28 maggio 2012
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Biografia di Graziano Cioni
Empoli (Firenze) 17 novembre 1946. Politico. Ex senatore Ds (1994-2001). Ex assessore alla Sicurezza del comune di Firenze (2004-2009), detto lo «sceriffo», improvvisa popolarità nell’agosto 2007 quando mise fuorilegge i lavavetri (il sindaco Domenici era in quel momento in vacanza in Grecia, ma al ritorno, lo coprì completamente).
• «L’ordinanza sui lavavetri è il punto d’arrivo di una onorata carriera di scossoni da prima pagina. “Spero di aver fatto capire a tutti che parlare di sicurezza non basta. Alle parole devono seguire i fatti, altrimenti non si va da nessuna parte”. Nel 1988 finì anche sul Times, perché decise di chiudere alle auto il centro di Firenze, creando così la zona a traffico limitato più grande d’Europa. Le sue ordinanze muscolari sui venditori abusivi non si contano, come quelle sugli schiamazzi notturni» (Marco Imarisio).
• Nell’aprile 2008 ha proposto di vietare a mendicanti: «Dire che non ci si deve distendere sul marciapiede non è né di destra né di sinistra, ma è un discorso di buonsenso, un provvedimento normale».
• Ha fondato l’Associazione Firenze Democratica, 2.600 iscritti, componente del Pd fiorentino con la quale intendeva impedire, in vista delle elezioni per il sindaco del 2009, che i candidati venissero imposti da Roma: «Diremo che i candidati del partito a sindaco li devono scegliere i nostri elettori, che le nomenclature non esistono più e che le telefonate da Roma sono fuori dalla storia».
• Il 6 maggio 1976 un terremoto colpì il Friuli. Il Pci gli chiese di andare là a dare una mano nella ricostruzione. «Avevo moglie e due figli piccoli, chiesi quanto tempo avrei dovuto restare su. Mi risposero: “In un mese te la cavi”. Ci rimasi un anno e mezzo. Durante i primi tre mesi non mi parlava nessuno, non avevano mai visto un comunista. Ma dopo diventai presidente del comitato per la ricostruzione. È stata l’esperienza più bella della mia vita» (David Allegranti) [Fog 8/12/2008].
• In corsa alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco di Firenze (2008), fu costretto a ritirarsi per un accusa di corruzione (insieme a Salvatore Ligresti) relativa alla trasformazione urbanistica di un’area a nord di Firenze. È stato assolto nel marzo del 2013.
• «Vengo da Pontorme e sono figliolo d’un cenciaio, e me ne vanto. Quando parlo con la gente tutti mi capiscono» (a David Allegranti, cit.).
• Cinque figli. Una, Valentina, è morta nel 1996 in un incidente d’auto. «Tutti mi rompono i coglioni con la storia che sono dalemiano. Sapete chi fu il primo che bussò alla porta di casa mia quando morì Valentina? Il signor D’Alema. Si era fatto la strada da Roma fino alla campagna di Empoli, per abbracciarmi».