, nuova vicenda giudiziaria sul marchio. La controparte è un hotel veneziano di cui Giuseppe ebbe una quota fino al 1967: dopo i primi due gradi di giudizio, la palla passò ad Alicante, in Spagna, dove ha sede l’ufficio competente per la registrazione dei marchi in tutti i Paesi dell’Unione europea.
• A fine 2012, dopo tre anni di bilanci in rosso, le banche chiesero allo storico locale di calle Vallaresso – nato in un magazzino di corde, era arrivato a impiegare oltre 70 dipendenti, mentre sono 150 i suoi cuochi sparsi nel mondo – di rinegoziare il debito di circa 6 milioni: imposero una ristrutturazione aziendale e Cipriani fece un passo indietro cedendo parte delle sue deleghe a due manager esterni.
• Il marchio è presente anche a Los Angeles, Istanbul, Hong Kong, Abu Dhabi, Ibiza, Mosca e Montecarlo. «A New York ci hanno osteggiati in tutto, ma apriremo presto nuovi locali: a Miami, a Las Vegas, a Dubai...».
• Sei libri, uno di ricette che ha venduto 300 mila copie.
• È stato per 25 anni insegnante di karate.
• Sposato con Tommasina “Ina” Divarisi, tre figli: Giuseppe (amministratore delegato di Cipriani Usa), Carmela (scrittrice) e Giovanna (giornalista della Rai), che gli hanno dato sette nipoti.
• La sorella Carla (3 marzo 1930 - 9 agosto 2006) era sposata con Tinto Brass (vedi scheda).
• Ha una Mercedes Amg con un motore da 530 cavalli e ogni mattina si ripete la frase di Churchill: «Non arrendetevi mai, mai e mai».