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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Luciano Chiarugi

• Ponsacco (Pisa) 13 gennaio 1947. Ex calciatore. Con la Fiorentina vinse lo scudetto del 1969, col Milan la coppa delle Coppe del 1973. Tre presenze in Nazionale. È nella storia per i tuffi con cui si procurava immeritati calci di rigore: detto per questo Cavallo Pazzo. Diede addirittura il suo nome alla pratica di buttarsi in area, detta “chiarugismo”: «negli ultimi anni della carriera (…) non mi davano un rigore nemmeno quando il fallo era netto. Non mi credeva più nessuno. Che rabbia. Allora eravamo meno esposti alle brutte figure. Mica c’erano tutte queste telecamere» [Rep 7/10/2003].
«Fu l’acquisto-boom dell’estate 1972, quando Buticchi lo prelevò dalla Fiorentina, strappandolo all’Inter, per 400 milioni. Era un funambolo dell’area di rigore, molto veloce e aveva nel suo repertorio scatti, finte e serpentine che spesso mandavano in visibilio i tifosi. Segnò molti gol decisivi, come quello che permise di superare il Leeds in finale di Coppa delle Coppe a Salonicco nel 1973. Nel 1976 la società commise il grave errore di cederlo, in cambio di Giorgio Braglia, al Napoli. E’ stato uno dei giocatori rossoneri più amati e più rimpianti dai tifosi. Chiuse la carriera di calciatore nella Massese, anno 1985, in C2, all’età di 38 anni» (Colombo Labate).
• Partì da casa che aveva 12 anni. I suoi fratelli Franco e Alberto, falegnami, giocavano nel Ponsacco. Lui andava al campo sportivo per vederli, e intanto giocherellava col pallone. L’allenatore, un ex centrocampista della Fiorentina, vide come quel ragazzino riccioluto usava i piedi, e subito lo spedì alla scuola di calcio dei viola…» [Ilpontedisacco.it 10/4/2012].
• Quella di Cavallo Pazzo «è una storia curiosa e non ho mai saputo chi abbia avuto l’idea di questo soprannome. So che questo capo indiano era un estroso, uno di grande personalità, un po’ come me, al quale piaceva vincere le battaglie da solo. Io, per il mio gioco, ero un individualista, un accentratore, ma non per egoismo bensì perché seguivo le mie caratteristiche. Era lo stesso allenatore che mi chiedeva di cercare l’uno contro uno, di puntare l’uomo, ma la mia azione non era mai fine a se stessa. Magari scartavo l’avversario due-tre volte, lo ricercavo, lo riscartavo, ma allo stesso tempo guardavo a centro area se c’era un compagno da servire. Io giocavo sempre per i compagni, è che a volte davo l’impressione di giocare da solo, come Cavallo Pazzo il capo Indiano. Da quì il soprannome… Da giocatore non mi dispiaceva semmai mi ha dato noia da allenatore perché quando uno guida dei ragazzi, li allena, deve dimostrare maturità, ed io in verità sono sempre stato una persona posata, equilibrata. Dicevano... Come fa uno che in gioventù è stato un cavallo pazzo ad insegnare la disciplina, a far diventare uomini i nostri ragazzi? La storia, invece, ha detto il contrario perché dalle mie squadre sono usciti grandi giocatori» (a Stefano Borghi) [Firenzeviola.it 13/1/2012].
• «Il Cavallo Pazzo che tra Firenze, Napoli e Milano, al manicomio mandò più di un arbitro» (Malcom Pagani) [Fat 16/4/2013].
• Ha allenato le Giovanili della Fiorentina, la Fiorentina (A) nella stagione 1992-93 (retrocessa in Serie B al termine della stagione) e nella stagione 2000-01 (subentrato, per un solo incontro, a Fatih Terim, il 04.03.2001 in Bari-Fiorentina 2-1, per poi lasciare il posto a Roberto Mancini, del quale è divenuto allenatore in seconda, così come in seguito di Ottavio Bianchi).
• Sposato con è Laura da Borgo San Lorenzo: «La moglie la conobbe in un incidente stradale. L’auto di lui e l’auto di lei si scontrarono su un cavalcavia, a Firenze. Lui scese con fare altezzoso, lei non lo riconobbe e gli tenne testa. Si innamorarono. Lui è Luciano Chiarugi da Ponsacco, all’epoca del tamponamento galeotto già famosa ala di quella Fiorentina che nel 1969 vinse il suo secondo scudetto. Lei, all’epoca studentessa universitaria, poi moglie di Luciano e madre dei suoi tre figli: Cristiana, Matteo e Francesco». [Ilpontedisacco.it 10/4/2012].