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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Ciprì E Maresco

• Registi. Esordio su Italia1 con Isole comprese (1990), hanno collaborano a Blob, Fuori orario ecc. Celebri soprattutto per la serie Cinico tv (1992), su Raitre, che Angelo Guglielmi mandò alle otto di sera, cioè in pieno prime time. Bianco e nero al limite del calligrafico, uomini in canottiera come perduti in una grotta, interrogati da un Dio fuori campo con accento palermitano. I disgraziati rispondono come possono, pause e smarrimento, alla fine non possono che coprirsi di ridicolo. Ovunque umido, odore di topi.
• Si incontrano nell’86 presso la cooperativa Rosebud. Da allora hanno lavorato sempre insieme.
• Dopo Totò che visse due volte, portato a Berlino nel 1995, nel 96 realizzano A memoria, improvvisazioni al sax soprano di Steve Lacey in una Sicilia grottesca a surreale (sono tutti e due fortemente appassionati di jazz), nel 99 ricostruiscono il concerto del 1970 a Palermo di Duke Ellington (Noi e il Duca), subito dopo, in Enzo domani a Palermo, comincia la saga degli intrecci tra cinema siciliano e mafia, tema ripreso ne Il ritorno di Cagliostro, opera presentata al Festival di Venezia del 2003, strutturata a mo’ di finto documentario con spezzoni d’epoca mischiati a interventi di critici e storici del cinema, in cui si raccontano le vicende dei fratelli La Marca, fabbricanti di statue sacre, che con il beneplacito della chiesa e i soldi di mafia e politica riuscirono, nel 1947, a mettere in piedi la Trinacria Cinematografica, una sgangherata casa di produzione indipendente che nelle intenzioni dei fondatori avrebbe dovuto mettere in ginocchio nientemeno che Cinecittà. Nel 2004, tornano alla Mostra del Cinema di Venezia per presentare Come inguaiammo il cinema italiano, un film documentario, con immagini d’epoca e testimonianze, sulla carriera di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, il celebre duo comico nato per le strade di Palermo all’inizio del dopoguerra e cresciuto tra gag, spettacoli musicali e macchiette indimenticabili del cinema e della TV degli anni Settanta e Ottanta. Nel 2006, dopo un’assenza di undici anni, ritornano in TV. La7 manda in onda I migliori nani della nostra vita, venti puntate di mezz’ora, in prima serata. Il programma, ancora una volta in bianco e nero e ambientato in Sicilia, presenta ancora una volta figure grottesche e personaggi onirici, con la voce fuori campo che interroga.
• Il 7 giugno 2007 parte su La7 un nuovo programma intitolato Ai confini della pietà, sette episodi di mezz’ora. I due registi raccontano la storia di Giorgio Castellani, il cui vero nome è Giuseppe Greco, figlio di Michele Greco detto “il papa”, uno dei più potenti mafiosi degli ultimi decenni: amante del cinema, regista di tre film, la sua carriera viene stroncata da alcune controversie giudiziarie. «Un lucido esempio di come le colpe dei padri a volte ricadono ingiustamente sui figli». In un’altra puntata si dimostra che tutta la banda di Salvatore Giuliano erano formata da omosessuali, in un’altra ancora si rievocano i “Comizi d’amore” pasoliniani, poi c’è un tributo al jazzista John Coltrane, ecc.
• Nel 2008 hanno annunciato la loro separazione artistica. «Se l’alterco con Ciprì non è più reversibile: “Lui (Daniele – ndr) sa perché abbiamo litigato, ma io la ragione non la svelerò mai. Spero per lui che le scelte che ha fatto lo facciano stare bene. E chissà che poi non avesse ragione lui” rimangono intatte le ragioni, “la rabbia” che, giura Maresco, fu la scintilla iniziale del navigare comune» (Malcom Pagani) [Fat 1/9/2014]. Daniele: «Io e Franco eravamo amici, eravamo fratelli. Quando si condivide un progetto, è importantissimo che l’entusiasmo e l’intesa restino vivi... Dopo un lungo percorso insieme c’era invece una certa stanchezza, così abbiamo deciso di continuare ognuno per la sua direzione e ci siamo ritrovati a fare discorsi diversi» [Fulvia Caprara, Sta 17/7/2014].
• «Siamo talmente anomali che è difficile credere che esistiamo realmente».
• «La rappresentazione dell’orrido è uno sguardo sul mondo, in contrasto con un mondo che rimuove la morte, la corporalità, la vecchiaia, la puzza. Una visione apocalittica».
• «La cosa più sorprendente di Ciprì e Maresco è che il loro viaggio nel ventre molle e schifoso della nostra società è sempre sorretto da una scrittura di grande qualità: rigorosa, sorprendente, affascinante, una scrittura impigliata in un groviglio di storie subumane, troppo subumane, continuamente tesa fra trasparenza e mistero» (Aldo Grasso).
• Carmelo Bene, in un’intervista all’Espresso del 2000, alla domanda «Che cosa salverebbe dell’Italia?» rispose «Ciprì e Maresco».
Ciprì Daniele Palermo 17 agosto 1962. Figlio di un fotografo, ha curato la fotografia dei suoi film e quella della regista Roberta Torre (Tano da morire, Sud Side Story, Angela, Mare nero). David di Donatello e Nastro d’Argento come miglior fotografo per Vincere, di Marco Bellocchio (2009). Nel 2012 ha girato il suo primo film da solo, È stato il figlio, con Toni Servillo, dal romanzo omonimo di Roberto Alajmo (Mondadori 2005). Nel 2014, La buca, con Sergio Castellitto e Rocco Papaleo.
Maresco Franco Palermo 5 maggio 1958. Comincia a lavorare in radio e nelle tv private curando programmi di jazz e di cinema per Radio Palermo Centrale. Nell’83 fonda la cooperativa di cinema e spettacoli Rosebud, e nell’85 apre un negozio di videocassette, fino all’incontro con Ciprì. Ha curato la sceneggiatura di Sud Side Story (2000) di Roberta Torre. Nel 2010 ha realizzato un documentario sul clarinettista jazz di origine siciliana Tony Scott, morto a Roma nel 2007: Io sono Tony Scott, ovvero come l’Italia fece fuori il più grande clarinettista del jazz. Da ultimo ha diretto Belluscone. Una storia siciliana, premio speciale della giuria di Orizzonti alla 71esima mostra del cinema a Venezia. Mentre veniva acclamato dagli applausi, lui non c’era: «Non ce l’ho fatta a esserci soffro di depressione, una malattia. Parlarne è molto difficile, me la porto dietro da anni. L’ho prima sottovalutata e poi curata, ma in questi ultimi due mesi la situazione si è aggravata. Ho dovuto, voluto finire questo film nonostante non ci credesse nessuno e ora sono fisicamente e mentalmente provato» [Pagani cit.].